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Attualità | 10 gennaio 2025, 08:00

Esselunga a Sestri Ponente, i commercianti a muso duro contro Bucci: "Basta grande distribuzione" - VIDEO

Gli esercenti hanno espresso il loro giudizio senza alcun dubbio: "Siamo contrari e pretendiamo di essere ascoltati. Noi non vogliamo l'insediamento di qualsiasi catena della gdo. Le conseguenze? Commercio decentrato, attività che chiuderanno e desertificazione del territorio. Ciò di cui abbiamo bisogno, invece, sono trasporti pubblici implementati, decoro urbano, illuminazione, sicurezza, aree verdi, parcheggi e tantissimo altro. Ma non certamente l'ennesimo supermercato"

Sestri Ponente e il probabile arrivo della nuova Esselunga: un tema spinoso che, dopo esser finito (apparentemente) nel 'dimenticatoio', torna al centro del dibattito politico e riaccende gli animi dei commercianti della delegazione ponentina, che non hanno tardato subito a far sentire la loro voce in questione. 

Il noto supermercato, finito nell'inchiesta sulla corruzione in Liguria che aveva portato in carcere l'ex presidente di Regione Liguria Giovanni Toti, ritorna ad essere tema di discussione e a metterlo in luce è direttamente Marco Bucci che, a margine di una conferenza stampa di pochi giorni fa, ha risposto a una domanda su quello che sarà il futuro dell'area che, ad oggi, non vede ancora il permesso di costruire e la licenza commerciale da parte del Comune di Genova.

"Non sono io a doverlo decidere - ha detto il governatore - non mi ricordo com’è la prassi, ma non penso che sia la Regione, dipenderà da Esselunga. Mi sembra che non ci sia nessuno che dica di no". Bucci, dopo di che, ha ribadito: "I commercianti? Chiedete ai cittadini di Sestri se la vogliono, lo chiederò io".

Ma davvero non c'è nessuno che dice 'no'? A tal proposito, lo abbiamo chiesto direttamente noi ai commercianti (e che sono anche, ovviamente, in primis cittadini) della delegazione qual'è il loro pensiero in merito e se, effettivamente, sono favorevoli o contrari all'apertura non tanto di Esselunga come marchio, quanto invece alla costruzione di un altro supermercato (l'ennesimo) in un quartiere che, come tutta Genova, osserva sempre più il nascere di punti vendita della grande distribuzione organizzata. 

E la risposta da parte di tutti gli esercenti intervistati è stata netta e compatta: un secco 'no', senza tanti rigiri di parole. Un 'no' che non vuol essere una negazione al progresso e al costruire, tanto quanto invece lo è per l'arrivo di un altro supermercato (che sia Esselunga, Coop o qualsiasi altro marchio GDO) a Sestri Ponente e che, a differenza di altri passati, questa volta andrà ad occupare un'area intorno ai tremilacinquecento metri quadrati tra via Albareto e via Hermada, proprio alle porte d'ingresso nella delegazione arrivando dal centro cittadino. 

Una Sestri, quella di oggi, fatta ancora di piccoli commercianti che resistono, negozi a conduzione familiare e con una storicità unica ciascuno di loro, che non ha bisogno di un supermercato, un altro fra tanti, che accelera un processo sempre più dettato dall'anonimato di massa e da una strada che porta, inevitabilmente, alla desertificazione completa di un quartiere. Quartiere che, come gli stessi commercianti (e cittadini) affermano, ha bisogno di ben altro, tanto altro.

"Io sono sfavorevole a questi interventi che non tengono conto del tessuto sociale, dei servizi reali che ha bisogno la popolazione - afferma Federica Pedemonte, titolare della 'Farmacia Popolare' -. Un'apertura indiscriminata di negozi senza una pianta organica porta, inevitabilmente a degli squilibri. Squilibri che, di conseguenza, portano a serrande abbassate, a posti di lavoro sacrificati, a paura per i piccoli imprenditori sul territorio. Noi commercianti siamo preoccupati dell'assenza di un piano lungimirante, e che non può essere l'apertura di un supermercato. Un reale servizio è un pronto soccorso, siamo senza presidio sul territorio. Noi come farmacia siamo sempre aperti e invito tutti a vedere come passiamo il sabato e la domenica. Quindi, se si parla di offrire servizi alla popolazione noi siamo più che disponibili al dialogo, ma devono essere servizi a trecentosessanta gradi e non servizi che accontentano pochi e non tengono conto di chi vive e abita il quartiere. Come commercianti, non siamo contro il progresso: siamo per un'azione programmatica che consideri tutti gli aspetti. Sono anni che proponiamo piani di sviluppo per il quartiere ma le risposte le trovano sempre i grandi colossi; evidentemente noi piccoli non portiamo sufficientemente interesse". 

