Un'inchiesta condotta da Altroconsumo ha rivelato che un terzo dei cittadini che ha viaggiato con un treno ad alta o media velocità negli ultimi dodici mesi è arrivato in ritardo a destinazione. In particolare, i ritardi si sono verificati nel 36% dei casi con Trenitalia e in percentuale inferiore con Italo. La tratta con il maggior numero di ritardi è stata la Milano-Genova, seguita dalla Bologna-Lecce. In due terzi dei casi, i ritardi non hanno superato la mezz'ora, limite oltre il quale è possibile richiedere un'indennità.
Circa una persona su due ha presentato un reclamo per ottenere un rimborso in caso di ritardi superiori ai trenta minuti, con quasi tutte le richieste inviate online. Trenitalia e Italo hanno evaso la quasi totalità delle richieste di indennizzo, principalmente attraverso voucher (46%) o accredito (42%) sulla carta utilizzata per l’acquisto.
Dall'inchiesta, che ha coinvolto millequattrocentonovantadue persone, inoltre, emerge che i passeggeri apprezzano di più i treni di Italo rispetto a quelli di Trenitalia, per quanto riguarda pulizia a bordo, livello di manutenzione e puntualità all'arrivo.
Ma perché i ritardi sono diventati così frequenti? I problemi sorgono quando i treni veloci, che hanno la precedenza, si immettono sulla linea normale. La rete dell'alta velocità è discontinua e si innesta su tratti della rete tradizionale. I treni italiani operano su due binari: uno veloce e privilegiato per le tratte ad alta velocità e uno tradizionale, dove circolano le vecchie carrozze. Negli anni, il problema della mancanza di puntualità si è esteso anche ai treni veloci, rendendo i ritardi una norma anche sulla rete Tav. A complicare ulteriormente la situazione ci sono numerosi cantieri previsti tra il 2025 e il 2026, che renderanno disponibili solo sporadicamente molte tratte ferroviarie, causando nuovi disagi per gli utenti. Attualmente, Rfi dichiara che ci sono circa 1100 cantieri aperti sulla rete, con un incremento del 20% rispetto al 2023.
Inoltre, i rimborsi per i passeggeri a causa della mancanza di puntualità sono esigui, poiché Trenitalia ha aumentato le soglie di ritardo per le quali è previsto un indennizzo: un escamotage per ridurre il numero dei rimborsi. Chi viaggia in treno riceve un rimborso pari al 50% del prezzo del biglietto, ma solo se il ritardo supera le due ore. Altroconsumo, tramite una petizione, richiede invece rimborsi integrali del costo del biglietto in tali casi, oltre a rimborsi che scattino per ritardi più brevi, adeguati a un servizio di Alta Velocità, e che siano attribuiti automaticamente agli utenti senza necessità di fare richiesta.
"Secondo la nostra ultima indagine, i disagi ferroviari sono sempre più frequenti anche a causa dei cantieri che hanno caratterizzato la scorsa estate e che proseguiranno nel 2025 e nel 2026. La modernizzazione della rete è certamente necessaria e prioritaria, ma deve andare di pari passo con il rispetto dei diritti dei passeggeri, che meritano un servizio di qualità adeguato ai costi sempre più elevati dei biglietti. Quanto sta accadendo evidenzia una grave carenza nella programmazione dei lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria e non possiamo permettere che a pagarne il prezzo siano i passeggeri", ha dichiarato Federico Cavallo, Responsabile Relazioni Esterne di Altroconsumo.
"Gli indennizzi previsti dal Regolamento europeo non sono sufficienti: attualmente il rimborso del 50% del biglietto è previsto solo per ritardi superiori alle due ore. Noi chiediamo il rimborso totale del biglietto, il rimborso del 50% per ritardi superiori a un’ora per tutti i treni e a 30 minuti per i treni Alta Velocità, considerando che, secondo la nostra indagine, il 34% dei treni in ritardo rientra in queste tempistiche. Inoltre, il 45% dei ritardi si colloca tra i 15 e i 30 minuti, per i quali attualmente non è previsto alcun indennizzo. Per questi casi chiediamo un rimborso del 30% del biglietto", specifica Cavallo.
Come Altroconsumo "chiediamo anche che i rimborsi siano automatici, senza inutili trafile burocratiche, e che il passeggero possa scegliere tra rimborso in denaro o sotto forma di voucher. Vi invitiamo quindi a firmare la nostra petizione: insieme possiamo fare la differenza e far sentire la nostra voce", conclude il Responsabile Relazioni Esterne di Altroconsumo.