Chiarezza e azioni concrete: queste le richieste dei genitori degli studenti dell’Istituto Comprensivo Borzoli, la cui sede di via Fratelli di Coronata è stata chiusa per lavori di ristrutturazione. Gli studenti, circa trecentocinquanta, sono stati trasferiti in corso Perrone, nei locali della Ex Leonardo, in attesa che la scuola venisse resa nuovamente agibile: con il tempo, però, i costi inizialmente preventivati sono aumentati in modo sensibile, passando da tre a quasi quattordici milioni di euro. Inoltre, le famiglie interessate dal cambio si trovano a dover fare i conti con disagi legati alla distanza dalle abitazioni, e con problemi legati alla nuova struttura.
“La promessa di poter tornare tra 2 anni, ossia all'inizio dell'anno scolastico 2026-2027 nella nostra scuola, sembra impossibile da mantenere. Ci siamo resi conto che i lavori stentavano ad andare avanti: non vedevamo lavorazioni, non sentivamo rumori. Per questo abbiamo fatto diverse richieste via mail e con anche sollecitazioni tramite consiglieri comunali” - spiega uno dei genitori, Stefano Cesarini, in presidio questo pomeriggio a Palazzo Tursi mentre è in corso la seduta del consiglio Comunale -. Il sindaco facente funzioni Picciocchi ci ha ricevuto oggi presso la scuola Leonardo e ci ha confermato i rallentamenti perché sono emerse delle difficoltà strutturali che non erano state previste inizialmente. Di conseguenza il preventivo è salito, ed èquasi raddoppiato: da tre milioni e mezzo che sono stati previsti sono diventati sette solo per la parte materna e primaria. Se si aggiunge anche la parte delle medie, perché come detto tutta la struttura parte dall'asilo nido, arriva fino alle medie, si arrivano a 14 milioni. Lo stanziamento iniziale di fondi del PNRR era però di sette, e ora dobbiamo aspettare la conferma da parte del Ministero”.
A complicare le cose è la zona in cui sorge l’edificio: “Siamo in una zona ad alto rischio di incidente, poiché c'è l'IPLOM. Ci è stato detto che qui non si può costruire nulla di nuovo, ma si possono effettuare delle ristrutturazioni. Se, come ci ha detto lui, è molto fiducioso che venga accettata la ristrutturazione si andrà avanti, ma dal momento dell'ok saranno altri 2 anni. Noi vogliamo la nostra scuola nella parte alta di Borzoli perché c'è da 50 anni e come detto riguarda anche non solo chi ha come me figli, nipoti quant'altro, ma riguarda anche tutto l'indotto. Ci sono già alcune piccole attività che hanno chiuso con la mancanza della scuola e una caffetteria, una cartoleria che apre non apre perché purtroppo non ci sono i bambini e come detto anche il valore delle case è diminuito sicuramente non essendoci la scuola. Ci sono alcuni bambini che hanno comunque deciso giustamente di cambiare anche scuola perché magari non era più comoda, non era più quello che si voleva. Quindi noi vogliamo tornare ad avere la nostra scuola come abbiamo sempre avuto”.
“Stamattina è venuto Piciocchi a scuola e ha detto che non c'è un problema di fondi, ma oggi siamo qua in consiglio comunale per farcelo confermare a livello ufficiale - spiegano Mauro Zelaschi e Mara Santonella, del Comitato Spontaneo Cittadini Borzoli Fegino -. La scuola è il presidio di quartiere: già a Borzoli hanno chiuso una miriade di piccole aziende col fatto che la scuola è già stata spostata temporaneamente. Il nostro vecchio edificio si trovava in mezzo agli alberi, in una zona sicura, oggi siamo invece praticamente davanti alla stazione di compostaggio della dell’Amiu e subito dopo c’è una sede di Bartolini. Non proprio l’ideale per dei bambini”.
“Abbiamo delle navette che trasportano i bambini a scuola, però poi si ritrovano in una struttura che non è esattamente adibita per ospitarli. Il riscaldamento è stato installato quando ormai il freddo era arrivato, le tubature non sono state controllate e non è possibile per i nostri figli bere l’acqua del rubinetto. Inoltre, nella nuova scuola manca una mensa e questo comporta il fatto che i nostri bambini mangiano in classe con stoviglie di plastica sempre, tutti i giorni, senza poter uscire dalle classi”.
“Mia figlia ha avuto una rottura una frattura scomposta del braccio ed è stata praticamente 45 giorni ingessata oltre che ricoverata, perché giocando si è fatta male con delle radici che erano presenti in giardino. Vogliamo avere risposte certe, vogliamo vedere documenti, qualcosa di scritto, basta parole - continuano a spiegare i manifestanti -. Volevamo anche sottolineare il fatto che il nostro plesso scolastico permette ai bambini di crescere insieme dall'asilo nido fino all media. Non tutte le scuole a Genova hanno questa risorsa”.