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Attualità | 21 marzo 2025, 08:00

Alla scoperta dei Rolli - L’umanesimo cinquecentesco di palazzo Ambrogio Di Negro

Situato all’inizio di via San Luca, dove è posto l’ingresso principale, l’edifico domina piazza Banchi, svettando sulla chiesa di San Pietro e sulla Loggia della Mercanzia. Ad accogliere i visitatori un cortile colonnato e gli affreschi dei Semino

Posto al numero 2 di via San Luca, proprio nel crocevia che apre verso il porto e che affaccia su piazza Banchi, sulla sua spettacolare chiesa e sulla loggia della Mercanzia, si trova il palazzo Ambrogio Di Negro.

Una zona di grande prestigio storico, un tempo sede di mercati e crocevia di importanti assi urbani com’era proprio San Luca, parte del ‘carrubeous rectus’ che attraversava la città medievale, e come dimostrano ancora gli edifici che circondano il palazzo, significativo esempio dell’architettura rinascimentale genovese e preziosa testimonianza dell’umanesimo del suo proprietario.

A volere la realizzazione del palazzo, costruito tra il 1568 e il 1572, fu Ambrogio Di Negro, influente banchiere a servizio della Corona spagnola e doge della Repubblica tra il 1585 e il 1587.

Di Negro era uno dei membri dell’Accademia degli Addormentati, un circolo culturale dell’epoca, nonché proprietario di villa Di Negro a Fassolo, divenuta nota poi come Villa Rosazza allo Scoglietto.

Negli anni che videro il cantiere per la realizzazione del maestoso edificio, la zona venne fortemente  modificata da significativi interventi urbanistici e architettonici come, appunto, la già citata Loggia della Mercanzia del Vannone, a cui si aggiunse la chiesa di San Pietro in Banchi di Bernardino Cantone, voluta dalla Repubblica.

Sin da subito inserito nell’elenco dei Rolli, palazzo Di Negro fu disegnato da Rubens nel suo famoso viaggio genovese a cui fece seguito la pubblicazione di ‘Palazzi di Genova’, la cui prima edizione, dove si trova anche il palazzo, risale al 1622.

La famiglia Di Negro mantenne la proprietà dell'edificio per oltre due secoli, utilizzandolo come sede per importanti attività commerciali.

Il palazzo si affaccia su due lati: uno su piazza Banchi, riqualificata tra il 1590 e il 1596, e l'altro su via San Luca, dove si trova l'ingresso principale. Le facciate presentano decorazioni a quadratura affrescata, mentre l'interno è caratterizzato da un atrio voltato che conduce a un cortile colonnato. Uno scalone voltato, che si sviluppa su tre lati del cortile, conduce fino al secondo piano, dove si trovano portali in marmo bianco e in pietra nera, arricchiti da iscrizioni latine che riflettono l'umanesimo del committente.

Il primo piano nobile ospita un ciclo decorativo manierista attribuito ad Andrea Semino e alla sua bottega, risalente alla fine del XVI secolo. 

Le volte di tre sale sono affrescate con temi mitologici: la principale è dedicata al ‘Ratto di Elena’ circondata da scene della vita di Paride. Le due sale minori, invece, raffigurano il mito di Danae e le imprese di Perseo, con rappresentazioni di Minerva e delle Muse sull'Elicona. 

Secondo alcuni studiosi, in queste opere potrebbero aver lavorato anche i figli di Andrea, Cesare e Alessandro, assieme allo zio Ottavio.

Oggi, il palazzo ospita la Fondazione Edoardo Garrone, che organizza eventi culturali e promuove l'apertura al pubblico di questo importante esempio del patrimonio architettonico genovese.

Isabella Rizzitano

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