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Politica | 29 dicembre 2024, 08:00

Genova al voto, la ricetta dell’ex senatore Pd Gustavino per il ‘campo largo’: “Bisogna fare come Sparta e Atene, stando insieme hanno salvato la Grecia dal nemico comune”

Intervista al primario ostetrico-ginecologo del San Martino che all’evento di Stradanuova ha conquistato l’applauso citando le canzoni del prossimo Festival di Sanremo: “Si ripensi la governance degli ospedali e il pubblico dia sempre le carte”

Claudio Gustavino

Claudio Gustavino

Quando ha preso la parola al teatro di Stradanuova il sonnacchioso pubblico del centrosinistra ligure radunato da Orlando non ha staccato per un istante gli occhi dal palco. Bando alle banalità, Claudio Gustavino si è presentato alla costituente del ‘campo largo’ citando i titoli di tre canzoni in gara al prossimo Festival di Sanremo: “Dimenticarsi alle sette” di Elodie, “Quando sarai piccola” di Simone Cristicchi e “Cuoricini” dei Coma_Cose. E li ha collegati alla sanità, alle ultime elezioni regionali, alla situazione politica ligure e cittadina.
Primario ostetrico-ginecologo al San Martino di Genova, Gustavino è uscito dalla scena della politica attiva nel 2013 dopo essere stato consigliere comunale nel capoluogo, consigliere regionale in Liguria e, dal 2008, senatore con il Partito Democratico. La sua carriera è iniziata nella Democrazia Cristiana, poi ha aderito prima al PPI e poi a La Margherita. Strada nel mondo del centrosinistra che si è conclusa con l’ingresso nel Pd.  Dopo essere passato nel 2010 all’Unione di Centro, nel 2013 ha scelto di non ricandidarsi e di dedicarsi a tempo pieno alla sua professione che lo ha portato, il 24 dicembre scorso, a compiere 25 anni di primariato al San Martino.
Salendo sul palco del centrosinistra al teatro di Stradanuova, Claudio Gustavino ha incarnato (volontariamente o meno) quell’apertura al mondo civico che Andrea Orlando va sbandierando a destra e a manca sulla strada che porta alle amministrative della primavera 2025. E il suo messaggio post fallimento delle regionali è chiaro: “Bisogna fare come Sparta e Atene, serve capire chi sono i nemici. Contro i persiani stavano insieme e hanno salvato la Grecia”. Niente divisioni, niente balletti sulle alleanze: “Se hai il potere lo dividi, se non ce l’hai non hai niente. Se non vinci cosa fai? Stai eternamente all’opposizione? Che visione è? È fanciullesca”.

Come mai nel 2013 ha scelto di fermarsi?
Sono stato un politico di gavetta, da consigliere di circoscrizione a senatore, ho fatto tutto quello che uno di Rivarolo Ligure poteva fare. Si era chiusa una stagione, ma non ho certo dismesso la passione per la politica. In questo tempo sono sempre rimasto nell’ambito del centrosinistra, ho seguito Matteo Renzi perché ha una visione politica profonda del Paese, è un politico di prima grandezza. Mi interessava poco l’apparenza, ma questo è il mio campo da sempre

Perché questo suo riavvicinamento alla politica attiva?
Sono tornato per le regionali, come uomo del servizio sanitario pubblico ho intuito che la navigazione era verso l’iceberg e ho messo a disposizione la mia esperienza con tanta gioia. Ho provato a dare una mano ad Andrea Orlando che mi sembrava adeguato al ruolo di presidente. Ci voleva un politico, non un manager. La mia esperienza mi ha insegnato che a volte bisogna scendere in campo per un bene comune, non per ambizioni personali. Nei cinque anni in Senato mi sono occupato di sanità e sono riuscito a far mettere sulle ricette il farmaco generico. Lavoro perché mi piace studiare le cose

E torna citando le canzoni di Sanremo…
Sono un attento osservatore del Festival da sessant’anni e trovo che sia un fenomeno di costume oltre che musicale. Do anche i voti alle canzoni. All’evento di Orlando ho portato i titoli che mi hanno ricordato il momento che stiamo vivendo, soprattutto in rapporto alla sanità per la quale ho un motivo di passione. Da quarant’anni vivo nel sistema pubblico e sono un po’ preoccupato. Massimo Nicolò è un collega che conosco da tempo, quando è stato scelto come assessore gli ho fatto immediatamente gli auguri dicendo che faccio il tifo per lui. Spero che faccia bene per i cittadini, ma devo osservare che in campo c’è molto poco

Quale sarebbe la sua ricetta per la sanità ligure?
In campagna elettorale avevo sostenuto l’idea che chiunque fosse arrivato lì avrebbe dovuto portare una legge per riformare il sistema dalla governance. Lo dico perché ho rispetto delle istituzioni e so che le cose non si fanno mettendo la spada sulla spalla di qualcuno dicendogli di andare a combattere, ma si fanno con le leggi. Ci sono cose grosse da modificare, da Alisa al numero della Asl, alla governance degli ospedali. Credo che occorra fare in fretta e rigovernare quello che si ha. Quello che avremo arriverà tra qualche anno, nel frattempo bisogna arrivare in piedi. Non penso occorra imbarcare il privato, contro il quale non ho nulla, ma è il pubblico a dover dare le carte, prima di tutto a sé stesso. L’idea che il privato possa arrivare per risolvere il problema delle liste d’attesa mi preoccupa. Se costruisci un sistema in cui ‘Villa Azzurra’ risponde meglio rispetto alla cardiochirurgia del San Martino allora hai fatto un’operazione in cui qualcuno ottiene quello che dovrebbe ottenere il pubblico

Si sente un simbolo dell’apertura di Orlando al mondo civico? Pensa sia quella la chiave per le amministrative?
Sì, penso sia una cosa intelligente. Non perché bisogna ricorrere alla definizione di politico e civico, ma bisogna coinvolgere tutte le sensibilità in campo. Nel momento che la politica sta vivendo bisogna coinvolgere le professioni, le passioni, il volontariato. Non perché ritengo che il civico sia superiore alla politica, ma perché è necessario. Perché vota il 55% dell’elettorato ed è evidente che la politica non riesce ad attrarre tutte le sensibilità. Non dimentichiamo che la storia del mondo civico inizia da lontano, ricordo le esperienze degli anni prima di ‘Mani pulite’, quando il mondo civile è sempre stato cercato

Che idea si è fatto del risultato delle regionali? Cosa deve fare il centrosinistra per non ripetere alle amministrative gli stessi errori delle regionali?
Bisogna fare quello che facevano Sparta e Atene, serve capire chi sono i nemici. Contro i persiani stavano insieme e hanno salvato la Grecia. Mi chiedo ancora che senso abbia discutere di Italia Viva sì o Italia Viva no…ma siamo ancora lì? Credo che ci siano da vincere le amministrative di Genova per fare meglio di quello che sta facendo il centrodestra che ha esaurito la spinta di Bucci. Se vuoi vincere, devi stare insieme. Sono un nativo democristiano e che cosa fa un democristiano? Esisteva un partito più bilanciato della Dc? Vivere nelle correnti della Dc era come Squid Game, ma quando c’erano le elezioni la Democrazia Cristiana sapeva stare insieme per un motivo. Se hai il potere lo dividi, se non ce l’hai non hai niente. Se non vinci cosa fai? Stai eternamente all’opposizione? Che visione è? È fanciullesca. Facciamo un esercizio banale della politica, poi vediamo chi fa cosa. Ma prima cerchiamo di vincere in una città che ha dato un giudizio non positivo su Bucci. Non disperdiamo il vantaggio

E lei che ruolo avrà in campagna elettorale?
Quello che ho avuto alle regionali, se c’è da lavorare ci sarò. Non ho altre ambizioni

Pietro Zampedroni


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