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Videogallery | 09 gennaio 2025, 08:00

Testimonial del dialetto - Alessandro Guasoni, il genovese tra ironia e cultura con il suo "Insultario" (Video)

Il suo nuovo libro, dedicato a insulti, imprecazioni e modi di dire poco gentili, offre uno spaccato inedito e provocatorio del genovese. “Non avrei mai immaginato di scriverlo - ci racconta - All’inizio l’idea mi sembrava fuori luogo, dopo anni passati a cercare di far uscire il genovese dalle secche del folklore. Poi ho capito che anche il turpiloquio ha una sua importanza storica e culturale”

Non solo poesia, racconti o commedie: Alessandro Guasoni, uno dei più prolifici autori contemporanei in lingua genovese, questa volta si è avventurato in un territorio apparentemente più leggero, ma culturalmente profondo. Con il suo nuovo libro, Insultario genovese-italiano, Guasoni porta alla ribalta l’anima più irriverente del genovese, esplorandone insulti, imprecazioni, modi di dire poco gentili e filastrocche spesso dimenticate. Un progetto che, nelle parole dell’autore, "non avrei mai immaginato di scrivere, ma che si è rivelato importante per il valore storico e culturale di una lingua che rischia di perdersi”.

“All’inizio ero perplesso - ci confessa Guasoni - Dopo anni passati a cercare di far uscire il genovese dai confini del folklore, non ero sicuro che scrivere un insultario fosse una buona idea. Poi ho capito che anche questo aspetto della lingua ha un valore storico”.

Dietro le pagine dell’Insultario si cela un lavoro di ricerca attento, ma anche il recupero di memorie personali. “Ci sono voluti circa due o tre mesi per scriverlo - spiega Guasoni - Ho preso spunto da studiosi come Michelangelo Dolcino, Aidano Schmuckher e Walter Fochesato, ma ho anche attinto ai ricordi della mia infanzia. Molte delle espressioni raccolte non si trovano nei libri, sono rimaste vive solo nella tradizione orale”.

Una di queste è stundaiu. “Descrive chi cambia spesso idea - racconta Guasoni - Un tempo i genovesi si riconoscevano più in questo difetto che nel classico stereotipo dell’essere tirchi. Lo dimostra anche il detto: ‘La fuga dei genovesi dura tre giorni’, a sottolineare la tendenza a cambiare opinione rapidamente”.

Ma tra i ricordi spunta anche una filastrocca che il tempo non ha cancellato: quella dello “zio Domenico”. “Era una satira popolare cantata sulla melodia de La donna è mobile. Diceva: ‘Mio zio Domenico è andato al fronte con i genitali riattaccati, glieli avevano tagliati’. Mi sono sempre chiesto se dietro ci fosse una critica politica o solo un’ironia spensierata. Rimane uno dei ricordi più vividi della mia infanzia”.

Se l’Insultario celebra il genovese in tutte le sue sfumature, Guasoni non nasconde una certa amarezza per il futuro della lingua. Il genovese si parla sempre meno perché non serve - dice con franchezza - Tra di noi comunichiamo in italiano, con chi vive fuori regione usiamo italiano o inglese. Rimangono ragioni affettive, sentimentali o politiche, ma non sono sufficienti a farlo sopravvivere”.

L’autore riflette anche su quello che potrebbe essere il destino del genovese: “Forse finirà come l’irlandese: studiato a scuola e presente nella toponomastica, ma poco parlato nella vita quotidiana. A volte penso che possa fare la fine del latino o del greco antico, che oggi si vedono solo in contesti accademici o in video su YouTube”.

Anche nella sua infanzia, il declino della lingua era evidente. “Cinquanta anni fa mia madre diceva che il genovese non lo parlava più nessuno. In casa usavamo l’italiano, ma ascoltavo i parenti conversare in genovese e da lì è nato il mio interesse. È una lingua che mi ha sempre affascinato, anche se non era più al centro della quotidianità”.

