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Cronaca | 13 marzo 2025, 13:15

Donna uccisa dal crollo di una palma, l'esperto: "Evento raro, ma monitoraggio cruciale"

Il presidente degli agronomi e forestali della Liguria Giovanni Sanguineti: “L'inclinazione non è un sintomo grave e imputabile. Nel caso però di variazioni repentine, il monitoraggio dovrebbe essere effettuato immediatamente e, se opportuno, mettere la palma in sicurezza o valutarne l'abbattimento"

Donna uccisa dal crollo di una palma, l'esperto: "Evento raro, ma monitoraggio cruciale"

"Sono eventi estremamente rari, perché le palme sono una specie molto resistente": così afferma il presidente ordine agronomi e forestali della Regione Liguria, Giovanni Sanguineti, in riferimento alla tragedia avvenuta ieri pomeriggio in Piazza Paolo Da Novi, nella quale ha perso la vita della cinquantasettenne Francesca Testino a causa del crollo di una palma. 

"Ogni specie vegetale arborea manifesta un proprio profilo di stabilità, nel senso che può variare da luogo a luogo nel quale la specie vegetale si trova. Il concetto di stabilità è quell'insieme di difetti che una specie tende a manifestare in un dato ambiente e che possono determinare quindi le condizioni di questo decadimento", afferma il presidente. In questione di questo profilo che "si può attribuire ad ogni specie, è chiaro che se no prendessimo ad esempio un pino, l'idea di massima è che la maggior propensione al cedimento, è il cedimento direttamente del ribaltamento della zolla. Quindi, è sempre più frequente per un pino osservare il cedimento di una porzione di solla piuttosto che una rottura di quella che può essere la base della pianta", chiarisce Sanguineti. 

Proprio da questa considerazione, il presidente sottolinea come, nel caso delle palme, "il cedimento è esattamente dovuto al ribaltamento della zolla, e non è quindi la palma ad essersi spezzata. Nelle palme, questo profilo di stabilità, ovvero il cedimento del ribaltamento per la zolla, è un fatto poco probabile, oserei dire infrequente. Possiamo affermare che in questi profili, consideriamo più frequenti quelli che sono, ad esempio, lesioni per malattia oppure il cedimento per le carie sullo stipide". 

Per quanto concerne, invece, il sistema e le tempistiche di monitoraggio, il presidente chiarisce che bisognerebbe capire subito "quale monitoraggio è stato fatto ed è in fatto". "Sicuramente, esistono dei protocolli di monitoraggio, nel senso che non esistono dei protocolli univoci per quanto riguarda la stabilità delle piante e, in particolare per le palme, non abbiamo delle vere e proprio metodologie predefinite - continua -. Sta, di conseguenza, al conoscitore dell'ambiente e quindi anche del patrimonio in gestione all'istituzione, istituire una calendarizzazione adeguata del monitoraggio, che è anche in funzione alla storia della pianta. Di conseguenza, è complicato poter affermare se il monitoraggio è stato cadenzato in maniera errata". 

"Questi episodi, come ho detto, sono abbastanza rari ed è difficile che possa capitare una cosa del genere, ovviamente se monitorata adeguatamente", afferma il presidente. La palma, però, era inclinata già da diversi anni e le segnalazioni dei cittadini sono state molteplici: a tal proposito, Sanguineti chiarisce fin da subito che "l'inclinazione non è un sintomo grave, nel senso che le palme crescono a seconda della specie e possono assumere diverse inclinazioni, ma non comunque un sintomo imputabile. Nel caso però di variazioni repentine, il monitoraggio dovrebbe essere effettuato immediatamente e, nel caso, passare subito all'intervento di messa in sicurezza o valutare l'abbattimento. Riassumo, in sostanza, affermando che l'inclinazione è un qualcosa di naturale ma che, comunque, va certamente monitorato". 

In questi giorni ha piovuto molto in città e la domanda è se proprio la pioggia può essere un fattore che influenza il cedimento e il conseguente sradicamento della pianta: in questione, il presidente afferma che "l'afflusso di così elevate quantità di pioggia influisce direttamente sulla plasticità del terreno, quindi in realtà bisognerebbe da prima valutare l'impianto di drenaggio in ciascuna area. Chiaramente, parliamo di alberature che sono vecchie quindi sicuramente anche quello che può essere un ristagno idrico, potrebbe comportare un'elevata plasticità del terreno e, di conseguenza, può favorire una situazione del genere ma lo ripeto: parliamo di eventi non frequenti". 

Federico Antonopulo

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