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Attualità | 18 febbraio 2025, 20:00

Sestri Ponente, oggi l'assemblea pubblica a difesa di Fincantieri

"Noi vogliamo solo difendere il lavoro, difendere la nostra fabbrica che è il nostro orgoglio, difendere anche quelle persone che si sono comprate la casa al costo di sacrifici e oggi subiscono danni. Sono le istituzioni a dover trovare la soluzione, è la politica che deve trovare le giuste forme di convivenza tra industria e città" afferma Ivan Cosso di Genova Solidale

Al Teatro Verdi, oggi pomeriggio, si è svolta l'assemblea convocata da Genova Solidale e dai volontari del Circolo Operaio di Sestri, con l’appoggio della Fiom a difesa del cantiere di Sestri Ponente, di un mondo del lavoro che vuole dare una risposta a chi ha messo in discussione la presenza di Fincantieri sul territorio, un tema venuto fuori in queste ultime settimane a causa dei lavori più che invasivi legati alle trivellazioni per il ribaltamento a mare. Presenti in sala anche Lorenzo Pellerano, delegato del Comune per Fincantieri, e Walter Pilloni, entrambi consiglieri comunali di maggioranza

L'incontro è stato molto partecipato, a tal punto che si è reso necessario aprire anche la galleria e poi non poter accogliere in sala altre duecento persone, che sono rimaste in piazza perché erano stati raggiunti i limiti massimi consentiti per la capienza. 

A ridosso dell'inizio dell'assemblea, ha strappato diversi applausi Bilash, un lavoratore di Fincantieri che da quattordici anni vive in Italia e che nell’azienda in appalto dove lavora è diventato delegato della Fiom. 

Durante l'incontro, si è affrontato anche un tema di vivibilità connesso al tema del lavoro e c’è una convivenza da trovare: "Ma bisogna che le persone, anche quelle che dicono “io non sono razzista però…”, se ne facciano una ragione, perché di immigrati ce ne sono ancora pochi e ne arriveranno molti di più e bisogna dire forte e chiaro che senza gli immigrati il cantiere non potrebbe più vivere".

"Nel febbraio del 2012 riuscimmo a chiudere un accordo con l’azienda per non far fermare questa fabbrica, dopo centonovanta ore di sciopero, due settimane di occupazione e decine di chilometri percorsi per le manifestazioni. Sono passati tredici anni: dal 2015 sono arrivati gli ordini delle navi da crociera e ci sono centinaia di assunzioni, eppure qualcosa è cambiato", afferma Diego Dalzotto, delegato Fiom all’interno di Fincantieri: 

In sala fanno notare come "i lavoratori si siano sentiti in discussione perché i lavori di ampliamento di Fincantieri sono stati contestati e perché i lavoratori stranieri sono discriminati". Interviene in tema Ivan Cosso di Genova Solidale, "è necessario mettere nuovamente in campo l’azione per cui il nostro gruppo è nato. Ci dicono che siamo divisivi: noi vogliamo solo difendere il lavoro, difendere la nostra fabbrica che è il nostro orgoglio, difendere anche quelle persone che si sono comprate la casa al costo di sacrifici e oggi subiscono danni. Sono le istituzioni a dover trovare la soluzione, è la politica che deve trovare le giuste forme di convivenza tra industria e città". 

Il tema delle vibrazioni è toccato, anche se il principale argomento rimane quello del lavoro, insieme a quello della necessità di integrare più e meglio gli stranieri: "Organizzate corsi di italiano, corsi di formazione: così bisogna fare", afferma  Dalzotto rivolgendosi alle istituzioni mentre Igor Magni, segretario generale della Cgil Genova, osserva: "Senza gli stranieri Fincantieri chiude". 

Tra gli interventi, anche quello del presidente di Assoutenti, Furio Truzzi: "Autorità Portuale è silente sul lavoro e su quello che sta succedendo ai cittadini. Dobbiamo stare uniti per difendere i diritti di tutti". 

Redazione

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