Mentre si continua a scavare tra le macerie del muraglione crollato martedì in via Cinque Santi, cresce l’attenzione e l’apprensione per il quartiere del Lagaccio.
Le squadre di soccorso dei Vigili del Fuoco e della Protezione civile proseguono l’impegno con le unità cinofile per scongiurare definitivamente la presenza di vittime al di sotto dei detriti nonostante non siano arrivate segnalazioni di scomparse e, al contempo, si adoperano per la rimozione di pietre e terreno che bloccano la strada.
Al momento, sono ancora sette le persone che si trovano lontano dalla propria abitazione, tra loro ci sono tre minori; ma i disagi non mancano anche per i residenti dei due edifici interessati dalla frana che si trovano a fare i conti con diversi disservizi.
Davanti a quanto accaduto, continuano a sorgere interrogativi sullo stato di manutenzione del muraglione e sulla necessità di interventi per la salvaguardia di un territorio fragile e complesso come quello del Lagaccio.
"Non dobbiamo fare una critica politica sterile - Spiega Andrea Carratù, presidente del Municipio I Centro Est - Il condominio aveva la responsabilità di monitorare la situazione, ma non è riuscito ad agire per tempo. L’amministratore ha dichiarato di aver tentato più volte di riunire l'assemblea, ma senza mai raggiungere il numero legale per deliberare interventi”.
A proposito, è lo stesso presidente di Municipio a ricordare i recenti e precedenti crolli nella zona, ribadendo la necessità di una sorveglianza continua: “"È un territorio senz'altro complesso. Alcuni dimenticano che in passato è crollata via Ventotene, eppure allora governava il centrosinistra. Questo dimostra che non è una questione politica, ma strutturale. Il Lagaccio è una zona costruita negli anni ‘50 e ‘60 su terreni non sempre adeguati".
Nell’immediato, il Comune sta intervenendo per garantire la sicurezza pubblica: "Vigili del fuoco e protezione civile daranno istruzioni precise per la messa in sicurezza. Il Comune si occuperà dello sgombero dei detriti, ma sarà poi l’amministrazione condominiale a sostenere i costi", ha precisato Carratù.
Le operazioni di rimozione dei materiali sono state affidate ad Amiu e Aster che li raccoglieranno in scarrabili; i detriti saranno temporaneamente stoccati e analizzati prima dello smaltimento definitivo.
Costruito in modo rapido durante il Dopoguerra, il quartiere del Lagaccio ha conosciuto da sempre importanti criticità per via della scarsa pianificazione di quegli anni di grandi modifiche urbanistiche in città.
Negli ultimi tempi, diversi sono stati gli interventi che il Municipio ha attuato per agire su diverse criticità, come testimonia la chiusura temporanea dei giardini Lo Giudice per il rischio di un cedimento di un muraglione.
L’episodio di via Cinque Santi evidenzia ancora una volta la necessità di un piano di monitoraggio condiviso tra pubblico e privato per prevenire nuovi crolli.
Apre anche alla necessità di un dialogo vero sulla questione Funivia, viste le preoccupazioni che tanti e tante hanno espresso proprio in merito allo ‘stato di salute’ del terreno.
“Bisogna riconoscere lo stato emergenziale in cui riversa il Lagaccio - ha scritto sui social un residente subito dopo il crollo - Oggi crolla un muro, due motorini rimangono sotto e una famiglia viene evacuata dalla propria casa (il nostro bene materiale più prezioso), se domani crollasse un muro con sopra un pilastro di settanta metri?”.
Intanto, le operazioni di scavo e messa in sicurezza proseguono, mentre i residenti attendono risposte concrete per il futuro del quartiere.