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Attualità | 21 marzo 2025, 16:29

EQUUS: il ritorno di un capolavoro tra psiche e desiderio

Carlo Sciaccaluga raccoglie il testimone del padre per riportare in scena l'opera di Peter Shaffer al Teatro Eleonora Duse di Genova

EQUUS: il ritorno di un capolavoro tra psiche e desiderio

Cinquant'anni dopo il suo debutto italiano, Equus di Peter Shaffer torna in scena sul palco del Teatro Eleonora Duse di Genova. 

Un ritorno carico di significato, che segna un passaggio di testimone tra generazioni: Marco Sciaccaluga, allora giovane regista ventiduenne, diresse lo spettacolo nel 1975; oggi suo figlio, Carlo Sciaccaluga, riporta in vita questo potente dramma psicologico con un nuovo allestimento.

La trama di Equus ruota attorno alla storia di Alan Strang, un diciassettenne che ha compiuto un atto inspiegabile: ha accecato sei cavalli. Lo psichiatra Martin Dysart, incaricato di curarlo, si ritrova invece intrappolato in un viaggio nel profondo della psiche umana, tra desiderio, fede e repressione. "È un viaggio nell'inconscio che ci costringe a confrontarci con i nostri limiti" spiega il regista Sciaccaluga. "Nel testo, spesso un personaggio chiede all'altro: ‘Non credi di essere estremo?’. Ma l’estremo è il punto”.

Luca Lazzareschi, che interpreta lo psichiatra Dysart, sottolinea la complessità del personaggio: "È un uomo chiuso nel suo mondo, in una sorta di menopausa professionale. Il rapporto con Alan lo costringe a una crisi profonda, lo mette di fronte a ciò che ha sempre evitato”. 

Prima di lui, a interpretare Dysart fu Eros Pagni proprio nella rappresentazione che fu di Marco Sciaccaluga; mentre nell’adattamento cinematografico del ’77, il volto era quello di Richard Burton.

Fa tremare i polsi e le ginocchia - racconta Lazzareschi prima di approfondire il suo rapporto con il personaggio - Stiamo cercando di rendere questo percorso organico e rendere questa figura di psichiatra strutturato, frustrato, sofferente, che lentamente si apre a una visione diversa del mondo”.

Accanto a lui, Pietro Giannini, protagonista dello spettacolo ‘La traiettoria calante’, veste i panni del giovane Alan, in un ruolo che si carica di tensione e fisicità. "Lo scandalo di Equus non risiede nella nudità, come si potrebbe pensare superficialmente" spiega Giannini, "ma nella sua capacità di scuotere, di portare il pubblico in un luogo di coscienza e dubbio”.

L’allestimento scenico si muove in un’ottica di spazio vuoto, evocativo e mutevole. "La scenografia è un occhio, un cerchio che ne abbraccia un altro: un rimando alla mente, alla visione, all’interiorità dei personaggi" racconta Sciaccaluga. Un’ambientazione essenziale, che lascia spazio alla potenza delle immagini e della parola.

Il cast riunisce interpreti di grande rilievo, tra cui Pia Lanciotti e Paolo Cresta nei ruoli dei genitori di Alan, Camilla Semino Favro nel ruolo del magistrato, e Giulia Prevedello in quello di Jill Mason

Prevedello, parlando dello scandalo di Equus, aggiunge: “Il nudo nello spettacolo è un fatto importante. Lo scandalo banalmente fa parlare, questa è la cosa più importante. Il teatro deve occuparsi di coscienza politica e nel momento in cui spettatori e spettatrici escono dal teatro e non vanno a letto pensando a quello che hanno appena visto e si può creare un dibattito, allora forse qualcosa si è smosso”.

Ancora: “Mi rendo conto che ho tante domande anche io, che il bello di questo testo è un costante ricercare. Sono con un cast che ricerca la vita, il presente, e dà la possibilità di scoprire cose nuove”.

Ogni personaggio porta con sé un conflitto irrisolto, un'ombra personale che si riflette nella tensione del dramma.

Parlando poi del ruolo dei genitori, Lanciotti e Cresta ripercorrono il loro personale approccio.

“Sto riflettendo molto - si lascia andare Cresta - i personaggi si muovono nell’incomunicabilità. Abbiamo difficoltà a comprendere un ragazzo e questo è molto doloroso. Nel caso di Frank, non ha nessun tipo di strumento per comprendere, non ha strumenti culturali sufficienti per capirlo, non è d’accordo con molte cose che sono avvenute”.

Lanciotti aggiunge: “La cosa bellissima di Alan è che si muove in un mondo di immagini. Le immagini sono il linguaggio dell’anima. La fine del primo atto è lo sporgere dal perimetro dell’umano, va oltre i limiti dell’imano come lo consideriamo. È l’umano che va verso il divino, la scintilla che abitiamo, qui è la scena, la scena mi fa piangere, probabilmente perché da qualche parte sono stata io come lui, non so in che modo. È straordinario. Questo testo parla di coscienza collettiva, stiamo cercando tutti autenticità e reale conflitto”.

Il nuovo allestimento di Equus è prodotto dal Teatro Nazionale di Genova e mantiene intatta la forza originale del testo di Shaffer. "Questo spettacolo è un grido, un atto di ribellione" afferma Sciaccaluga. "È l'essere umano che si ricorda di essere un meraviglioso animale”.

Equus andrà in scena al Teatro Eleonora Duse di Genova da martedì 25 marzo a domenica 6 aprile 2025. La durata dello spettacolo è di circa due ore ed è consigliato a un pubblico dai 16 anni in su.


 

Isabella Rizzitano

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