Un tessuto commerciale, quello di Sestri Ponente, fatto ancora di realtà familiari, di botteghe che profumano di una volta e che rendono vivo, con grande impegno, un quartiere: chi da vent'anni, chi da cinquanta, chi da settanta e chi da oltre un secolo, non hanno mai smesso di curarsi della piccola grande 'via del commercio'. In tema, esprime preoccupazione anche Laura Garrone, titolare dell'omonima polleria 'Garrone': "Con tutti questi supermercati aperti e che aprono, per noi piccole botteghe, nel mio caso storica, è davvero dura - afferma -. Noi stiamo reggendo per fortuna, ma ci sono altri colleghi, magari aperti da poco, che non tengono il colpo. Quando vado in giro e vedo le serrande chiudere una dopo l'altra, fa male al cuore e fa male alla città, perché ogni negozio è un faro per il quartiere che, così, rimarrà al buio e sarà inevitabilmente un disastro. Se andiamo avanti così, spariremo, perché è complicato competere con i grandi supermercati. Quello che noi certamente offriamo è una qualità e un rapporto umano che loro non hanno, perché noi come negozio, riferendomi alla qualità, compriamo solo da aziende che conosciamo bene e sappiamo bene come lavorano". 

Per Antonello Calautti, proprietario del noto bar nella centralissima via Sestri 'Tentazioni', come per tutti gli altri commercianti, la questione non è legata al marchio Esselunga, ma all'apertura di un supermercato, qualunque esso sia il nome: "Quello che dico è che la politica di quartiere, nonostante le belle parole e i premi promessi, permette l'apertura di un colosso a pochi metri dalla via centrale, che verrà a mungere e non a qualificare la delegazione - afferma Calautti -. Come posso dire a mia figlia di crescere a Sestri e a me stesso di investirci? Noi, tutti commercianti, vigiliamo nella zona, puliamo e a volte svolgiamo anche il ruoto di assistenti sociali; facciamo tutto. L'apertura in quella zona farà sì che moltissime persone si fermeranno lì e, di conseguenza, il quartiere si svuoterà sempre più; Esselunga, quindi, darà il colpo finale". 

Esprime la propria opinione sul tema anche la presidente del Civ di Sestri Ponente, Monia Modarelli (titolare del negozio '0-16 abbigiamento bimbi e ragazzi') che tiene a ribadire come il dissenso generale di tutti i commercianti non è rivolto all'apertura di Esselunga in quanto Esselunga, ma che è un 'no' all'insediamento di qualsiasi catena del settore. Per quanto concerne, invece, le parole del presidente di Regione Marco Bucci, che parla di necessità nel sentire ciò che la comunità pensa, Modarelli è chiara su questo discorso: "Quello che noi diciamo, sia come commercianti che cittadini di Sestri, è che l'offerta per fare la spesa è già immensa. Quindi, ciò di cui abbiamo davvero bisogno, non è un altro supermercato, ma di servizi: decoro urbano, trasporti maggiormente efficienti, aree verdi e soprattutto un sistema sanitario locale capace e funzionale" afferma, precisando che, per quanto concerne la nuova giunta con a capo il sindaco facente funzioni Pietro Piciocchi "attualmente si sta instaurando un confronto e Piciocchi ha ascoltato le nostre posizioni, differentemente da quanto accadeva in passato". 

Non manca il giudizio di Enrico Montolivo, il patron dello storicissimo negozio ponentino 'Giglio Bagnara', che da oltre centocinquanta è presente nella delegazione: "Il problema - afferma Montolivo - è capire se si stanno concedendo troppe nuove licenze in una città che, inevitabilmente, sta perdendo consumi e abitanti. Comune e Regione devono dettare la regia dell'equilibrio economico; è una loro chiara e precisa responsabilità. Noi dobbiamo stare attenti, perché se si aprono centomila metri quadrati di negozi, ne chiuderanno altrettanti e ciò comporta disastri sociali. L'apertura va concorda e regolata: inserire improvvisamente tutta quella porzione di metratura, porta conseguentemente le piccole attività locali verso la chiusura". 

Per Andrea Mantero, proprietario di diversi Carrefour nella zona, il colpo è già stato accusato diverso tempo fa con la seconda apertura di Esselunga nella zona del terminal traghetti: "Ai tempi, appena aperta, avevo registrato un -3% di fatturato - afferma -. Dovesse aprire qui, che francamente reputo troppo vicino al nostro centro storico, la previsione è di registrare un -30% e mi troverò costretto a lasciare a casa del personale, circa cinque persone. Per me il problema non è l'apertura di un altro supermercato, ma è la metratura di cui stiamo parlando, che non permette la minima competizione". 

L'arrivo di Esselunga, come di qualsiasi eventuale altra catena, per Barbara Gagliardi, titolare dell'omonima 'Cartolibreria Gagliardi', comporterà inevitabilmente del degrado e dell'insicurezza: "Io, sono contraria - precisa fin da subito -. Qualsiasi supermercato ci danneggerà senza dubbio. Io chiedo alle persone di rendersi conto dell'importanza dei negozi di quartiere. Un domani che le saracinesche saranno tirate giù una ad una definitivamente, il degrado si farà sentire eccome. Io quello che chiedo è sicurezza". 

