/ Attualità

Attualità | 20 marzo 2025, 08:00

Un'onda di entusiasmo per il genovese: settecento cittadini pronti a farsi volontari per la loro lingua

La chiamata del Comune per attirare persone in grado di parlare, leggere e scrivere ha avuto un successo insperato. L’assessore alle Tradizioni Cittadine Paola Bordilli: “L’obiettivo è conservare e diffondere la tradizione”

Un'onda di entusiasmo per il genovese: settecento cittadini pronti a farsi volontari per la loro lingua

Un sorprendente segnale di attaccamento alla tradizione linguistica genovese è emerso con l'adesione di quasi settecento cittadini alla chiamata del Comune di Genova per diventare volontari nella valorizzazione della lingua. Questa mobilitazione popolare rappresenta un elemento centrale nel più ampio progetto di salvaguardia e diffusione del genovese, nato dalla firma di un protocollo tra il Comune di Genova e la Consulta Ligure, organismo che raccoglie diverse associazioni impegnate nella promozione e tutela della lingua genovese. La firma del protocollo è avvenuta durante l'ultimo Confeugo; subito dopo, l’amministrazione comunale ha lanciato il 17 gennaio un appello rivolto a tutti i cittadini desiderosi di contribuire attivamente alle iniziative di valorizzazione della lingua genovese. La richiesta specificava diversi livelli di competenza linguistica: saper parlare genovese, saperlo parlare e leggere, oppure saperlo parlare, leggere e scrivere.

L'assessore alle Tradizioni del Comune, Paola Bordilli, ha espresso la sua sorpresa e soddisfazione per questa straordinaria risposta: "A questa chiamata abbiamo ricevuto, inaspettatamente, quasi settecento adesioni. Siamo rimasti molto colpiti da questa risposta così ampia da parte dei nostri cittadini". Questo inatteso entusiasmo testimonia, secondo l'assessore, un crescente interesse verso la lingua genovese riscontrato nel corso dei suoi otto anni di mandato. “Questo progetto è dedicato a tutti i genovesi che desiderano approfondire la conoscenza della loro lingua, ed è particolarmente significativo che i settecento volontari fungano da ponte tra l'amministrazione e i cittadini, mettendo a disposizione il loro sapere per avvicinare le persone alla lingua genovese” sottolinea ancora Bordilli.

Riconoscendo che la sola amministrazione pubblica non potrebbe sostenere un'offerta culturale così ampia, Bordilli evidenzia il ruolo fondamentale della collaborazione con la Consulta Ligure e ora con i numerosi volontari: “Le risorse interne non sarebbero mai sufficienti a coprire l'intero pacchetto dell'offerta culturale che abbiamo in mente. Per questo motivo, da un lato abbiamo avviato un protocollo con diverse realtà che già operano in questo settore come loro missione principale; l’aggiunta di altre settecento persone, inoltre, dimostra quanto i genovesi amino la loro lingua e siano disposti a mettere a disposizione il loro tempo per salvaguardarla, preservarla e diffonderla. Il lavoro che presenteremo attraverso le varie iniziative non si limiterà alla semplice conservazione della lingua, ma includerà anche un aspetto formativo, rivolto in particolare ai giovani. L'obiettivo è creare un percorso che li accompagni fin da piccoli alla scoperta della lingua genovese, perché, come per tutte le lingue, è più facile apprenderle se si inizia presto. Più saremo in grado di trasmetterla alle nuove generazioni, più in futuro avremo cittadini consapevoli del valore storico e culturale della nostra lingua”.

Le iniziative previste dal protocollo includono corsi di lingua genovese gratuiti per i cittadini, la collaborazione con le scuole, eventi culturali, spettacoli, rassegne tematiche, l'implementazione di siti web e canali social e la registrazione di testimonianze sonore di parlanti anziani.

Il presidente della Consulta Ligure, Giorgio Oddone, ha confermato l’entusiasmo suscitato dall’iniziativa, sottolineando come il numero di adesioni abbia superato ogni aspettativa: “Il numero è stato perfino eccessivo, tanto che abbiamo dovuto interrompere le comunicazioni. Avevo fatto anche un video che ha avuto quasi novemila visualizzazioni, poi l'abbiamo rimosso, perché arrivavano continuamente nuove richieste”. Oddone, forte della sua esperienza nel campo della cultura genovese, non si è detto sorpreso dal grande interesse: “Io me l'aspettavo. Il polso della situazione me lo danno le manifestazioni musicali, teatrali e culturali in lingua genovese, che raccolgono sempre più pubblico, anche giovane. Gli spettacoli teatrali in genovese fanno spesso il pienone: al Teatro Verdi, la compagnia Baistrocchi ha registrato tre serate di sold out con seicento spettatori ciascuna”.

Oddone ha poi evidenziato un aspetto interessante: “Molti parlano il genovese, ma non trovano occasioni per farlo. La nostra sfida è creare opportunità per far sì che le persone possano esercitarsi nella lingua, magari anche all’aperto, per abituare la gente a sentire parlare genovese per strada”.

Il progetto ha inoltre rivelato una varietà inaspettata tra i volontari: “Non ci sono solo persone anziane, anzi, tra i primi iscritti c'erano diversi giovani, e tutti parlavano genovese molto bene. Uno di loro, per esempio, è un insegnante di lingue che conosce arabo e cinese e ha studiato genovese con il professor Bampi. Ha sottolineato l’importanza di insegnarlo ai bambini fin dalla prima infanzia”.

Infine, Oddone ha spiegato la grande varietà di età e attitudini dei partecipanti: “Molte persone hanno tra i cinquanta e i settant'anni, mentre la partecipazione degli anziani è stata minore, probabilmente a causa di una minore familiarità con gli strumenti di comunicazione digitale, come la posta elettronica. Un dato particolarmente incoraggiante è stata la significativa adesione di giovani preparati, in grado di esprimersi in genovese con notevole competenza. Abbiamo anche osservato un sostanziale equilibrio tra la partecipazione maschile e femminile. Un elemento comune emerso tra gli aderenti è stato il forte desiderio di trovare occasioni concrete per parlare in genovese - spiega ancora -. Molti hanno espresso la frustrazione di non poter praticare la lingua in famiglia o con il proprio partner. Questo bisogno di socializzazione linguistica sembra essere una motivazione primaria per la partecipazione”.

Tra le storie più significative, spicca quella di un giovane insegnante di diverse lingue straniere, inclusi arabo e cinese, che ha manifestato un vivo interesse per l'insegnamento del genovese fin dalla tenera età. Questo dimostra come la passione per le lingue possa abbracciare anche i dialetti locali. Interessante anche l'aneddoto di un signore proveniente da Torriglia che ha condiviso termini dialettali specifici della sua zona per attrezzi agricoli, evidenziando la ricchezza e la varietà del lessico genovese sul territorio.

Non sono mancati episodi curiosi, come quello di alcuni uomini che hanno mostrato una certa tendenza a voler dimostrare la propria conoscenza di termini genovesi meno comuni. Tuttavia, il quadro generale è quello di un entusiasmo diffuso e autentico per la riscoperta e la pratica della lingua genovese. Questa varietà di partecipanti dimostra che il genovese è una lingua ancora viva e sentita. Conclude Oddone: “Non è un progetto fine a sé stesso, vogliamo raccogliere le migliori voci e rendere pubblica la loro esperienza, affinché il genovese possa continuare a vivere e a essere parlato con orgoglio e naturalezza”.

Chiara Orsetti

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A MARZO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium