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Attualità | 02 marzo 2025, 09:30

Gen Z - Il mondo dei giovani - Il divario generazionale: cosa pensano gli adulti della Gen Z e viceversa

I punti di vista di persone di età diverse su temi come il matrimonio, l'uso della tecnologia, il rapporto con il lavoro e le aspettative sociali servono a far emergere critiche e consigli reciproci, ma anche la volontà di comprendersi e superare gli stereotipi

Foto di Kampus Production

Foto di Kampus Production

Ogni domenica 'La Voce di Genova', grazie alla rubrica ‘Gen Z - Il mondo dei giovani’, offre uno sguardo sul mondo dei ragazzi e delle ragazze di oggi. L'autrice è Martina Colladon, laureata in Scienze della Comunicazione, che cercherà, settimana dopo settimana, di raccontare le mode, le difficoltà, le speranze e i progetti di chi è nato a cavallo del nuovo millennio.

Ogni generazione ha qualcosa da insegnare e qualcosa da rimproverare a quella successiva. Ma cosa pensano davvero le generazioni più anziane della Gen Z? E viceversa? 

Per scoprirlo, abbiamo raccolto le testimonianze di persone di età diverse, mettendo a confronto il punto di vista di Gianni, Luciana, Silvana e Chiara con quello di Valerio, Hiruni e me stessa. Il risultato è un dialogo pieno di spunti interessanti, critiche e consigli reciproci.

Uno dei messaggi più forti è quello di non sposarsi. Non perché il matrimonio sia visto in modo negativo, ma perché prendere decisioni solo per conformarsi alle aspettative della società può portare a scelte sbagliate. Oggi i giovani hanno più libertà di scegliere, ma dovrebbero usarla per costruire la loro vita senza sentirsi costretti dentro schemi prestabiliti.

Un altro aspetto su cui si concentrano gli adulti è il modo in cui la Gen Z affronta la vita: spesso sembrano nervosi, impulsivi e poco moderati, pur avendo molte più possibilità rispetto alle generazioni precedenti. Secondo loro, dovrebbero imparare a prendere le cose con maggiore serenità, perché vivere con più leggerezza aiuta ad affrontare meglio le difficoltà. 

Poi c'è la questione della mancanza di iniziativa. "Non stare tutto il giorno a giocare sul divano", dicono, invitando i giovani a essere più attivi, a sviluppare interessi e a rendersi utili. Le nuove generazioni hanno tantissime opportunità, eppure spesso danno l'impressione di sprecarle. Questo contribuisce a rafforzare l'idea, forse ingiusta, che siano degli "sfaticatini".

La tecnologia è un altro grande tema. Gli adulti notano come i giovani passino troppo tempo sui social, a scapito delle esperienze reali e dei rapporti interpersonali diretti. Inoltre, criticano il bisogno costante di attenzione e approvazione online: a volte i ragazzi sono disposti a fare qualsiasi cosa pur di ottenere like, anche comportamenti rischiosi o eccessivi. Nonostante le critiche, c’è anche chi incoraggia la Gen Z a credere nel proprio futuro e a impegnarsi per inseguire le proprie passioni, senza lasciarsi scoraggiare dalle difficoltà.

Anche i giovani hanno qualcosa da rimproverare agli adulti, a partire dall’uso della tecnologia. Troppo spesso le generazioni più anziane credono a tutto ciò che leggono online senza verificare le fonti. La nostra richiesta non è di smettere di usare i social, ma di farlo in modo più consapevole, evitando di diffondere fake news.

C’è poi una questione di coerenza: gli adulti criticano la maleducazione dei giovani, ma spesso non danno il buon esempio. A bordo dei mezzi pubblici, nei supermercati e in altre situazioni quotidiane, capita di vedere atteggiamenti poco rispettosi proprio da parte di chi si lamenta delle nuove generazioni.

Un altro punto riguarda la pressione sociale. Molti adulti danno per scontato che il percorso giusto sia quello di sposarsi, avere figli e scegliere un lavoro sicuro, ma non tutti vogliono o possono seguire questa strada. I giovani chiedono di non sentirsi obbligati a fare qualcosa solo perché "si è sempre fatto così". La Gen Z invita anche gli adulti a guardare oltre gli stereotipi. È vero che oggi i giovani hanno più opportunità, ma questo non significa che la loro vita sia facile. L’incertezza sul futuro, la competizione lavorativa e il peso dei social rendono la quotidianità più complessa di quanto sembri. Essere nati in un'epoca più tecnologica non significa necessariamente avere meno difficoltà.

Infine, c’è anche un messaggio ironico ma con un fondo di verità: "Andate in pensione!". La difficoltà di entrare nel mondo del lavoro è un problema concreto per i giovani, e se le posizioni restano occupate per troppo tempo, diventa sempre più difficile trovare opportunità.

Le differenze tra le generazioni sono inevitabili, ma il confronto tra giovani e adulti mostra che, in fondo, entrambi vogliono la stessa cosa: un mondo in cui sia possibile crescere, trovare il proprio posto ed essere rispettati. La chiave sta nel comprendersi a vicenda, accettando che ogni epoca ha le sue sfide e che, alla base, le esigenze umane restano sempre le stesse.

Martina Colladon

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