Sempre più ambita e amata, per via del suo carattere ‘scontroso’ e di quel sapore ‘autentico’ che la contraddistingue, osannata dalla stampa estera che ne ama le contraddizioni, Genova sta sempre più diventando una meta turistica.
Un cambiamento che certo non passa inosservato e che negli ultimi anni sta subendo un’accelerata vertiginosa.
A essere al centro dell’attenzione è, su tutti, il centro storico, un museo a cielo aperto che conserva ancora a vista le tracce dell’antica vocazione marinara e commerciale della città ma che, allo stesso tempo, ne denota l’attenzione e la magnificenza tramite la grande quantità di arte che si incontra passeggiando per i caruggi.
Ma il centro storico è anche la casa di migliaia di genovesi, cuore pulsante della vita quotidiana per chi nei vicoli abita e si trova a fare i conti, giorno dopo giorno, con un impoverimento del tessuto sociale della città, ammaliata dal ‘dio’ turismo al quale sembra sempre più prostrata, ostacolando i suoi figli.
Negozi di prossimità lasciano il posto a locali e boutique orientate ai visitatori, mentre chi vive in queste zone trova sempre meno servizi a disposizione. Il fenomeno, secondo Confesercenti Genova, è il risultato di un cambiamento progressivo, in atto da anni, che ha impatti tangibili sulla qualità della vita dei cittadini.
“La trasformazione c’è stata ed è ancora in atto - spiega Paolo Barbieri, direttore di Confesercenti Genova - I pubblici esercizi, come bar e ristoranti, hanno una funzione di servizio che si adatta sia ai turisti sia ai cittadini, sebbene con una prevalenza maggiore dei bar rispetto ai ristoranti. Ma le attività commerciali si stanno sempre più orientando verso un’offerta turistica, spesso a discapito delle necessità quotidiane dei residenti”.
Un tempo il centro storico era ricco di piccoli negozi dedicati alla vita quotidiana: ferramenta, panifici, drogherie e mercerie. Oggi, molte di queste attività hanno chiuso o hanno modificato la loro offerta, inserendo prodotti destinati ai turisti, come souvenir e oggetti di richiamo. “Se un negozio vende lavatrici, difficilmente potrà rivolgersi ai turisti. Ma molti altri esercizi hanno avuto la possibilità di ampliare la loro offerta, spesso sacrificando la componente dedicata ai residenti” aggiunge Barbieri.
Il fenomeno non si limita al commercio: con meno attività di prossimità e un'offerta abitativa spesso poco funzionale alle esigenze moderne, sempre più cittadini scelgono di trasferirsi altrove. “I residenti tendono a scemare e la qualità della vita cambia. Questo ha un impatto forte sulle attività commerciali, ma è anche vero il contrario: chi non trova più servizi vicini alla propria casa tende a spostarsi” afferma ancora Barbieri.
Vivere nel centro storico di Genova può risultare complicato per chi ha figli piccoli o per le persone anziane. La difficoltà di accesso alle automobili, la carenza di parcheggi, la mancanza di aree di carico e scarico, oltre alla distanza da scuole e ospedali, sono tutti fattori che contribuiscono a un graduale spopolamento. “Andrebbe fatta un’analisi approfondita della situazione, perché molte famiglie e persone anziane stanno scegliendo di andare altrove per questioni di praticità e qualità della vita” sottolinea.
È innegabile, la crescita del turismo può portare benefici economici, soprattutto se si sceglie di adottare un turismo lento e sostenibile, ma rischia di svuotare il cuore della città della sua identità più autentica.
Così, quel centro storico tanto ricercato da chi vuole scoprire il fascino segreto della Superba, rischia di mutare irrimediabilmente, allontanando figli e figlie che, con caparbietà, ancora lo vivono e lo animano. I vicoli hanno un valore unico, sono ricchi di suggestioni e custodi di una storia unica nel suo genere ma è necessario trovare un equilibrio tra turisti e residenti.
Trovare una soluzione significa ripensare le politiche abitative, migliorare i servizi e incentivare attività commerciali che possano rispondere sia ai turisti sia ai residenti.
Solo così Genova potrà mantenere il suo fascino senza perdere il suo carattere più autentico.