Non sembra esserci pace per il povero Sugar, il micione affetto da diabete che da ormai un anno sta vivendo in isolamento all’interno del canile di Monte Contessa e che continua a passare momenti drammatici a causati una gestione che sta mettendo a dura prova le sue condizioni di salute.
Come già raccontato proprio da La Voce di Genova, il gatto da circa tredici mesi si trova a vivere in una condizione difficile, fortemente debilitato dalla sua patologia, la FIV, a cui si unisce il diabete.
Una situazione che non sembra conoscere soluzioni, nonostante l’intenzione da parte di un volontario di dare una nuova casa a Sugar. Così, dopo quello che sembrava essere l’avvio di una pratica di adozione, il micio si trova ancora in canile e, da qualche giorno, nuovamente in stabulario dopo essersi ammalato per via del freddo.
Una scelta che, ancora una volta, pone l’animale in pericolo: Sugar, infatti, si trova fortemente debilitato per via delle severe condizioni esterne e per la scarsa attenzione verso il suo benessere.
Il caso di Sugar ha messo in luce, inoltre, come l’iter per l’adozione stia diventando sempre più complicato e incentrato su formalismi e requisiti che sembrano dimenticare il fine primario: garantire una casa sicura e amorevole per l’animale. È emerso, ad esempio, che a un potenziale adottante con un appartamento considerato più che adeguato al benessere dell’animale, viene richiesto di installare zanzariere in metallo su tutte le finestre e di subire controlli regolari in casa.
Condizioni ritenute stringenti e inusuali che stanno rendendo quasi impossibile il passaggio all’adozione, scoraggiando chi avrebbe potuto dare a Sugar la stabilità e l’attenzione di cui ha disperatamente bisogno.
Il documento che avrebbe dovuto essere una semplice presa di coscienza delle patologie di Sugar e delle cure necessarie si è trasformato in una lunga lista di impegni e controlli invasivi, complicando ulteriormente il processo. Questa burocrazia opprimente non solo crea un ulteriore ostacolo per chi vuole aiutare, ma rischia di penalizzare ancor di più un animale che, come Sugar, ha bisogno di interventi tempestivi e di attenzioni continue. Le richieste eccessive che sarebbero state imposte dal canile, l’unico ente attualmente responsabile della tutela del gatto, sembrano contraddire lo scopo stesso della sua missione: garantire il benessere e la salute degli animali affidati alle loro cure.
La situazione di Sugar rappresenta un campanello d’allarme: mentre le condizioni inadeguate in cui vive continuano a compromettere la sua salute, le pratiche adozionali troppo rigide rischiano di allontanare potenziali adottanti sinceri. È necessario rivedere e semplificare l’iter adozionale, concentrandosi maggiormente sul benessere dell’animale piuttosto che su formalità eccessive che, invece di proteggere, penalizzano i soggetti che desiderano dare una nuova vita a un animale fragile.