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Cronaca | 23 gennaio 2025, 15:38

Alcol e risse nel centro storico, i residenti pubblicano un video e lanciano l’ultimatum al Comune: “Pronti a chiedere risarcimenti”

Netto il grido d’allarme di chi vive nei vicoli: “Una vasta parte del quartiere è ‘terra senza regole’ in balia di fenomeni devastanti”

Alcol e risse nel centro storico, i residenti pubblicano un video e lanciano l’ultimatum al Comune: “Pronti a chiedere risarcimenti”

Basta a tutte le forme di prevaricazione dei diritti dei residenti, il Comune adotti senza indugi tutte le misure per restituire vivibilità al centro storico”.
Va dritto al dunque il grido d’aiuto che arriva dall’associazione ‘Vivere il Centro Storico di Genova’ e che, con tanto di supporto video, porta alla luce una realtà quotidiana fatta di schiamazzi, risse e situazioni fuori controllo tra i vicoli. Un tema annoso e conosciuto ma che, ora, per i residenti necessita di un concreto intervento da parte dell’amministrazione comunale.
Chiediamo che siano messi in atto i necessari provvedimenti urgenti a tutela della salute pubblica - si legge nella nota dell’associazione - che ha priorità assoluta rispetto a un fuorviante e fuorviato ‘diritto’ al divertimento”.

I residenti, nello specifico, chiedono: 
- La messa in campo di tutti i provvedimenti atti a riportare il livello del rumore entro i limiti di legge, tenendo conto di quanto sentenziato dalla Cassazione, in relazione alle cause già arrivate a sentenza definitiva nelle altre città, in cui è stato anche riconosciuto il risarcimento ai residenti (es. Torino, Brescia, Milano, Pescara, Napoli): nel frattempo già altre sono in corso nei confronti dei Comuni, sulla base del riconoscimento della loro responsabilità diretta di quanto avviene sul suolo pubblico, a danno dei residenti
- La messa in campo di ogni provvedimento che la recentissima sentenza del Consiglio di Stato riconosce essere legittimamente nelle facoltà del Comune per tutelare la quiete pubblica e la sicurezza dei residenti
- La revisione degli orari di apertura notturna, per tutti i locali che somministrano alcolici (attualmente fino alle tre) e ‘kebabbari’, ‘paninari’ ecc. (aperti anche fino alle cinque)
- La chiusura definitiva dei locali (chupiterie) sanzionati per vendita di alcol ai minori e il rafforzamento dei controlli
- L’esecuzione urgente di nuovi rilevamenti fotometrici nella zona della movida
- La revisione della localizzazione e attribuzione di dehors, oltre ad altri provvedimenti accessori di cui si è parlato più volte, senza mai metterli in atto (come ad esempio l’abolizione dell’uso dei bicchieri di plastica)

L’associazione, inoltre, chiede un incontro urgente con gli amministratori per affrontare il problema in tutti i suoi aspetti.
Una vasta parte del centro storico continua ad essere drammaticamente ‘terra senza regole’, da anni in balia di una movida contrassegnata da fenomeni devastanti - prosegue la nota di ‘Vivere il Centro Storico di Genova - a cominciare dalla diffusione esponenziale dell’alcolismo giovanile e del grave danno alla salute dei residenti a cui è impedito il necessario riposo notturno. Rumore già fuori legge per gli affollamenti abnormi dovuti alla movida che, insieme all’espandersi ovunque dei dehors, sono del tutto incompatibili con i luoghi. Dalle 23 in poi convergono giovani da tutti i quartieri, molti attratti dall’ampia offerta di alcol, per lo più a basso costo, disponibile fino a notte inoltrata”.

Per l’associazione “neanche il riconoscimento da parte dei godici del TAR del ‘grave degrado’ in atto ha spinto l’amministrazione a mettere in campo strumenti e provvedimenti minimamente efficaci a far cessare il danno alla salute (nonché al patrimonio) dei residenti”. Ritenute “inutili” anche le ordinanze anti-alcolsempre disattese e ritenute impraticabili anche dalla stessa Polizia Locale data la massa di frequentatori”.

Nella nota, infine, si parla anche di “rumore costantemente fuori norma” con la mancata applicazione delle norme del ‘Regolamento di Polizia Urbana’ e di risarcimenti richiesti in caso di mancato intervento da parte del Comune.

Redazione

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