Una lettera alle istituzioni locali per sollecitare un intervento sui disagi causati dai lavori di ribaltamento a mare di Fincantieri, a Sestri Ponente, è stata diffusa dai rappresentanti di ADOC Genova e Liguria, del Comitato Via Sestri e Dintorni, e di Assoutenti Genova e Liguria. Nel testo, indirizzato alle massime autorità cittadine e regionali, Lucio Colella, Nicolas Oppedisano e Rosanna Stifano hanno espresso il malcontento dei cittadini rispetto alla gestione del cantiere.
Gli autori dell'appello denunciano come, nonostante una richiesta formale, "in data 4 febbraio 2025" inviata ai Commissari dell'Autorità Portuale del Mar Ligure Occidentale per ottenere un incontro con una delegazione di residenti "a tutt'oggi, dopo 20 giorni dalla nostra richiesta, non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione riguardo una data per l'incontro". Questo silenzio, sostengono, rappresenta "un fatto che riteniamo lesivo del diritto fondamentale dei consumatori ad essere ascoltati", diritto sancito dallo storico discorso di JFK al Congresso nel 1965 e riconosciuto dalle Nazioni Unite.
Oltre alla mancanza di dialogo, la lettera evidenzia l'assenza di misure preventive per mitigare i disagi del cantiere. Gli autori sottolineano che "l'Autorità Portuale non ha prescritto, né l'azienda esecutrice ha mai effettuato, attività finalizzate a documentare lo stato dei luoghi e dei rumori di fondo prima dell'inizio dei lavori", azioni invece adottate con diligenza da RFI per i lavori a Rivarolo, evitando così contenziosi con i cittadini. Questa negligenza, secondo i firmatari, potrebbe portare a gravi conseguenze legali e pratiche.
Un altro punto critico riguarda la gestione dei fondi destinati ai lavori. Il preventivo approvato per il progetto include "una posta per imprevisti pari a 30 milioni di euro", ma l'Autorità Portuale non ha chiarito se "tra queste spese siano inclusi anche eventuali risarcimenti o indennizzi". In contrasto, per i lavori a Rivarolo, "RFI ha prontamente erogato compensazioni a favore dei cittadini", dimostrando una maggiore attenzione nei confronti dei residenti.
Infine, l'appello mette in luce che "i lavori dell'Autorità Portuale non rientrano nella procedura PRIS", uno strumento che, se applicato, potrebbe garantire una maggiore tutela dei diritti dei cittadini danneggiati dai disagi del cantiere.
Alla luce di queste problematiche, i firmatari chiedono alle autorità di intervenire con urgenza: "Di sollecitare l'Autorità Portuale a incontrare i cittadini e di darne pubblica notizia", e di "valutare l'opportunità di una modifica normativa per estendere la procedura PRIS anche ai lavori di ribaltamento a mare". Concludono l'appello auspicando "una cultura delle grandi opere che rispetti pienamente i diritti dei lavoratori, dell'ambiente, delle persone e delle imprese che operano nelle vicinanze".