A seguito delle condizioni sempre più insostenibili al pronto soccorso dell’ospedale Galliera di Genova, gli infermieri minacciano di richiedere il trasferimento in blocco ad altri servizi. La richiesta, che coinvolge quarantuno operatori su quarantatre, è stata comunicata alla Direzione Generale con una lettera datata 3 gennaio 2025. La situazione è giunta al culmine dopo numerose denunce presentate dai sindacati Fp Cgil e Uil Fpl, culminate nella proclamazione dello stato di agitazione per tutta l’area genovese. Gli infermieri coinvolti sono professionisti con decenni di esperienza e qualifiche regionali essenziali per lo svolgimento delle attività di triage e per la gestione del progetto sperimentale "See and Treat", l'unico in Liguria, attivo da tre mesi. Tale progetto prevede la totale presa in carico del paziente, dall'accettazione alla dimissione. Tuttavia, il personale dichiara di non riuscire più a far fronte alle criticità quotidiane. Nel documento inviato alla Direzione, denunciano la situazione come un atto di "Deontologia ed Etica Professionale", in difesa dei diritti dei pazienti, richiedendo interventi urgenti per permettere la continuità del loro contributo al pronto soccorso.
Luca Infantino, Segretario Generale della Funzione Pubblica Cgil di Genova, conferma la gravità della situazione: "Abbiamo uno stato di agitazione aperto, e il Prefetto non ci ha ancora convocato, in parte per l'assenza del nuovo Capo dipartimento di sanità regionale. La dottoressa Serena è andata in pensione il 1° gennaio e deve ancora essere nominato il nuovo responsabile. Questo rallenta l'intervento sulle questioni più urgenti legate ai pronto soccorso dell’Area Metropolitana".
Infantino evidenzia come l’Ospedale Galliera sia particolarmente sotto pressione: "Durante le feste ci sono stati problemi gravissimi, e non solo. Gli infermieri hanno cominciato a minacciare il trasferimento a causa di carichi di lavoro insostenibili, responsabilità dirette e continue aggressioni. È una bomba a orologeria, e non solo al Galliera, ma anche altrove. Questi infermieri lavorano lì da almeno vent'anni, con attestati professionali specifici, come quelli necessari per il triage, che non può essere svolto da personale non qualificato. La situazione imploderebbe completamente".
Il Segretario sottolinea che la situazione critica dei Pronto Soccorso è aggravata dalle politiche regionali, come i tagli del 2% già applicati ai bilanci ospedalieri, che avranno un impatto anche sulle future assunzioni: "Se si ragiona solo sul buco di bilancio, senza considerare le cause, come un cattivo utilizzo delle risorse, non si risolverà nulla. Prendiamo il sistema di barellamento negli ospedali: invece di migliorarlo, si impiegano infermieri e oss per sopperire, distogliendoli così dai loro compiti principali".
Infantino propone anche soluzioni concrete, come l'adozione del modello veneto per l'accoglienza laica. "In Veneto, i volontari creano un ponte tra il Pronto Soccorso e i familiari, riducendo le tensioni. Qui abbiamo infermieri con esperienza che, anziché essere utilizzati in ruoli amministrativi, potrebbero essere impiegati per comunicare con i parenti, migliorando la situazione a costo zero".
Il sindacato intende portare tutte queste questioni al Prefetto, con l'obiettivo di istituire un tavolo permanente per affrontare i problemi del pronto soccorso. "Non possiamo più accettare aggressioni, come quelle avvenute recentemente a Lavagna, dove addirittura hanno dato fuoco alle barelle. La situazione è esasperata, e non si può far ricadere tutto il peso su infermieri, oss e medici, che fanno turni massacranti". In conclusione, Infantino punta il dito contro il sistema gestionale: "La politica sta facendo solo chiacchiere. Continuano a mantenere in vita strutture come Alisa, che non è nemmeno in grado di gestire un concorso pubblico. Intanto, mentre si tagliano risorse, il mancato turnover peggiora ulteriormente la situazione".
LA RISPOSTA DEL'AMMINISTRAZIONE
"Nel prendere atto della odierna pubblicazione su vari organi d'informazione della richiesta, risalente al 3 gennaio, di trasferimento ad altri servizi di 41 operatori di Pronto Soccorso dell'Ospedale Galliera, si evidenzia che l'amministrazione ha attivato con la massima rapidità possibile l'assunzione di 43 infermieri dalla graduatoria metropolitana a tempo indeterminato e 22 ulteriori unità da una specifica graduatoria a tempo determinato predisposta dall'Ente con lo scopo specifico di fronteggiare la carenza di personale. Entro la fine del mese di febbraio l'Ente avrà pertanto completato la dotazione organica, stabilita in 660 unità. Entro il 15 febbraio sarà inoltre dato inizio a lavori di ampliamento del Pronto soccorso, che consentirà il miglioramento dei percorsi dei pazienti nella struttura".