A Fegino, via Renato Quartini, un tempo cuore pulsante della vita commerciale del quartiere, ha visto negli anni un lento e inesorabile declino. "Le attività commerciali hanno iniziato a chiudere con l'apertura di via Evandro Ferri, negli anni '80", racconta Matteo Raco, presidente del Comitato via Renato Quartini. "L'unico che ha resistito era il parrucchiere, mentre tutte le altre attività hanno chiuso prima. C'erano una macelleria, l'ufficio postale, un bar, un fruttivendolo e un'osteria. Prima, la via principale era proprio via Quartini; di là non esisteva nulla. Ora, invece, non c'è più niente”.
La chiusura delle attività ha avuto un impatto significativo sulla vita degli abitanti: oggi, per trovare i primi negozi, bisogna raggiungere Rivarolo, una camminata di circa venti minuti. "L'unica linea di autobus a disposizione è la 63, che arriva fino a Sampierdarena. Se vogliamo spostarci con il 53, dobbiamo cambiare mezzo e sperare nella coincidenza: assurdo per un tragitto di soli 1,2 km".
Uno dei principali disagi per la comunità riguarda il trasporto pubblico. "Dopo la caduta del ponte Morandi, era stato istituito un autobus che portava fino alla metropolitana ed era perfetto per noi - spiega ancora Raco -. Abbiamo chiesto che fosse mantenuto, ma AMT ha risposto che non avrebbe senso creare una linea fissa, dato il numero esiguo di utenti. Così ci ritroviamo con il 63 e con la necessità di cambiare più mezzi. Per il centro, o si prende il 7 da Rivarolo per arrivare alla metropolitana, oppure il 63 fino alla stazione di Sampierdarena".
La situazione economica non rende appetibile una riapertura delle attività commerciali nella zona: "Siamo sempre un punto di passaggio, ma secondario, perché comunque le macchine passano da via Ferri o da via 30 Giugno. Per fortuna, i supermercati non mancano, ma sono distanti da noi, quindi bisogna comunque spostarsi con un mezzo”.
Il traffico è un altro grande problema: "Se uno vuole andare verso Bolzaneto, passando per via Polonio, la strada è sempre bloccata. Verso Sestri, invece, servirebbe una coincidenza di bus, ma i mezzi sono sempre molto pieni." Un piccolo aiuto arriva dal servizio Taxi Bus, che collega la zona a piazza Pallavicini. "Però non porta altrove e non è una soluzione definitiva ai nostri problemi di mobilità".
Nonostante le difficoltà logistiche, la sicurezza non è un problema per i residenti di Fegino: "Siamo sempre stati una comunità molto unita. Da bambini, giocavamo a pallone per strada e stavamo solo attenti ai camion che passavano. Erano la nostra paura più grande e la preoccupazione principale dei nostri genitori”.
Un altro disagio è rappresentato dalla mancanza di parcheggi. "Con il cantiere del Terzo Valico proprio davanti alle nostre case, viviamo nella polvere. In via Ferri hanno costruito un muraglione e ora non si può più parcheggiare lì. Nella via si parcheggia, ma non sarebbero parcheggi veri e propri, difatti i vigili, volendo, potrebbero fare multe. Basterebbero cinquanta posti auto per risolvere il problema. Spesso, durante il giorno, troviamo occupati i pochi spazi disponibili dalle auto dei dipendenti di Bartolini e Sirce".
Oltre ai problemi legati alla mobilità e ai servizi, emerge anche una questione generazionale. "Vorrei che mio figlio potesse vivere quello che non ho vissuto io: uno spazio per giocare, un parco giochi magari. Anche se, con la vita che oggi facciamo, non tutti possono permettersi di avere un figlio, soprattutto da molto giovani, creare uno spazio per i bambini sarebbe essenziale, e potrebbe essere anche sfruttato dalle persone anziane”.
Via Renato Quartini rappresenta un esempio di come le scelte urbanistiche e infrastrutturali possano trasformare radicalmente la vita di un quartiere: la speranza dei residenti è che le istituzioni ascoltino le loro richieste per migliorare trasporti, viabilità e servizi, evitando che la zona cada definitivamente nell'oblio.