Finanza e food erano gli argomenti che, con il mercato dell’arte, avevano fino a ieri orientato gli investimenti dell’imprenditore piemontese Luca Baravalle anche se, negli ultimi due anni, aveva fatto puntare l’attenzione più sulla crescita della Fondazione di famiglia che per le operazioni puramente finanziare di cui si occupava.
Fino a qui potrebbe sembrare un’operazione quasi banale, ma analizzandola nei particolari emergono numeri e rapporti istituzionali che la rendono alquanto esclusiva.
La San Michele Arcangelo è sostanzialmente una Fondazione che fa capo, oggi, ad altre nove tra fondazioni e consorzi, per un volume d’affari di oltre cinquanta milioni annuii, un bilancio che concede un avanzo che supera il 10%, oltre trecento tra dipendenti e collaboratori, oltre diecimila studenti annui solo in Lombardia, che è la regione in cui più è radicata. A questi numeri si aggiunge un piano di sviluppo che punta a raddoppiarli nei prossimi cinque anni e una partecipazione in Banca del Fucino.
Questo scenario è stato fotografato nella convention di Natale che ha avuto luogo nella sede di San Paolo d’Argon, un monastero in cui il fondatore e attuale presidente Daniele Nembrini ha annunciato il cambio di passo con l’ingresso di Baravalle.
Che ci fosse un progetto nell’aria era chiaro già dallo scorso settembre quando Baravalle era tra gli ospiti d’onore alla celebrazione del trent’anni della San Michele Arcangelo, tenutasi a Bologna alla presenza del Cardinale Zuppi, presidente della CEI e vicino alla Fondazione, e dalle parole di apprezzamento e stima che a più riprese e in più occasioni Baravalle aveva speso per Daniele Nembrini e che ha ribadito anche durante la convention: “senza Nembrini tutto questo non ci sarebbe” ha detto a latere dell’evento, rafforzando concetti espressi durante il suo discorso nel quale ha fortemente elogiato Nembrini.
“Una realtà unica nel suo scenario che ha offerto un’opportunità per la vita a oltre centodiecimila studenti, salvandone oltre mille da situazioni di debolezza psicologica e disagio familiare, questo è l’aspetto più significativo dell’opera di Nembrini fino ad oggi, che in valore supera di gran lunga i numeri finanziari e le partecipazioni azionarie” e ancora “vedo ancora lungo e ricco di crescita e soddisfazioni il percorso della San Michele e sempre con un rapporto stretto con Nembrini che ne resta fondatore ed elemento indispensabile di crescita oltre che punto di riferimento anche per me che, senza di lui, mai avrei accettato e colto questa sfida”.
Oltre duecento gli invitati all’evento di Natale ai quali è stato annunciato il piano di sviluppo del 2025: un posizionamento più nazionale della fondazione e una ottimizzazione dell’organizzazione amministrativa in linea, insomma, con le abitudini di Baravalle.