Prosegue oggi, e andrà avanti per tutti i venerdì successivi, ‘Alla scoperta dei Rolli’, un servizio seriale de ‘La Voce di Genova’ dedicato a una delle caratteristiche principali della nostra città, che è valsa anni fa il riconoscimento Unesco come Patrimonio dell’Umanità. Si tratta del sistema dei Palazzi dei Rolli: edifici che sono vere e proprie perle del centro storico e non solo. Vi accompagneremo dentro con i nostri racconti, ve li faremo scoprire con le fotografie, vi illustreremo aneddoti e curiosità. Sempre per amore di Genova e delle nostre eccellenze. Buon viaggio insieme a noi!
Lasciandosi alle spalle piazza dell’Annunziata e il maestoso palazzo Belimbau, si imbocca via Balbi ritrovandosi in mezzo al suo affascinante viavai fatto di studenti e studentesse a cui si uniscono passanti, viaggiatrici e viaggiatori.
Di fronte a palazzo Gio Agostino Balbi si trova un altro importante edificio della famiglia, palazzo Gio Francesco Balbi.
La famiglia Balbi, una delle più antiche e influenti di Genova, già possedeva un ampio palazzo, la cosiddetta "domus magna", ben prima dell'inizio dei lavori di ampliamento e ricomposizione dell'edificio. L’area in cui sorge oggi il palazzo si trovava lungo il nuovo asse stradale, che fu voluto dalla famiglia stessa per favorire il commercio e il traffico tra il porto e le zone più interne della città.
Questa arteria, oggi via Balbi, fu progettata per unire la città vecchia al borgo di Sampierdarena, dando così vita a un’area di grande valore strategico.
Nel Cinquecento, l'edificio originario venne ampliato grazie ai lavori di Gio Francesco Balbi, che, con grande lungimiranza, avviò una serie di modifiche strutturali per adeguarsi alla crescente importanza della famiglia. Tuttavia, fu il figlio Stefano Balbi a concepire la ristrutturazione che avrebbe dato al palazzo il suo aspetto definitivo. Nel 1614, Stefano presentò un progetto che prevedeva un nuovo prospetto sull'asse stradale, una riorganizzazione dei volumi interni e l'ampliamento della residenza. Grazie al suo intervento, il palazzo divenne un vero e proprio simbolo di potere e di prestigio.
Nel corso dei secoli, il Palazzo Balbi passò di padre in figlio, accumulando testimonianze di ogni epoca e di ogni stile.
Nel 1649 fu il figlio di Stefano, Francesco Maria Balbi, a portare a termine i lavori di ampliamento, che segnarono la fine dei grandi interventi di ristrutturazione.
Nel 1664, poi, l’edificio fu inserito nel registro dei Rolli, guadagnano il primo elenco, il più importante.
Alla fine del Settecento, la proprietà del palazzo passò alla famiglia Cattaneo della Volta, che negli anni stava acquistando un grande prestigio all’interno della nobiltà genovese. Fu proprio sotto la proprietà dei Cattaneo della Volta che, nel 1776, l’architetto Gregorio Petondi venne incaricato di rinnovare l’edificio in stile settecentesco, rispondendo ai gusti dell’epoca. Petondi progettò un nuovo accesso al palazzo direttamente dalla strada, ripristinando l’ingresso principale con una facciata che rispecchiasse l’eleganza e la raffinatezza del XVIII° secolo. Al tempo stesso, l’interno fu decorato in modo sontuoso, con affreschi e arredi che riflettevano la crescente influenza dei Cattaneo nella città.
Nel XX secolo, il Palazzo Gio Francesco Balbi subì ulteriori trasformazioni. Nel periodo tra le due Guerre Mondiali, l'immobile fu acquistato dalla compagnia assicurativa Levante, che, durante e dopo i danni causati dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, intraprese un importante progetto di restauro. Tra il 1947 e il 1949, l'architetto Luigi Carlo Daneri si occupò della ricostruzione dell’edificio, ripristinando le parti distrutte dai bombardamenti e cercando di mantenere la coerenza stilistica dell’epoca barocca.
Dal 2001, il Palazzo Gio Francesco Balbi è sede della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Genova. L’Università ha contribuito a preservare l’edificio, che oggi rappresenta una delle sedi più prestigiose dell’ateneo. Nel salone principale, che ospita l'Aula Magna della Scuola di Scienze Umanistiche, si trova una raccolta di dipinti risalenti al periodo in cui la famiglia Cattaneo della Volta era proprietaria del palazzo. Tra questi, i ritratti di tre dogi della famiglia e una dama Cattaneo con figlia, opere di Gio Enrico Vaymer e Pellegro Parodi, che sono stati recentemente restaurati e ricollocati nel loro posto originario.