Da due giorni il quartiere del Lagaccio è sotto i riflettori: dopo il crollo del muraglione di via Cinque Santi dello scorso martedì, la fragilità del territorio è chiara più che mai anche ai non addetti ai lavori. Lo sanno bene i rappresentanti del comitato ‘Con i piedi per terra’, che da tempo hanno sottoposto all’attenzione della cittadinanza le criticità che interessano l’area al di sopra del quale dovrebbe transitare la funivia che collegherà la Stazione Marittima con Forte Begato, con una fermata intermedia proprio al Lagaccio. Il progetto prevede l'installazione di quattro piloni di sostegno, con altezze variabili tra 26 e 65 metri. Questi piloni dovranno garantire stabilità e sicurezza anche in condizioni meteorologiche avverse, ma la loro collocazione ha suscitato fin da subito preoccupazioni sia per l'impatto visivo e sia per l'incapacità del territorio di sopportarne il peso , risultate ancora più temibili dopo il recente crollo.
"Qui da decenni si segnalano frane, crepe e piccoli smottamenti, anche se non sempre gravi come quello accaduto pochi giorni fa. La manutenzione ordinaria potrebbe attenuare i rischi, ma purtroppo non viene fatta come si dovrebbe” spiegano gli attivisti del comitato ‘Con i piedi per terra’. E le perplessità riguardano anche l'impatto che i lavori della funivia potrebbero avere sugli edifici circostanti: "Sappiamo che i tralicci più alti potrebbero raggiungere i 60 o 70 metri, e immaginare trivellazioni di questa portata vicino a un territorio già fragile, vicino alle case, è allarmante. Anche perché siamo vicini a un rio tombato, quindi a un terreno cavo. La sicurezza non viene tenuta in debito conto”.
"Siamo preoccupati per la mancanza di analisi e studi aggiornati e puntuali - spiegano ancora -. Alcuni enti avevano richiesto analisi e approfondimenti più di un anno fa, ma ad oggi sembrerebbe che non siano ancora stati fatti. Questo è un territorio che già 'scricchiola' per la sua conformazione, l'edificazione selvaggia degli scorsi decenni e la mancanza di manutenzione ordinaria, quindi siamo preoccupati per l'impatto che le sollecitazioni del cantiere potrebbero avere su un territorio così fragile e su chi lo abita”
Il comitato esprime anche dubbi sul processo decisionale dietro al progetto. "Non abbiamo visto studi geognostici. Se fossero stati fatti, avremmo dovuto vedere carotaggi nelle zone interessate, ma non è successo. Prima di pensare a queste opere, è necessario mettere in sicurezza il territorio”.
Il problema di fondo, secondo i rappresentanti del comitato, è che si continua a portare avanti opere di grande portata senza considerare la reale capacità del territorio di sopportarle. "Invece di concentrarsi su mega opere, si dovrebbe puntare sulla riqualificazione del sistema dei forti e delle mura, anch'essi in condizioni critiche. Il territorio ha dimostrato di non essere in grado di reggere progetti di questa scala”.