/ Attualità

Attualità | 20 febbraio 2025, 11:20

Giglio Bagnara e quella Genova che non esiste più: ascesa e declino del tempio dell’abbigliamento in città

Dalla brillante innovazione del fondatore all’attuale liquidazione: centocinquantacinque anni di tradizione, famiglia e trasformazioni nel cuore del commercio genovese

Giglio Bagnara e quella Genova che non esiste più: ascesa e declino del tempio dell’abbigliamento in città

Per lungo tempo punto di riferimento nel panorama commerciale genovese, Giglio Bagnara, storico negozio di Sestri Ponente, sta vivendo da tempo una forte difficoltà che è sfociato nella notizia che nessuno avrebbe mai voluto sentire: la liquidazione volontaria.

Fondato nel 1869, il negozio ha saputo conquistare la fiducia di intere generazioni di genovesi, grazie a un’offerta innovativa e a un’attenzione costante alle esigenze dei clienti.

Tuttavia, la storia dell’azienda non si lega solo alla questione commerciale, ma si intreccia con quella di una famiglia che ha guidato l’impresa attraverso le grandi trasformazioni storiche e sociali degli ultimi centocinquanta anni.

Tutto inizia con Giglio Bagnara, un imprenditore visionario che ha fatto tesoro delle tradizioni artigianali e del fervore commerciale della Genova ottocentesca, convogliando tutto in un negozio dedicato alla vendita di tessuti a metraggio. Fin dai primi anni, l’innovazione fu un marchio di fabbrica dell’attività: il sistema dei ‘monti’ permise ai clienti di rateizzare i pagamenti su un arco di cinque mesi, fidelizzando ben dodicimila famiglie genovesi e ponendo le basi per un successo duraturo.

Nei decenni successivi, Giglio Bagnara si è trasformato per rispondere alle mutevoli dinamiche del mercato. Nel corso degli anni Trenta iniziò la vendita degli abiti confezionati portando per la prima volta all’attenzione del pubblico i marchi noti come Ballarini e Impermeabili San Giorgio. Gli anni del Dopoguerra furono gli anni dell’incremento dei nomi della moda italiana e internazionale, rendendo un vero e proprio emblema dell’alta moda a Genova e consolidando la reputazione del negozio.

Al centro c’è sempre la famiglia Bagnara che, di generazione in generone, ha fatto manifesto dei valori di impegno e innovazione, legati alla tradizione.

I Bagnara, infatti, sono riusciti a mantenere un legame con il territorio, addirittura arrivando a un ampliamento dei punti vendita in giro per la città con un restyling d’immagine. Ne sono stati testimonianza Lux Bagnara in via XX settembre e il punto vendita di via Roma, negozi che oggi non esistono più.

Negli ultimi anni Giglio Bagnara ha dovuto fare i conti con un mercato in rapido mutamento trainato prima di tutto dall’e-commerce, capace di cambiare profondamente le abitudini di spessa a discapito delle attività tradizionali. Un banco di prova non indifferente per Bagnara e per il suo modello storico.

Per far fronte a questo difficile momento, la famiglia Bagnara ha attuato diverse strategie. Per prima cosa, sono stati affittati diversi spazi a esercizi commerciali che non appartengono al gruppo, permettendo di generare entrate aggiuntive tramite i canoni di locazione. Si trovano così Enoteca Squillari, C&C, Pam, e tanti altri marchi.

Nel febbraio del 2025 l’amministratore delegato Enrico Montolivo ha dovuto annunciare l’avvio della liquidazione volontaria, una scelta che ha evidenziato il dramma di un’attività che da simbolo di eccellenza si è ritrovata a essere manifesto di una crisi che pare non conoscere fine.

Isabella Rizzitano

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A MARZO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium