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Attualità | 28 gennaio 2025, 07:57

Sicurezza, Confcommercio su decreto Piantedosi: "Imposizioni inaccettabili. Spaccate all'ordine del giorno, serve aiuto"

Le associazioni di categoria lamentano un mancato coinvolgimento, una deresponsabilizzazione di compiti di ordine pubblico in capo allo Stato traslati sul commercio, in particolare il tessuto dei piccoli esercizi, spesso a gestione familiare, che avrebbero non poche difficoltà a strutturarsi, lasciando fuori le problematiche all'ordine del giorno

Sicurezza, Confcommercio su decreto Piantedosi: "Imposizioni inaccettabili. Spaccate all'ordine del giorno, serve aiuto"

Un responsabile della sicurezza e anche una gestione preventiva in capo agli esercenti per disincentivare situazioni di pericolo, oltre a un 'manuale del perfetto cliente'. Natura 'volontaria', sì, ma il nuovo Ddl Piantedosi, che introduce una serie di regolamentazioni di sicurezza per bar e locali, e che invita ad adottare investimenti - contenuti nelle linee guida emanate dal ministero dell'Interno - come quelli per le telecamere di sorveglianza, non piace ai gestori, che dalle associazioni di categoria lamentano un mancato coinvolgimento, una deresponsabilizzazione di compiti di ordine pubblico in capo allo Stato traslati sul commercio, in particolare il tessuto dei piccoli esercizi, spesso a gestione familiare, che avrebbero non poche difficoltà a strutturarsi, lasciando fuori le problematiche all'ordine del giorno.

E' il ritratto di Genova, piccoli locali diffusi, che nel centro storico già attraversano una serie di difficoltà, presi di mira da mesi da furti e spaccate quasi quotidiani, per i quali non si possono applicare le stesse previsioni di discoteche e locali più grandi e strutturati.

Fipe Confesercenti della Liguria è chiara sulla sua posizione, riassunta così dal presidente Alessandro Cavo: "Imposizioni inaccettabili". Il sottofondo è quello che guarda ai locali non come a luoghi di aggregazione, spiegano dal comparto, ma a ricettacolo di possibili problematiche, da monitorare.

"La funzione è accogliere e  non fare ordine pubblico - sottolinea Cavo- noi collaboriamo da sempre con le forze dell'ordine, con coloro che tutelano la capacità di poter far sì che il nostro lavoro sia svolto in modo giusto e congruo. Quello che vediamo in questo decreto, pur nella comunicazione di contenuti facoltativi, è una responsabilizzazione dei pubblici esercizi in ambiti in cui non dovrebbero essere responsabilizzati. La realtà è variegata, sono 300mila in Italia, la maggioranza sono piccoli bar, caffetterie, latterie, già oberate. Andare a fare un'ulteriore normazione, con un ulteriore scarico di responsabilità, può andar bene se i locali sono strutturati, se hanno dipendenti e possono farsi carico di queste procedure. Ma in una galassia come questa, variegata, crediamo che i 'piccoli' abbiano già abbastanza responsabilità".

Compiti che non attengono al mestiere dell'imprenditore che nel caso del centro storico di Genova, ad esempio, deve già far fronte ad una serie di temi più urgenti. "Abbiamo chiesto un tavolo - sottolinea il presidente di Confesercenti - ma devo dire che siamo in uno dei momenti più bassi rispetto alla sicurezza, del centro storico ma non solo, penso anche a zone come Sampierdarena o Cornigliano, dove non è garantita la sicurezza e la continuità di lavoro dei commercianti, ma anche dei cittadini e residenti".

Mentre le spaccate e i furti negli esercizi commerciali proseguono, nonostante i maggiori controlli e gli arresti delle ultime settimane. "Sono quasi all'ordine del giorno - conclude - ci sono zone in cui chi non ha già avuto una spaccata se la aspetta, perché è rimasto in netta minoranza. Quello che chiediamo è una maggiore attenzione, sappiamo che la questione è difficile ma per andare avanti abbiamo bisogno di aiuto".

Valentina Carosini

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