Non si proseguirà perché il reato, accaduto tra il 2005 e il 2006, è prescritto.
Così ha deciso la Procura di Genova in merito alle violenze sessuali subite dalla consigliera comunale Francesca Ghio che, nel corso del consiglio comunale dello scorso 26 novembre, proprio all’indomani della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, aveva denunciato di essere stata violentata a dodici anni.
Non si procederà dunque e il fascicolo per violenza sessuale aggravata, assegnato al Pubblico Ministero Panichi sarà archiviato.
Nel corso della sua denuncia shock, Ghio aveva fatto sapere di essere stata violentata da un dirigente della Genova bene e, tramite il suo legale, aveva ribadito di essere pronta a fare il nome del suo violentatore.
Come emerso anche durante le indagini affidate ai Carabinieri, gli abusi sarebbero andati avanti per anni ma sarebbero finiti prima del 2012, data in cui è stata introdotta la legge che raddoppia i tempi di prescrizione per i reati di natura sessuale.
Ghio ha così commentato la decisione della Procura: “Se ho raccontato questa storia non è per vendetta o per avere un risarcimento, ma per dare voce a tutte le donne che subiscono violenza e per fare delle riforme”.
Ancora: “Se la Procura ora chiede l’archiviazione senza nemmeno voler sapere il nome lo trovo triste e una brutta figura da parte della magistratura. Questa persona è ancora a Genova ed è tra noi, forse sarebbe utile per chi ha l’onere e l’onore di difenderci sapere chi è”.
Per Ghio non essere stata ascoltata è equivalso a non aver riconosciuto la dignità al coraggio della denuncia.
Per l’avvocato che segue Ghio, Michele Ispodamia, è curioso che la Procura, dopo aver aperto un procedimento in base alle dichiarazioni della consigliera, ora chieda l’archiviazione senza sentire proprio Ghio: “Mi chiedo allora perché lo abbiano aperto”.
La denuncia, avvenuta all’interno dell’aula del consiglio comunale, ha fatto il giro di tutta l’Italia arrivando persino alla premier Giorgia Meloni che ha deciso di telefonare alla consigliera. Venti minuti di colloqui durante il quale Ghio ha ribadito la sua posizione: “Non arretro di un centimetro e ho usato anche questa sua chiamata per dirlo. A chi politicamente vuole la mia attenzione dicendomi che sono stata brava, rispondo che non ha capito l’essenza del mio gesto”.