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Attualità | 18 febbraio 2025, 08:00

Il caso dei pitbull in famiglia, l'educatrice cinofila: "Vietare una razza non risolve il problema"

Il parere di Elena Bologna: "Bisogna evitare di prendere un cane per 'moda'. Per alcuni animali è necessario un percorso iniziale con un professionista"

Il caso dei pitbull in famiglia, l'educatrice cinofila: "Vietare una razza non risolve il problema"

La cronaca di questi giorni riporta la tragedia di Acerra, di una piccola dilaniata dal cane di famiglia. Ma non mancano casi di aggressione anche locali, l'ultimo neanche una settimana fa a Genova nel quartiere di Struppa, con un uomo ferito mentre cercava di difendere il suo cane.

È l'estrema diffusione di alcune tipologie di cani ad aver fatto discutere a livello nazionale di 'limitare o vietare la vendita di alcune razze' o di imporre una sorta di patentino per imparare a gestire specie come quella dei pitbull, protagonisti di una serie di casi che hanno fatto alzare il livello di attenzione.

E una di queste proposte arriva dalla Liguria, o meglio dalla coordinatrice nazionale di Italia Viva, la ligure Raffaella Paita, che ha sottolineato in queste ore la necessità di intervenire per "vietare il commercio di questi animali, inadatti strutturalmente alla convivenza con l’uomo e con i bambini. Mi batterò in Parlamento per raggiungere questo obiettivo".

Ma come stanno le cose? Lo abbiamo chiesto ad un'esperta, Elena Bologna, educatrice cinofila. Che sul tema precisa subito: "Ovviamente c'è una differenza di capacità e forza fisica tra tipi di cani, come nel caso dei pitbull. Viene spesso però sottovalutato, perché è un cane che ha un potenziale determinato da una struttura morfologica, selezionata per uno scopo preciso, la lotta. Poi per fortuna hanno anche aspetti del carattere che riguardano l'amore della compagnia dell'uomo, la sensibilità. Ma spesso se vengono maltrattati i cani di piccola taglia non finiscono sui giornali, l'entità del danno possibile però è molto diversa".

Questione di potenziale, ma anche di vita che viene imposta ad un animale, il trattamento che riceve, la possibilità o meno di uscire, sfogare l'energia.
C'è inoltre una caratteristica fisica del pitbull a renderlo ancora diverso, simile ai molossi.

"Tendono a non mollare il morso - sottolinea Bologna - hanno una capacità mandibolare di tenere la presa per molto tempo, e che gli consente di respirare nel frattempo senza mollare il morso. Presa che li distingue da altre razze. E far aprire la bocca mentre stanno mordendo non è facile".

"Ogni cane è a sé, in ogni caso - sottolinea l'educatrice - adottare queste razze? Con un giusto percorso si può. Ma a condizioni di base, il tempo a disposizione da dedicargli, e in questi casi comunque con un percorso iniziale con un professionista, per non sottovalutare tanti aspetti che spesso vengono lasciati da parte, come la qualità delle uscite, il tempo che si dedica. Non è necessario essere dei picchiatori, per maltrattare un cane".

"Del patentino se ne parla da tanti anni - conclude Bologna - ma non è neanche facile imporlo e assicurarsi che la gente lo faccia in modo corretto. Ma vietare razze porta con sé il rischio di un mercato nero, o comunque di non risolvere il problema. È questione di gestire nella maniera corretta, soprattutto evitando di prendere un certo tipo di cani 'per moda', come accaduto con altre razze negli anni, sottovalutandone il livello di problematicità in famiglia".

Valentina Carosini

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