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Attualità | 03 gennaio 2025, 08:00

Alla scoperta dei Rolli - Il palazzo che influenzò lo sviluppo urbanistico di Genova

Palazzo Brignole-Durazzo, edificato tra il 1626 e il 1628, per oltre un secolo è stato il termine di Strada Nuova, assieme al suo ‘dirimpettaio’, palazzo della Meridiana. Gli affreschi dei De Ferrari e le sculture del Parodi sono alcune tra le ricchezze artistiche che questo edificio conserva

Prosegue oggi, e andrà avanti per tutti i venerdì successivi, ‘Alla scoperta dei Rolli’, un servizio seriale de ‘La Voce di Genova’ dedicato a una delle caratteristiche principali della nostra città, che è valsa anni fa il riconoscimento Unesco come Patrimonio dell’Umanità. Si tratta del sistema dei Palazzi dei Rolli: edifici che sono vere e proprie perle del centro storico e non solo. Vi accompagneremo dentro con i nostri racconti, ve li faremo scoprire con le fotografie, vi illustreremo aneddoti e curiosità. Sempre per amore di Genova e delle nostre eccellenze. Buon viaggio insieme a noi!


 

Accanto, o per meglio dire di fronte a palazzo della Meridiana, nel XVII° secolo si trovava un altro edificio a concludere Strada Nuova.

Era Palazzo Brignole-Durazzo, un edificio di importanti dimensioni capace di essere ancora ai giorni nostri l’esempio perfetto di una architettura di pregio nel cuore della città.

La sua posizione strategica e il suo giardino hanno influenzato la conformazione urbanistica della città per più di un secolo. Infatti, fino al 1786, insieme al Palazzo Gerolamo Grimaldi situato di fronte, il palazzo impediva la prosecuzione della Strada Nuova verso ponente, prolungamento avvenuto solo con l'apertura di Strada Nuovissima, oggi conosciuta come via Cairoli.

L’edificio venne costruito tra il 1626 e il 1628 su commissione di Giovanni Battista Brignole, che affidò il progetto a Bartolomeo Bianco, uno degli architetti più noti dell'epoca, già impegnato in importanti cantieri genovesi. Il palazzo fu realizzato su strutture preesistenti appartenenti alle famiglie Brignole e De Franchi, con un ingresso originariamente collocato sul vico di Santa Maria degli Angeli. Qui si trovava anche una loggia affacciata sulla via, mentre l’architettura interna presentava una configurazione atrio-scalone tipica della costruzione in pendenza.

L’apertura della Strada Nuovissima segnò un cambiamento cruciale per il palazzo. L’ingresso principale venne spostato sulla nuova arteria cittadina e i grandi telamoni scolpiti da Filippo Parodi furono posti ai lati del nuovo portale. Anche l’architettura dell’atrio subì modifiche significative: il soffitto venne ribassato per adattarlo ai nuovi livelli urbanistici e la facciata assunse una nuova configurazione neoclassica.

A metà Ottocento, il palazzo passò alla famiglia Durazzo, che ne modificò ulteriormente l’aspetto architettonico. Tra gli interventi più rilevanti, vi furono la chiusura del grande terrazzo rivolto a sud e la decorazione del portico anteriore. Questi lavori furono eseguiti da Federico Leonardi, che impreziosì le volte con motivi di grottesche neocinquecentesche, e da Giuseppe Isola, responsabile della decorazione dell’atrio.

La magnificenza della residenza è ancora oggi evidente negli affreschi che decorano le volte del piano nobile. Realizzati da Gregorio e Lorenzo De Ferrari, raccontano storie mitologiche come quelle di Flora, Prometeo che infonde vita alla statua, Aurora e Diana alla ricerca di Endimione. Il salone principale ospita inoltre busti marmorei di altissimo pregio: accanto al ritratto di Giovanni Battista Brignole scolpito da Jacopo Antonio Ponzanelli, si trovano tre busti della famiglia Durazzo realizzati da celebri scultori genovesi come Filippo Parodi, Francesco Maria Schiaffino e Nicolò Traverso.

Come tantissimi edifici che ancora popolano il tessuto genovese, palazzo Brignole-Durazzo è un elemento di inestimabile valore per raccontare la storia della città. Con le sue trasformazioni è capace di riassumere secoli di avvicendamenti in campo artistico e non solo.

Isabella Rizzitano

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