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Genova | 20 dicembre 2024, 08:00

I cavalli selvaggi dell’Aveto, dall’abbandono a simbolo di un territorio

Nel Parco Naturale Regionale si incontra una comunità unica in Italia che ha dato vita a Wild Horsewatching, il progetto capace di trasformare la difficoltà di coesistenza in una risorsa, tra scienza, turismo e tutela della biodiversità

Nel cuore del Parco Naturale Regionale dell'Aveto, in Liguria, tra le splendide faggete che crescono in questa parte di regione, vive una comunità unica in Italia: è quella dei cavalli selvaggi. 

Questi animali, discendenti da cavalli domestici abbandonati, hanno sviluppato comportamenti selvatici adattandosi all’ambiente montano e da oltre dieci anni sono ‘osservati speciali’ di Wild Horsewatching, un progetto nato per proteggerli e a valorizzare il loro ruolo ecologico e turistico.

Abbiamo provato a trasformare quello che era un problema per molti, in una risorsa per il territorio”, racconta Evelina Isola, naturalista e fondatrice dell’iniziativa.

Wild Horsewatching è nato nel 2011 dalla sinergia di Isola e di Paola Marinari proprio per proteggere in primis questi animali ma anche per sensibilizzare sulla loro importanza ecologica.

Il primo passo, dunque, è stato quello di mettere in sicurezza gli animali, come racconta ancora la naturalista: “Ai tempi, molti di questi cavalli venivano catturati e portati via a causa di episodi di bracconaggio e dell’idea che fossero pericolosi”.

Un grande dispendio di forze che non ha risolto certamente il problema: ”Durante le catture molti dei cavalli sono morti di colica, di infarto o di parto. Settantamila euro di soldi pubblici buttati via perché i cavalli sono ancora lì”.

Con un approccio scientifico e una mentalità aperta, il progetto si è quindi concentrato sullo studio degli impatti ecologici dei cavalli. La risposta è stata sorprendente: “Abbiamo scoperto che dove pascolano i cavalli c'è più biodiversità. Il loro pascolamento estensivo ha una funzione conservativa, simile a quella della falce del contadino”.

Il progetto non si limita alla conservazione, ma include anche attività di divulgazione e turismo sostenibile. Grazie al "wild horsewatching", visitatori e visitatrici possono osservare i cavalli nel loro habitat naturale e ascoltare le storie dei singoli esemplari e delle loro famiglie.
“Raccontiamo non solo la loro storia - prosegue Isola - ma anche come vive un animale selvatico in questa comunità. È un’esperienza unica che coniuga natura e scienza”.

Nonostante i benefici, la presenza dei cavalli selvaggi continua a generare dibattiti tra chi li considera una risorsa e chi, invece, un problema. Evelina Isola riconosce la complessità della situazione: “L'intolleranza nei confronti di questi animali continua ad esserci. Chi si occupa di turismo o commercio ha capito che possono essere una risorsa, ma altri li vedono solo come un problema”.

Uno dei nodi critici è la sicurezza stradale, dato che i cavalli possono rappresentare un pericolo sulle strade locali: “Spero davvero che si decida di investire sulla messa in sicurezza delle strade, perché questo è il problema reale, più che la loro presenza nei pascoli”.

Per Isola, il vero cambiamento richiede un cambio di mentalità: “Il territorio rurale ha il diritto di sentirsi tutelato, ma dovrebbe anche cambiare prospettiva e togliersi dalla visione antropocentrica. Conoscere meglio questi animali ci aiuta a convivere con loro”.

I cavalli selvaggi dell’Aveto sono molto più di una curiosità locale: sono un simbolo di resilienza e una risorsa per il territorio. Il progetto Wild Horsewatching dimostra che è possibile unire scienza, educazione e turismo per tutelare la natura e creare valore: “Abbiamo creato una sinergia con il territorio, coinvolgendo studenti, ricercatori e guide locali. Questo è il futuro: collaborare per valorizzare il patrimonio naturale e culturale”.

Isabella Rizzitano

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