La Cisl Funzione Pubblica Liguria esprime forte preoccupazione per il futuro dei servizi pubblici del Comune di Genova, alla luce della politica di mancato turnover e delle sempre più numerose esternalizzazioni. Secondo le informazioni fornite dall’amministrazione, nel triennio 2025-2027 non verranno sostituiti i dipendenti che andranno in pensione, portando a una riduzione di circa cinquecento unità di personale.
Decisioni gravissime che incideranno sulla qualità dei servizi ai cittadini e sulle condizioni di lavoro dei dipendenti comunali, come afferma Cisl FP Liguria: “Il Comune sta scegliendo di affidare sempre più attività a soggetti privati, invece di rafforzare la propria struttura interna. Questa non è una soluzione, ma un grave errore che avrà ripercussioni economiche e sociali”.
L’elenco delle attività già esternalizzate o in procinto di esserlo è lungo. Si va dalle mense scolastiche dove il controllo qualità della ristorazione è già stato affidato a privati, ai cimiteri civici dove la gestione è già esternalizzata a eccezione del Cimitero Monumentale di Staglieno.
Ancora, il Museo di Sant’Agostino e il Museo Raccolte Frugone di Nervi sono ora gestiti da soggetti privati. Anche parte del servizio di rilevazione ISTAT e alcuni processi informatici dell'ente sono stati esternalizzati, e settori della polizia locale, come il mercato ittico, il guardianaggio notturno di Tursi e l'ufficio oggetti rinvenuti, sono prossimi all'esternalizzazione
“L’amministrazione sta progressivamente smantellando la gestione diretta dei servizi pubblici, con il rischio di creare nuove aree di precariato e di abbassare le tutele contrattuali dei lavoratori coinvolti” – denuncia la Cisl FP Liguria.
Il sindacato sottolinea come le esternalizzazioni del passato non abbiano prodotto i risultati sperati. “Le scelte del passato hanno deteriorato i servizi, senza alcun risparmio per l'amministrazione comunale ma anzi comportando costi maggiori. Esempi emblematici che non dimentichiamo sono le pulizie scolastiche e il servizio di sostegno ai disabili, che stanno penalizzato da molti anni la qualità dei servizi offerti”.
Ad aggravare il quadro è la mancata approvazione del piano assunzionale: “Non si garantisce il turn over, chi andrà in pensione non verrà sostituito e significa circa cinquecento dipendenti in meno”, spiega il sindacato. “Non possiamo accettare l'idea che l'esternalizzazione dei servizi diventi un metodo per affrontare carenze o errori organizzativi del passato, sia recente che remoto”.