Prosegue oggi, e andrà avanti per tutti i martedì successivi, “La Genova che canta”, un servizio seriale de “La Voce di Genova” dedicato ai cori genovesi che, dalle piazze ai teatri, rappresentano da sempre un punto di riferimento per la comunità. Ogni martedì andremo alla scoperta di una tradizione musicale che ci lega alle nostre radici e ci racconta chi siamo. Come sempre, buona lettura!
Il trallallero (tralalêro in ligure) è una forma di canto tipica della nostra città e del suo entroterra, ben rappresentato, ancora oggi, dalla Squadra di Bel Canto Popolare Genovese 'A Lanterna'. La sua storia inizia nel febbraio del 1979, quando, nel cuore di Genova, due storici gruppi di canto, la ‘Nuova Molassana’ e la ‘Castagna’ di Serra Riccò, decisero di fondere le loro voci e le loro anime. Non solo per necessità, come racconta Giorgio Gennaro, uno dei membri più appassionati della squadra e attualmente direttore del gruppo, in sostituzione di Enzo Piccardo: “Mancavano componenti in entrambi i gruppi, e così, per amicizia, hanno deciso di fondersi in un’unica realtà, ‘A Lanterna’. L’impegno era quello di cercare di salvaguardare i canti popolari nella loro generalità, canti d’autore fatti appositamente per le squadre di canto e canzoni della tradizione adattate alla squadra." Nasce una delle squadre di trallallero più longeve, con l’obiettivo chiaro di mantenere vivo un canto che si perde nelle pieghe della storia, tramandato da generazioni, senza utilizzare spartiti ma solo attraverso la voce.
'A Lanterna' non è solo una squadra di canto: è una famiglia, un gruppo di amici che, di settimana in settimana, hanno condiviso la passione per il canto polifonico che solo poche voci al mondo possono eseguire. Presidente del gruppo è Lino Macchiavello, e l’attuale formazione dei 'canterini' vede presenti: Giampiero Bisio, tenore o 'primmu'; Paolino Marcenaro, baritono o 'cuntrubassu'; Claudio Valente, soprano 'cuntraetu'; Furio Pedemonte, voce chitarra ('chitara'); Enrico Lovotti, Lino Tamburelli, Sandro Faveto, Mirko Bonazza, Giovanni Gennaro, Dino Casazza e Leonardo Zuccarino e Angelo Asborno, bassi. “Il tocco unico che distingue il trallallero dagli altri canti è la voce chiamata 'La Chitarra' - racconta Gennaro con orgoglio -. È una voce che non dice mai parole, ma accompagna con un suono nasale, tenendo due dita davanti alla bocca. Stabilisce il tempo e riempie i vuoti. Questa voce è unica nel nostro coro.”
Anno dopo anno, 'A Lanterna' ha cantato, affrontando perdite, difficoltà, ma sempre con lo spirito di chi non si arrende mai: “L’età media è sulla sessantina - racconta ancora il direttore - C’è qualche membro più giovane, ma si fa più fatica ad avvicinare i ragazzi. Nel corso degli anni qualcuno ha lasciato il gruppo per motivi di età, qualcuno è purtroppo venuto a mancare. Anche il Covid ha avuto un impatto importante, perché non ci si poteva incontrare per fare le prove”. Oggi, i canterini si danno appuntamento ogni due settimane per cantare insieme, ma anche per il piacere di stare in compagnia: “La carta d’identità per noi non esiste, ridiamo e scherziamo come se fossimo una famiglia. Ci si diverte, si ride, si scherza, si fanno delle mangiate tutti insieme”, racconta Gennaro con calore.
Quello che rende unico il canto dei trallalleri è che “si tramanda solo a orecchio, e senza questa abilità non si può partecipare. Nessuno di noi è un musicista professionista, andiamo tutti a orecchio. E questa è una caratteristica imprescindibile." Nonostante le difficoltà, la passione resta viva, come quella scintilla che ha dato origine alla squadra tanti anni fa.
I ricordi di esibizioni memorabili sono tanti. Gennaro racconta con orgoglio la loro partecipazione al Teatro Carlo Felice all’inizio degli anni 2000, un evento che ha segnato una tappa importante nella storia della squadra. "Cantare sul palco del Carlo Felice è stata una bella soddisfazione", ricorda. "Abbiamo cantato anche in altri teatri, come il Cantero di Chiavari, e partecipato a rassegne fuori regione. Abbiamo ricevuto due premi importanti: il Premio Liguria e il Premio A Compagna nel 2001, dedicato a Giuseppe Marzali". Questi momenti di gloria hanno segnato profondamente il percorso di 'A Lanterna', dando forza a una tradizione che, senza questi eventi, rischierebbe di spegnersi. “Se si tiene duro, le soddisfazioni arrivano. Quando il pubblico ti ascolta in silenzio e ti applaude, ti senti ripagato di tutto" racconta Gennaro, che ricorda quando a Natale ci si riuniva alla Fratellanza di Pontedecimo insieme a squadre di canto provenienti da tutti i quartieri: “Oggi siamo in sei o sette squadre, oltre a una di Savona, e gli impegni sono sempre più rari. Però non perdiamo la speranza: è una questione di passione.”