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Attualità | 24 dicembre 2024, 09:00

Tempo di Natale - Le feste dei fuorisede, tra ritorni, attese e nostalgie

Tra viaggi spesso complicati e pacchi colmi di affetto, chi abita lontano dai propri cari cerca di ritrovare il calore della famiglia e degli amici durante le festività cercando 'casa anche lontano da casa'

Tempo di Natale - Le feste dei fuorisede, tra ritorni, attese e nostalgie

‘Tempo di Natale’ è la rubrica de La Voce di Genova per per entrare nel clima delle feste, fra tradizioni e nuove tendenze. In ogni appuntamento esploreremo temi legati al periodo, dai regali alle playlist da ascoltare, passando dalla ricerca del regalo perfetto e senza dimenticare il Grinch che vive in ognuno di noi. Un viaggio tra magia, leggerezza e un pizzico di ironia per vivere al meglio il momento più atteso dell'anno. L’autrice è Martina Colladon, laureata in Scienze della Comunicazione, che porta avanti anche l’appuntamento della domenica dedicato alla Generazione Z

Per i fuorisede, il Natale ha un sapore tutto particolare. È quella pausa tanto attesa in cui si torna finalmente a casa, dopo mesi passati lontano dalla famiglia, dai vecchi amici e dalla propria città d’origine. Ma il viaggio di ritorno a volte somiglia più a un’odissea che a una semplice partenza: treni affollati, rincari improvvisi dei biglietti, valigie stracolme di vestiti e di regali acquistati all’ultimo minuto. Eppure, nulla di tutto questo conta davvero quando, all’arrivo, si riapre la porta di casa e si viene accolti dall’odore del sugo della domenica o da quell’albero addobbato che non cambia mai.

Tornare a casa per Natale, però, non è scontato per tutti. Ci sono studenti e lavoratori fuorisede che, per vari motivi, scelgono o sono costretti a trascorrere le feste lontano. Per loro, il Natale si reinventa: si improvvisano cene con amici che condividono la stessa situazione, si telefonano genitori e nonni con videochiamate interminabili, e si cerca di portare un po’ di spirito natalizio anche nella nuova città, magari con un alberello di plastica o una playlist di canzoni che sa di casa.

In molti casi, però, c’è un piccolo gesto che riesce a far sentire il calore del Natale anche a chilometri di distanza: il famoso pacco da fuorisede. Un mix di prodotti tipici della propria città o paese che i genitori preparano con cura e che spesso contiene i cibi a cui i ragazzi sono più legati, insieme a mille golosità che parlano di casa. Aprire quel pacco è un rituale che scalda il cuore, perché dentro non ci sono solo alimenti, ma tutto l’affetto della propria famiglia. C’è anche chi, invece, riceve un’altra sorpresa: sono i genitori a viaggiare verso la città in cui vivono i figli, trasformando quella che inizialmente poteva sembrare una festa malinconica in un’occasione speciale. Le nuove tradizioni si creano così, un pranzo improvvisato in una cucina non troppo attrezzata, o una passeggiata serale per scoprire le luminarie della città.

Questa esperienza ha un aspetto nostalgico, ma anche una sfumatura di crescita. Il Natale da fuorisede insegna a dare un valore diverso alle piccole cose: a un biglietto prenotato con mesi di anticipo, al pranzo della vigilia con i parenti chiacchieroni, a quei momenti di calma che interrompono la frenesia della vita lontano. È anche una stagione in cui ci si rende conto di quanto la distanza possa far riscoprire il senso di appartenenza e di famiglia, perché se c’è una cosa che il Natale riesce a fare meglio di qualunque altra festa, è farci sentire più vicini a ciò che conta davvero. E per chi non torna, il Natale diventa anche un modo per creare nuove tradizioni: scoprire che una cena improvvisata con amici può avere lo stesso calore di un pranzo in famiglia, o che il senso delle feste può essere ritrovato anche in un semplice brindisi o in una serata passata a guardare un film di Natale con chi, come te, ha trovato una nuova “casa lontano da casa”.

In fondo, essere fuorisede a Natale significa questo: vivere una festa fatta di ritorni, di distanze e di nuove possibilità.

Martina Colladon

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