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Attualità | 21 marzo 2025, 18:45

NEET, in Liguria sono quarantamila i giovani che non studiano e non cercano lavoro

Uno studio di Rotary Club, Università di Genova e CNA analizza il fenomeno e propone nuove strategie per il reinserimento nel mondo del lavoro e della formazione

NEET, in Liguria sono quarantamila i giovani che non studiano e non cercano lavoro

Quarantamila giovani tra i 18 e i 34 anni in Liguria rientrano nella categoria dei NEET, ovvero coloro che non studiano, non lavorano e non sono impegnati in percorsi di formazione. Un dato allarmante, che emerge dall’indagine “I NEET e i giovani inattivi a Genova”, realizzata da Rotary Club Genova Nord, Università di Genova e CNA Genova con il patrocinio della Camera di Commercio. Lo studio, presentato presso la Sala del Bergamasco, ha l’obiettivo di approfondire il fenomeno e individuare soluzioni per contrastarlo.

Comprendere le difficoltà di questa fascia di popolazione non è semplice. Il professor Enrico Di Bella, vice direttore del Dipartimento di Scienze Politiche e Internazionali dell’Università di Genova, sottolinea che il problema non è solo economico, ma riguarda anche la realizzazione personale e la prospettiva di vita. “Si tratta spesso di giovani confusi, che faticano a trovare un ruolo nella società e tendono a rifugiarsi in nicchie protettive come la famiglia o le amicizie. Molti non riescono a trovare una strada per realizzarsi professionalmente e tra questi ci sono anche molte giovani madri costrette ad abbandonare il lavoro per dedicarsi interamente alla famiglia”, spiega Di Bella. Il dato preoccupante è che oltre un quarto degli intervistati non sia riuscito a immaginare un’emozione per descrivere la propria condizione tra cinque anni, segnale di un’incertezza profonda e di una difficoltà nel progettare il futuro.

L’indagine ha coinvolto cento giovani genovesi, con un’età media di 24,3 anni. Tra loro, trentadue sono inattivi (di cui diciassette NEET), quaranta disoccupati e ventotto debolmente occupati. Il 70% degli intervistati si è dichiarato disposto ad accettare un impiego con uno stipendio di 1.250 euro mensili per 40 ore settimanali, dimostrando che le loro aspettative non sono irrealistiche. Tuttavia, tra coloro che hanno lasciato un lavoro in passato, la motivazione più frequente è stata il sentirsi inadatti a proseguire.

L’indagine evidenzia anche significative differenze di genere. Cinque donne hanno segnalato difficoltà nel conciliare lavoro e cura dei figli, mentre nessun uomo ha riportato questo problema. Inoltre, tra le donne non occupate, più di una su tre convive con un partner, mentre tra gli uomini il dato scende a uno su otto.

Barbara Banchero, Segretario di CNA Genova e membro del Rotary Club Genova Nord, sottolinea la necessità di un approccio strutturato e inclusivo. “Il nostro obiettivo, come associazioni, è partire dai dati per costruire percorsi inclusivi e strutturati che favoriscano l’inserimento dei giovani nel lavoro, nella formazione e nell’istruzione. I giovani sono il nostro futuro: dobbiamo coinvolgerli, aumentarne il numero attraverso politiche attrattive e inclusive, abbandonando i luoghi comuni che li dipingono come assenti o disinteressati”, afferma.

L’indagine rappresenta un primo passo fondamentale per comprendere a fondo il fenomeno e sviluppare strategie efficaci per contrastarlo. Ora la sfida è creare percorsi personalizzati e mirati, in grado di offrire ai NEET nuove opportunità di crescita e un futuro più solido, sia nel mondo del lavoro che della formazione.

Redazione

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