Attualità - 14 marzo 2025, 08:00

Un viaggio tra geopolitica e cultura per entrare ‘Nella testa del Dragone’, la Cina spiegata da Giada Messetti


Al Tiqu sabato 15 marzo il debutto del spettacolo della giornalista e scrittrice che si snoda tra stereotipi da abbattere e fascinazioni sociali per comprendere il gigante asiatico e il suo impatto sul futuro del mondo

Nel mondo di oggi, sempre più interconnesso, ignorare la Cina significa ignorare una delle forze più influenti del pianeta. Eppure, il paese asiatico continua a essere visto attraverso stereotipi e semplificazioni che rischiano di incidere in maniera profonda sul futuro dell’Occidente e non solo.

A fornire strumenti per conoscere la Cina ed esplorare la complessità del Paese ci pensa la sinologa e autrice televisiva Giada Messetti con il suo Nella testa del Dragone, uno spettacolo-conferenza che esplora lo stato asiatico nella sua complessità, aiutando il pubblico a comprenderne le dinamiche politiche, culturali e sociali.

Lo spettacolo di Messetti non è solo l’adattamento del suo libro omonimo, ma una sintesi di tutto il suo percorso: i suoi viaggi, le sue esperienze, la sua carriera di divulgatrice e autrice televisiva. "Il mio rapporto con la Cina dura da venticinque anni - racconta - Mi sono appassionata allo studio della lingua cinese per caso, al termine delle scuole superiori; poi ho vissuto lì, ho lavorato come giornalista e fixer per i corrispondenti italiani, e ho sempre desiderato raccontare questo paese al pubblico italiano". Un’esperienza diretta che ha visto Messetti in ‘prima linea’ per sette anni, permettendole di sviluppare una prospettiva unica, in grado di sfidare le narrazioni occidentali sulla Cina.

Uno degli aspetti più difficili nel raccontare la Cina è certamente il superamento degli stereotipi. "Noi tendiamo a leggere la Cina con le nostre lenti culturali, e questo spesso ci porta fuori strada. La Cina non è solo una potenza geopolitica, ma un paese con una storia e una mentalità profondamente diverse dalle nostre", afferma. Una difficoltà nata dal fatto, secondo Messetti, che la Cina è un sistema estremamente complesso e per comprenderlo è necessario studio, curiosità e la volontà di abbandonare una visione binaria della realtà.

Un tema centrale dello spettacolo è il ruolo del presidente Xi Jinping, che Messetti definisce "l’uomo più potente del mondo”: "Noi continuiamo a ignorare il peso che la Cina ha sulle nostre vite, ma Xi Jinping e il suo governo stanno plasmando il futuro del mondo", sottolinea. 

Cina fa spesso rima con tecnologia e nel tempo il Paese ha avviato una strategia per raggiungere i vertici dei settori tecnologici più avanzati, dalla transizione energetica all’intelligenza artificiale, rendendosi un attore sempre più influente sul piano globale.

Chi avrà la leadership delle tecnologie - continua l’autrice - probabilmente avrà la leadership anche di questo nuovo disordine mondiale. La Cina, ormai da vent’anni, ha deciso che vuole diventare una grande potenza tecnologica e ce la sta facendo. Basti pensare che, nonostante rimanga il più grande inquinatole del mondo, è leader mondiale di tutte le tecnologie necessarie per la transazione energetica, persino superiori a Europa e Stati Uniti. Contemporaneamente sta investendo su microchip, intelligenza artificiale, robotica, tecnologia quantistica, biomedicina. Questo vuol dire che la tecnologia è vista dalla leadership cinese come uno dei motori possibili della crescita del paese in un momento in cui l’economia è in grande rallentamento”.

Alla vigilia della Data Zero dello spettacolo, che si terrà al Teatro Tiqu di Genova, Messetti esprime una speranza: "Spero che lo spettacolo faccia venire voglia di approfondire. Non voglio dare risposte definitive, ma stimolare curiosità: leggere libri, vedere film, ascoltare la voce dei cinesi, che spesso non arriva da noi". 

Infatti, il suo nuovo libro, La Cina è un’aragosta, raccoglie testimonianze dirette della società cinese, sfatando il mito di un popolo obbediente e privo di opinioni.

Una delle cose che qui non arriva mai è la voce dei cinesi. Per i luoghi comuni che abbiamo sulla Cina, pensiamo siano un popolo mite, obbediente. Invece no, i cinesi sono un popolo che ha opinioni molto diverse, con una vivacità di discussione molto sviluppata. Certo, a livello social, così come per la stampa e in ambito accademico, c’è un controllo molto forte così come una censura severa ma i cinesi non sono assolutamente come ce li immaginiamo”.

Ma come si può fare per avvicinarsi alla Cina e comprenderne maggiormente il carattere e la molteplicità di aspetti?

Per Messetti non ci sono dubbi ne esitazioni: “È necessario essere curiosi. Sospendere il giudizio, approfondire e poi farsi un’opinione informata. Consiglio sempre questo libro, Una vita cinese, una graphic novel che racconta la storia della Cina attraverso gli occhi di un cittadino comune nato negli anni Cinquanta. È il racconto della sua vita ma, allo stesso tempo, il racconto di sessant’anni di storia della Cina dal punto di vista ‘interno’”.

"Noi partiamo sempre molto giudicanti, ma la Cina è complessa. Comprenderla non significa accettarla acriticamente, ma dotarsi degli strumenti giusti per affrontare il mondo che verrà”.

Con il suo spettacolo, Messetti invita il pubblico a un viaggio affascinante dentro la realtà cinese, rompendo pregiudizi e offrendo nuove chiavi di lettura. Uno spunto che arriva da anni di studio e di esperienze dirette con il paese orientale. Proprio la preparazione è un leit motif che torna nella storia della scrittrice: “Ho avuto la fortuna di poter fare tantissime cose come un programma Tv ‘CinAmerica’, podcast, libri, e tanto altro. È come se, a un certo punto, tutto si fosse mescolato in maniera graduale. Così sono arrivata all’idea dello spettacolo teatrale e quanto ho fatto, anche ciò che non sembrava legato, alla fine ha trovato un suo posto”.

L’appuntamento è dunque per sabato 15 marzo al teatro Tiqu alle 21, prevendite al link