È scontro tra Comune e residenti sul progetto di riqualificazione del mercato di piazza Sarzano, presentato ieri dal vice sindaco facente funzioni Pietro Piciocchi e dall’assessora al Commercio Paola Bordilli.
Secondo il progetto, al posto dei locali sfitti saranno sistemati due nuovi spazi di somministrazione affidati alla Fabbrica della Birra Busalla e al Genovese, applicando così un modello orientato allo street food.
L’obiettivo? Ridare nuova vita alla struttura, realizzata proprio laddove storicamente esistevano banchi di fruttivendoli e inaugurata nel 2013, per riqualificare anche la piazza, creando così un polo che possa catturare l’attenzione non solo dei residenti, ma anche dei turisti.
Il progetto, tuttavia, è diventato in poche ore terreno di scontro che vede contrapposti residenti e commercianti della zona, fortemente contrari all’iniziativa del Comune.
Storicamente, piazza Sarzano, l’antica (e unica per diversi secoli) piazza della città, ha avuto una vocazione mercatale: banchi di besagnini hanno servito il quartiere per decenni radunando l’intera comunità che qui poteva trovare numerose botteghe, dalla macelleria alla gastronomia passando per l’alimentari di zona.
Nel corso degli anni, le botteghe hanno ceduto il passo a locali di somministrazione che, soprattutto in via Ravecca, si succedono a catena.
Nel 2013, poi, in un’ottica di rilancio del mercato stesso e dell’economia locale, era stata inaugurata la nuova struttura, un’architettura di ferro e rame con cinque banchi in cui spiccavano un fruttivendolo (unico attivo ancora oggi), una drogheria, un banco di salumi e formaggi e una macelleria.
I residenti qui avrebbero trovato un luogo moderno e funzionale, rifornito di prodotti freschi e locali, non perdendo l’abitudine del commercio di vicinato.
Nel corso degli anni, per diversi fattori tra cui i canoni di locazione e una diminuzione del volume di commercio (in zona, nell’arco di poche centinaia di metri, si trovano diversi supermercati tra cui uno proprio di fronte), le saracinesche del mercato si sono abbassate per non rialzarsi più.
Il progetto presentato ieri, nelle idee dell’amministrazione, sembra fare dell’elegante gazebo progettato dall’architetto Susanna Bordoni, un nuovo centro di aggregazione al servizio soprattutto del turismo con prodotti della gastronomia locale pronti per essere consumati e poca, per non dire nessuna attenzione alle necessità dei residenti.
La riqualificazione, affidata al Consorzio Il Pozzo di Giano, dovrebbe partire nei prossimi giorni per concludersi entro la fine di maggio. Come ha spiegato l’assessora Bordilli, il progetto prevede anche un miglioramento dell’illuminazione pubblica e interventi per garantire l’accessibilità, lavori che si andranno a integrare con quelli per la riqualificazione della zona che da oramai oltre due anni sono attivi sulla piazza.
Sergio Panizza, presidente del consorzio a cui è stato affidato il progetto, ha sottolineato l'intenzione di creare un luogo non solo dedicato alla degustazione di prodotti locali, ma anche un punto di riferimento per cittadini e turisti, considerando la crescente presenza di visitatori stranieri nella zona.
Ma è proprio questa direzione che ha scatenato le proteste da parte del Civ Sarzano e dei cittadini ce abitano il quartiere, preoccupati per l’assenza del mercato e per la perdita dell’originaria funzione del gazebo di ferro e rame.
Il timore più grande è quello di vedere la piazza tramutarsi in un’area commerciale pensata esclusivamente per turisti, privando dunque il quartiere di un servizio essenziale per la vita quotidiana.
Un modello di città che si adatta alle esigenze del turista e non tiene conto delle necessità dei suoi abitanti.
Una preoccupazione che emerge anche dalle dichiarazione del Civ che ha fortemente attaccato il Comune per la mancanza di risposte a interventi necessari come quelli richiesti da tempo in vico del Fico o in vico del Dragone dove la pavimentazione dissestata ha subito diversi cedimenti in più punti.
Il dibattito sulla riqualificazione di piazza Sarzano si inserisce in una discussione più ampia sul modello di turismo che Genova intende promuovere. Negli ultimi anni, la città ha registrato un forte aumento di visitatori, con un boom di arrivi nel 2024, quando sono stati registrati oltre un milione e trecentomila pernottamenti con un aumento significativo rispetto a cinque anni prima.
Gran parte di questo turismo è rappresentato da crocieristi (nel 2023 sono sbarcato oltre 1,7 milioni di passeggeri) e visitatori “mordi e fuggi”, che spesso non lasciano un impatto economico positivo sulle attività locali.
Per la prima volta, poi, le strutture extra alberghiere hanno superato i pernottamenti sulle strutture alberghiere tradizionali. E se da una parte si plaude per l’occasione di vedere la propria città valorizzata, dall’altra è innegabile la necessità di interrogarsi sulla sostenibilità e sull’impatto di questo tipo di turismo che rischia di snaturare l’autenticità dei carruggi.
Diventa dunque necessaria una profonda riflessione che deve portare a comprendere che tipo di turismo si vuole per Genova. Promuovere un turismo lento, di qualità, caratterizzato dalla sostenibilità potrebbe rappresentare una soluzione, incoraggiando i visitatori a immergersi nella cultura locale, portandoli a scoprire le tradizioni e contribuendo all’economia del territorio.
La riqualificazione di piazza Sarzano è un’occasione importante per ripensare il ruolo del centro storico di Genova nel contesto urbano e turistico. Tuttavia, la sfida sarà trovare un equilibrio tra il rilancio economico e la tutela dell’identità locale.
Il confronto tra amministrazione, residenti e operatori economici sarà decisivo per determinare il futuro della piazza e, più in generale, del centro storico.
La direzione che prenderà questo progetto potrebbe diventare un precedente significativo per il futuro della città che qui, per secoli, si è incontrata costruendo le basi della Superba che tutti e tutte conosciamo.