Alessandro Guasoni è un autore prolifico e appassionato, capace di spaziare tra generi diversi, dalla commedia teatrale alla poesia, fino alla narrativa. “Negli ultimi tempi ho scritto molto - racconta - L’anno scorso sono uscite due commedie, e ora sto lavorando a una raccolta di racconti brevi e a un libro di poesia che dovrebbe uscire entro l’anno”. Con l’Insultario, però, Guasoni aggiunge un tassello particolare alla sua produzione. La lingua non è solo arte raffinata, è anche vita quotidiana. Gli insulti e i modi di dire coloriti fanno parte della nostra cultura, raccontano le relazioni, le tensioni e persino l’umorismo di una comunità.

I VOLTI E LE STORIE CHE CELEBRANO LA LINGUA LIGURE 

La nostra rubrica Testimonial del Dialetto ha portato ai lettori tante storie appassionanti, che continuano a tracciare il profilo di una Liguria viva e pulsante. Ecco i protagonisti che ci hanno accompagnato:

Gilberto Volpara, giornalista e divulgatore della cultura e delle tradizioni locali.

- Il professor Franco Bampi, accademico e instancabile promotore della lingua e delle tradizioni genovesi. 

Anto Enrico Canale, conoscitore della lingua ligure e membro dell’Associazione O Leûdo. 

Cito Opisso, gestore di un pub e promotore della cultura genovese attraverso il dialetto e la convivialità.

Francesco Pittaluga, autore di testi sulla storia e cultura locale.

- I Buio Pesto, la band dialettale guidata da Massimo Morini e Nino Cancilla, icone musicali della Liguria. 

Mike fC, rapper genovese che mescola il dialetto con le sonorità contemporanee.

Rita Bruzzone, consigliera comunale e promotrice della tradizione orale ligure.

Andrea Di Marco, comico e attore che ha saputo reinterpretare con ironia la cultura locale. 

Giampiero Cella, profondo conoscitore del folklore ligure.

Paolo Regati, appassionato promotore del dialetto genovese, che attraverso il suo sito raccoglie e condivide espressioni, storie e curiosità legate alla lingua e alla cultura locale.

- Marco Carbone, in arte "U Carbun", cantastorie moderno che mantiene viva l’oralità ligure.

Ennio Cirnigliaro, storico e archeologo appassionato di cultura locale.

Cesare Garibaldi, direttore di bande musicali che hanno segnato la tradizione musicale della regione.

Giovanni Cambiaso, in arte Garsonetto, giovane rapper che usa il dialetto per raccontare storie urbane.

Carlo Sparviero, artigiano che con il suo lavoro rappresenta il connubio tra tradizione e innovazione.

Beppe Gambetta, cantautore e chitarrista di fama internazionale, custode delle radici liguri attraverso la musica.

Bruno Gattorno, autore e interprete di classici rivisitati della tradizione genovese.

Vladi Zullo, leader de I Trilli, storica band dialettale genovese.

- La compagnia teatrale “Quelli de na votta”, che porta in scena il dialetto ligure con passione.

Davide Cabona, cantautore che racconta storie liguri con una vena poetica unica. 

I Demueluin, musicisti che mescolano modernità e tradizione nel loro repertorio dialettale.

Vinicio Raso, figura chiave nella celebrazione del centenario della stazione di Sestri Levante.

Franco Po, cuore organizzativo della storica Sagra del Bagnun di Riva Trigoso.

- Il mitico Tipo Mustopo, leggenda popolare della comicità genovese.

Franco Casoni, scultore e artista che rende omaggio alla Liguria attraverso le sue opere.

Filippo Noceti, l’autore del “belìn” che unisce i liguri  

- Il sogno di Fabio Farina: tradurre testi impegnati in genovese per “normalizzarlo” e riportarlo a teatro

- Il cantautore Gioacchino Costa torna con l’album ‘Miserie’ e ricorda il maestro Armando Corsi

- La magia del Natale in lingua ligure con la piccola Bianca Maria

- Il fisico e ricercatore all’Ufficio Europeo dei Brevetti Mauro Boero che vive in Olanda ma continua a coltivare il legame con la sua terra attraverso il genovese

Marco Garibaldi

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