Tra oggi e domani si concluderanno le dichiarazioni spontanee degli imputati nel processo sul crollo del Ponte Morandi di Genova, 13 di loro su 58 complessivi accusati a vario titolo di reati che vanno dall'omicidio colposo plurimo, all'omicidio stradale e poi crollo doloso, omissione d'atti d'ufficio, attentato alla sicurezza dei trasporti e omissione dolosa di dispositivi di sicurezza sui luoghi di lavoro. Ma quelle di questa mattina e domani saranno le audizioni più attese, tra gli ex manager, tecnici e vertici di Aspi e Spea a processo.
Si inizia dalle 9.30 con il primo di tre calendarizzati oggi, Michele Donferri Mitelli, ex capo delle manutenzioni di Autostrade, che parlerà per circa 1 ora davanti al collegio, nell'aula allestita nella tensostruttura di Palazzo di Giustizia a Genova.
Domani invece sarà la volta dell'ex ad di Aspi, Giovanni Castellucci. Che, stando alle previsioni, potrebbe riferire per circa 6 ore di intervento, dopo aver deciso di aderire alla facoltà per gli imputati di rendere dichiarazioni in aula, fase che non avviene in contraddittorio e senza dover rispondere alle domande delle controparti.
Un lungo intervento che dovrebbe riguardare la ricostruzione della storia del viadotto, passando per il suo incarico a capo di Aspi e Atlantia, iniziato nel 2005 e finito nel 2019, un anno dopo il disastro del ponte Morandi di Genova, costato la vita a 43 persone trascinate via nel collasso della struttura.
Il suo sarà l'ultimo intervento, a partire da metà mattinata di domani. E arriva dopo la fine della relazione sull'integrazione di perizia, richiesta e completata da parte dei tecnici che ha riguardato il tema delle manutenzioni svolte nel corso degli anni al Morandi, ferito.
Mettendo in luce una serie di ammaloramenti e di verifiche definite 'insufficienti', e sgombrando il campo dall'ipotesi del 'vizio occulto', più volte citato per sottolineare l'impossibilità tramite metodi di controllo dell'epoca e attuali di prevenire il rischio crollo.
In aula si ripercorreranno con ogni probabilità gli interventi svolti sul viadotto, in particolare con riferimento allo stato della pila 9, dalla quale si innescò il crollo.
Sarà quello di oggi e domani l'ultimo intervento della fase di istruttoria dibattimentale, in seguito alla quale sarà necessaria solo qualche ulteriore udienza documentale prima della pausa per studiare le nuove carte, alla luce dei nuovi elementi emersi. Dopodiché si passerà alla requisitoria. Che potrebbe iniziare prima dell'estate, e della nuova pausa dalle udienze. Prima di arrivare ad agosto 2025, quando saranno passati 7 anni dal disastro di Genova, 7 anni di attesa e di maxi inchieste, alla ricerca di verità e responsabilità.
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