Il caso Giglio Bagnara mette nuovamente in luce la difficoltà che il commercio, soprattutto quello di vicinato, sta vivendo, non solo nel ponente ligure.
La forte incertezza e le difficoltà che l’attività ha incontrato negli ultimi anni hanno spinto l’amministratore delegato Enrico Montolivo ad avviare le pratiche per una liquidazione volontaria. Una notizia certo inaspettata, legata alla crisi economica, al calo dei consumi e alla trasformazione del mercato, sempre più dominato dall’e-commerce.
Così, un simbolo dell’imprenditoria locale come Giglio Bagnara, che vanta oltre cento cinquantacinque anni di storia, ora rischia la chiusura definitiva mettendo a repentaglio anche ventinove posti di lavoro.
Una situazione complicata che quest’oggi ha portato anche all’intervento del sindaco facente funzioni Pietro Piciocchi.
Nel corso della visita a Sestri Ponente, Piciocchi ha espresso la vicinanza dell’amministrazione comunale, rimarcando l’importanza della realtà in crisi: “Sono venuto qui perché volevo portare la solidarietà del Comune di Genova a tutti i lavoratori di Giglio Bagnara - ha dichiarato - e mi hanno colpito perché sono una comunità di persone straordinaria. Ho visto veramente un valore, un grandissimo senso di appartenenza di questi lavoratori e un bellissimo rapporto tra l’azienda e i dipendenti. Qui c’è un valore da preservare”.
Il sindaco h fatto sapere che l’amministrazione ha intenzione di impegnarsi per evitare la chiusura: “Lunedì incontreremo la società per cercare di ragionare con loro sulle soluzioni. Faremo tutto quanto in nostro potere per evitare questa chiusura. Quindi il primo messaggio che voglio dare è questo perché è una realtà troppo importante non solo per Sestri, ma per tutta Genova”.
Per Piciocchi è importante anche preservare l’occupazione ma, allo stesso tempo, necessario salvaguardare il valore sociale e cullare dell’attività per la comunità per cui si sta già lavorando a soluzioni di vario tipo e alla ricerca di investitori decisi a lavorare seriamente per portare avanti la storia ultra centenaria di Bagnara.
Ma il fallimento delle intenzioni è un elemento da prendere in considerazione, per questo Piciocchi aggiunge il Piano B: “Se dovesse chiudere, questo è un buco che si crea e che deve essere riempito con attività di qualità perché noi dobbiamo preservare il commercio di Sestri. Quindi stiamo già in questo momento lavorando per adottare degli strumenti che impediscano apertura di esserci commerciali che non sono di qualità, che portano degrado”.
Il dibattito sul commercio a Genova inevitabilmente richiama un altro grande tema, quello dell’espansione dei marchi della grande distribuzione. Uno su tutti è il caso di Esselunga che ha aperto il forte del commercio di vicinato e della sostenibilità della concorrenza, sollevato non soltanto da chi lavora nel settore, ma anche dai residenti della delegazione.
All’epoca, l’allora sindaco Marco Bucci aveva difeso la libera concorrenza sostenendo che il mercato dovesse essere regolato secondo i principi di competitività ma senza tralasciare il rispetto delle specificità territoriali.
Ma la chiusura dei negozi storici e l’avanzamento del fronte delle multinazionali o di grandi catene porta a interrogarsi su come il commercio locale sia in grado di fronteggiare l’urto, con il serio pericolo di una perdita di identità che in quartieri come Sestri - e lo dimostra proprio il caso Giglio Bagnara - è messa a dura prova.