C'è chi, fra tutti, si trova praticamente a ridosso della struttura stessa che, probabilmente, sorgerà nei prossimi mesi (o anni): la 'Formaggeria Smile' in via Giotto. Per Gianni Pellegrini, il titolare, non c'è tanto da discutere: "Per me è un secco no all'apertura di tutti i supermercati - afferma deciso -. Viene a mancare il rapporto umano, il decoro urbano, più degrado e delinquenza. Inutile parlare di negozi storici e dare targhe di negozio storico se poi vengono permesse queste aperture. E poi, ci tengo a precisare un altro aspetto: perché ai grandi viene data facoltà di costruire in una zona a rischio esondazione, facendo tutto e di più per permetterne la costruzione, mentre se fosse un piccolo a chiederlo, non sarebbe mai stato possibile?". 

"Sestri Ponente è un centro commerciale naturale all'aperto, il più grande della Liguria: non ha bisogno di questo" affermano Patrizia e Silvia Nanì, titolari della storica 'Boutique Nanì'. "Noi siamo preoccupate - proseguono - perché l'apertura di un centro così impoverirebbe ulteriormente il tessuto commerciale, comportando chiusure, meno sicurezza e desertificazione del territorio. Come esempio concreto, basta vedere cos'è successo e come si è ridotta Sampierdarena dopo l'arrivo della Fiumara. Ci sarà l'angolo giochi e area verde dall'Esselunga? Sì, vero, ma all'ultimo piano dopo che sei obbligato ad entrare dentro il supermercato". 

Fa eco a tutti i commercianti anche Federico Bruccoleri, titolare della 'Farmacia Sestri Dr. Bruccoleri': "Noi siamo fortemente preoccupati per l'arrivo di un altro supermercato che, onestamente, sarà costruito troppo a ridosso della via pedonale e che, di conseguenza, comporterà una decentralizzazione delle attività. Questa giunta se vuole davvero portare un progetto di riqualificazione, dovrebbe puntare su parcheggi, aree gioco per bambini e tanto altro. Ricordiamo che a Sestri ci sono già stati supermercati che hanno aperto e dopo poco hanno chiuso. Lo dico chiaramente: Sestri Ponente è stata trascurata troppo e il degrado è presente nella nostra delegazione". 

C'è chi, fra tutti, rivolge un pensiero anche a tutte quelle persone, in particolare agli anziani, che, dovessero chiudere man mano i negozi di quartiere, faranno fatica a trovare un punto di riferimento in prossimità delle proprie abitazioni e dovranno spostarsi non di poco per raggiungere un luogo dove poter acquistare. Su questo punto si sofferma proprio Mariangela Caruzzo, titolare di una bottega che a Sestri ha fatto la storia: la 'Bottega Fratelli Caruzzo': "Quando i negozi, inevitabilmente, chiuderanno, come faranno tutte queste persone - sottolinea Caruzzo -. Sarà un problema sociale e la sicurezza verrà a mancare. Inoltre, so che Esselunga sarà fornita di un grande parcheggio e noi a Sestri non ne siamo forniti. Ecco, di questo ne avremmo certamente bisogno, perché invoglierebbe le persone a recarsi nella nostra delegazione a comprare". 

Un tema che, però, viene analizzato anche sotto il profilo dello spreco alimentare ma anche della continua cementificazione sopra, in questo caso, un fiume: "Quanto cibo viene buttato e sprecato dai supermercati - precisano le titolari del negozio 'Pensieri Preziosi', Serenella e Anna -. Anche la pubblicità che Esselunga propone sul cibo regalato ai poveri, commercialmente vuol dire che qualcosa non va. Onestamente riteniamo che la zona, quella del Chiaravagna, non sia l'ideale dove buttare ulteriore cemento in un fiume che ha già avuto problemi in passato. Ricordiamo che è stato già buttato giù un caseggiato che dava fastidio al fiume. Marco Bucci non ascolta assolutamente quello che gli dicono le persone; noi lo abbiamo invitato diverse volte per un confronto ma non c'è stato nulla da fare. Noi piccoli commercianti siamo il tessuto del quartiere: aiutiamo le persone a sentirsi sicure, spesso vengono da noi solo per una chiacchierata. Non possiamo essere paragonati a situazioni come un supermercato di quelle dimensioni dove il turnover di personale è costante e non c'è possibilità di instaurare un rapporto perché si rimane sempre nell'anonimato". 

Una concorrenza che, per diversi aspetti, non sarà propriamente alla pari: "Per noi sarà concorrenza sleale, in primis perché noi non abbiamo parcheggi - precisa Marco Fabbiani, titolare della 'Macelleria Fabbiani' -. Il territorio ha bisogno di altri investimenti su quello che è già un centro commerciale di via. Le istituzioni non ci aiutano nel cercare nuove formule, ma ciò che sanno fare è aprire nuovi centri commerciali". 

Federico Antonopulo

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