La Genova splendida e scontrosa, capace di ammaliare chi la corteggia con devozione, nel periodo natalizio risplende di una luce diversa, portata da tutti quegli artigiani e artigiane, artisti e artiste, che si trovano custodi di antiche tradizioni che si rinnovano.
Accade così che i banchetti di Natale che animano da anni la zona di Campetto, si trovino ad accogliere la meraviglia di opere affascinanti, quelle di Alessandro Ardy.
Fotografo e illustratore, Ardy con i suoi acquerelli racconta la bellezza della città, la gioia dell’arte che vive di incontri, ispirazioni e sogni.
La sua storia inizia oltre vent’anni fa. Terminati gli studi al liceo artistico, Ardy ha iniziato a lavorare nel laboratorio di un suo professore dove si occupava di serigrafie per gallerie d’arte: “Quando il lavoro è calato - racconta - ho iniziato a credere nelle mie cose, nella mia creatività”. Così è iniziato un processo che ha portato l’artista a trovare la sua voce, uno stile pittorico influenzato dalla fotografia in cui le immagini diventano poesie di linee.
Ardy prosegue a raccontare:“Abbiamo iniziato a fare i banchi ambulanti tre anni fa, e il rapporto con la gente è bellissimo. Certo, è faticoso – monta, smonta – ma quando ricevi i complimenti, quando qualcuno si emoziona per un tuo quadro, tutto ha senso”.
Accanto a lui la moglie, Loredana Guerra. Una storia che inizia tra i banchi del liceo e che oggi li ha portati a condividere lavoro e vita privata.
Ogni opera di Alessandro ha una storia, e chi si ferma ai suoi stand entra in un mondo fatto di dettagli e sentimenti. I paesaggi liguri catturano lo sguardo, ma ci sono anche opere più audaci: “C’è una linea più legata all’ispirazione pop, dove lascio andare la fantasia. Sono quadri che forse vendono meno, ma quando qualcuno sceglie proprio quelli, è un’emozione ancora più grande”.
Non mancano i temi sensuali, nati dall’esperienza decennale di Ardy come fotografo di burlesque per un’agenzia di Milano: “Non sono osé, ma certamente sexy. È un aspetto che sorprende e, a volte, imbarazza chi guarda”.
“La risposta della gente è sempre molto buona, sia turisti che locali si fermano e si lasciano coinvolgere. È bello sapere che il tuo lavoro può emozionare così tanto”.
Il futuro per Alessandro Ardy è fatto di speranza e concretezza: “Certo, mi dicono che dovrei aprire un punto vendita, ma mi chiedo: quando disegno? Il bello del banco ambulante è proprio la libertà, il movimento. Mi piace cambiare posti, incontrare persone diverse”.
Tra i soggetti che sogna di rappresentare c’è il quartiere del Carmine, un angolo di Genova che ama particolarmente. “Ogni anno cerco di aggiungere qualcosa di nuovo. Mi piacerebbe avere più tempo per dedicarmi alla linea pop o al burlesque, ma bisogna anche pensare a quello che si vende di più. La famiglia va mantenuta”.
La bellezza dei quadri di Alessandro Ardy non è solo nei dettagli tecnici o nelle atmosfere che evocano, ma nel modo in cui riescono a far vibrare il cuore. Nella sua arte si respira Genova: i vicoli, il mare, le storie di chi osserva e si lascia conquistare. Un dono raro, che Ardy offre con passione e umiltà, proprio come quei mercatini natalizi che ogni anno accendono la città di una luce speciale.
Per scoprire la sua opera alessandroardy.com