Settantuno persone hanno iniziato a lavorare per la costruzione della Diga di Genova dopo aver terminato il percorso di formazione previsto dal bando 'Formare per occupare'. Si tratta di ragazzi e giovani uomini (fino a un massimo di quarant’anni) di origine straniera, provenienti da situazioni complicate di migrazione verso l'Italia - prevalentemente dall'Africa -, molti di loro ospitati dai CAS (Centri di Accoglienza Straordinaria) genovesi.
Il progetto, nato dalla collaborazione tra E.S.S.E.G. (Ente Scuola e Sicurezza in Edilizia Genova) e Comune di Genova, in collaborazione con Regione Liguria, Ance Genova, sindacati e Fincosit, aveva come obiettivo quello di formare e inserire nel mondo del lavoro persone disoccupate. Il percorso prevedeva un periodo dedicato alla formazione, completamente gratuita e della durata di quattrocento ore, si è concentrata sulle competenze necessarie per lavorare alla costruzione dei cassoni della diga. Al termine del percorso, l'impresa Fincosit, responsabile dei lavori, si è impegnata ad assumere almeno il 60% partecipanti con un contratto edile che garantisce una retribuzione superiore alla media: ventinove persone sono già regolarmente operanti, mentre altre dodici firmeranno il contratto entro la metà di gennaio. Ulteriori trenta lavoratori che hanno completato il percorso saranno invece impiegati al di fuori di Fincosit, grazie alla collaborazione di imprese edili associate ad Ance e delle agenzie interinali. Quattro persone, invece, hanno rifiutato l’assunzione.
“Insieme al Comune abbiamo avviato la parte di ricerca del personale - spiega il presidente di E.S.S.E.G. Silverio Insogna -. Grazie alle varie agenzie abbiamo ricevuto cinquecento nominativi, e scoperto che quattrocentonovantanove arrivavano da persone provenienti dall’Africa. Abbiamo quindi organizzato dei corsi di formazione che partissero da zero, perché non si trattava solo di trovare dei carpentieri disoccupati, ma persone che non sapevano nulla del mestiere”. Alcuni di questi giovani si trovavano in Italia da pochi mesi, ed è stato necessario anche intervenire anche sull’alfabetizzazione e sulle vaccinazioni richieste dal mondo del lavoro, per poi passare alle competenze di carpenteria necessarie, che chiaramente saranno approfondite con il lavoro sul campo.
Nonostante l'opportunità di un lavoro stabile e ben retribuito, l'interesse da parte degli italiani è stato praticamente nullo: come detto, su cinquecento richieste di partecipazione, quattrocentonovantanove provenivano da stranieri. “L’edilizia da anni vede impiegato il cinquanta per cento di lavoratori di origine straniera - spiega il vice presidente di E.S.S.E.G. Mirko Trapasso, eletto dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori -. I giovani italiani non si avvicinano facilmente al mondo dell’edilizia, forse perché spesso viene considerato un lavoro di fatica, nonostante sia retribuito in modo più elevato rispetto a operai di altri settori. Paghiamo probabilmente gli effetti dei dieci anni di crisi che abbiamo avuto: dal 2009 al 2019 abbiamo perso la metà della manodopera, e questo ha sicuramente allontanato i giovani”.
L’iniziativa ‘Formare per occupare’ nasce con l’intento di trovare manodopera per portare avanti i cantieri e nello stesso tempo di formare persone disoccupate dando loro un lavoro per poter avviare il proprio futuro. “Molti di questi ragazzi non avevano mai lavorato, abbiamo avuto la necessità di utilizzare sei mediatori culturali per portare avanti il corso - spiega ancora Insogna - perché molti avevano problemi con la lingua e non sapevano che cosa sarebbero andati a fare. Ci siamo ritrovati quindi a perseguire un terzo obiettivo, a livello sociale, molto gratificante: dare un futuro a queste persone”.
“A livello sindacale abbiamo spinto molto su questo progetto, la soddisfazione è quella di aver inserito questi lavoratori in cantieri dove vengono rispettate le norme di sicurezza e i contratti - continua a spiegare Trapasso -. Mi auguro che tale progetto possa presto essere replicato per i cantieri delle altre grandi opere che interessano la nostra regione”.
Salvatore Sarpero, presidente di Fincosit, spiega: “Molti di questi lavoratori saranno impiegati nel lavoro di costruzione dei cassoni della Diga, come operai carpentieri ed edili: non sono lavori che si possono improvvisare, occorre una formazione ben svolta, e siamo felici di aver partecipato a questa iniziativa. È difficile trovare persone da occupare in questo settore, trovare qualcuno entusiasta per il mestiere: qui abbiamo trovato persone con grande voglia e capacità di imparare”.
Anche il Comune di Genova ha avuto un ruolo importante nella buona riuscita dell’iniziativa: “Questo è un grande giorno perché non solo questi 72 lavoratori, ma anche i lavoratori che verranno, potranno contare su un percorso che abbiamo elaborato e che potrà fungere da modello anche in altri comparti. Penso ad esempio al comparto dei carpentieri, delle riparazioni navali, dei saldatori: insieme alle organizzazioni sindacali sarà possibile elaborare e riportare questo modello anche altrove, e quindi farne un virtuoso per fare in modo che la formazione sia legata, come dice anche lo slogan, all'occupazione” spiega l’assessore Mario Mascia.
La formazione, che si è svolta presso la sede di E.S.S.E.G., in via Borzoli 61 A/B, si è articolata su 6 diversi corsi: 4 per la qualifica di operaio edile e 2 per carpentiere edile. Tutta la formazione erogata è stata completamente a titolo gratuito grazie ai finanziamenti pubblici che Regione Liguria ha destinato al progetto.
IL PROGETTO "FORMARE PER OCCUPARE" IN NUMERI:
persone colloquiate: oltre 500 persone iscritte alla selezione: 170
persone ammesse al corso: 91
persone che hanno portato a termine l'attività formativa: 75
persone qualificate: 68
persone assunte ad oggi da Fincosit: 29
persone che dovranno essere assunte entro la metà di gennaio da Fincosit: 12
persone che hanno rifiutato l'assunzione: 4
persone potenzialmente collocabili al di fuori di Fincosit: 30
numero di ore complessivo delle ore di formazione erogate: 29.259
di cui formazione in aula: 20.628
formazione stage: 8.631
cas/associazioni territoriali coinvolte: 8