Videogallery - 19 dicembre 2024, 08:00

Testimonial del dialetto - Gioacchino Costa: “Con le canzoni sono ripartito da me” (Video)

Dopo anni di stop, il cantautore torna con l’album ‘Miserie’ e ricorda il maestro Armando Corsi: “È lui che mi ha fatto credere nella mia musica”

Testimonial del dialetto - Gioacchino Costa: “Con le canzoni sono ripartito da me” (Video)

La rubrica Testimonial del Dialetto questa volta incontra Gioacchino Costa, cantautore ligure che torna sulla scena musicale dopo un lungo silenzio. Con il suo nuovo album “Miserie” e il singolo “Un cane”, Costa racconta un percorso di rinascita artistica e personale.

Dopo anni di blocco creativo, Gioacchino è tornato a scrivere. Un momento difficile superato grazie a un amico, il cantautore Sergio Vallarino, in arte Zibba

“Avevo smesso di scrivere, pensavo di non avere più nulla da dire. Poi Zibba mi ha invitato a casa sua e mi ha detto: ‘Non puoi aver perso le canzoni, ti sei solo arreso, ma loro sono lì’. Quando ho ripreso la penna, quello che per anni era stato un buco nero si è trasformato in un cilindro pieno di idee. È stata una magia”.

Il risultato è Miserie, un album che mette a nudo sentimenti universali, senza filtri. Il singolo di lancio, “Un cane”, ne è la prova più lampante. “È un brano con cui chiedo scusa a me stesso. Parla di accettare quello che si è e smettere di essere troppo severi. Nella vita, arrivano momenti difficili: dobbiamo smettere di mettere da parte le emozioni che crediamo negative. La vita è fatta di luci e ombre, ma sono entrambe necessarie per diventare più coraggiosi e più giusti”.

La carriera di Gioacchino Costa ha origini lontane e un mentore d’eccezione: Armando Corsi, il grande chitarrista ligure scomparso recentemente. Gioacchino ci racconta con emozione il loro incontro: 

“Una sera suonavo in un bar, era quasi mattina, quando entrò Armando. Mi ascoltò e alla fine mi chiese: ‘Di chi è questa canzone?’. Quando gli dissi che era mia, mi rispose: ‘È bella, dammi il tuo numero. Voglio fare un disco con te’. Poco dopo mi portò con sé al Premio Tenco e da lì nacque un’amicizia e una collaborazione che ha segnato la mia vita artistica”.

Pur scrivendo prevalentemente in italiano, Costa ha un rapporto profondo e naturale con il genovese. “Sono cresciuto in una famiglia dove si parlava sia italiano che genovese. Con i parenti si parlava in dialetto, perché – diciamolo – certe cose in genovese rendono molto di più che in italiano”.

Un legame che nasce anche dall’esperienza giovanile con il coro folk ‘O Castello di Chiavari. “Da bambino cantavo in genovese e portavo in giro i canti popolari liguri. Abbiamo fatto tournée in Austria, Parigi, al presidio Unesco per la pace, in Cile e in Argentina. È stata un’esperienza incredibile, che mi ha permesso di sentire forte il legame con le nostre tradizioni”.

Con “Miserie”, Gioacchino Costa torna con un lavoro maturo e intenso. Le sue canzoni esplorano la malinconia, la sofferenza, ma anche la speranza e il coraggio. Un ritorno che segna non solo una rinascita musicale, ma anche un viaggio interiore.

Un artista che, con sincerità e passione, continua a raccontare la vita con parole semplici e profonde, lasciando spazio anche alla poesia del genovese, capace di evocare emozioni che non conoscono tempo.

La copertina di “Miserie” realizzata dal pittore HIDO.

I VOLTI E LE STORIE CHE CELEBRANO IL DIALETTO LIGURE 

La nostra rubrica Testimonial del Dialetto ha portato ai lettori tante storie appassionanti, che continuano a tracciare il profilo di una Liguria viva e pulsante. Ecco i protagonisti che ci hanno accompagnato:

Gilberto Volpara, giornalista e divulgatore della cultura e delle tradizioni locali.

- Il professor Franco Bampi, accademico e instancabile promotore della lingua e delle tradizioni genovesi. 

Anto Enrico Canale, conoscitore della lingua ligure e membro dell’Associazione O Leûdo. 

Cito Opisso, gestore di un pub e promotore della cultura genovese attraverso il dialetto e la convivialità.

Francesco Pittaluga, autore di testi sulla storia e cultura locale.

- I Buio Pesto, la band dialettale guidata da Massimo Morini e Nino Cancilla, icone musicali della Liguria. 

Mike fC, rapper genovese che mescola il dialetto con le sonorità contemporanee.

Rita Bruzzone, consigliera comunale e promotrice della tradizione orale ligure.

Andrea Di Marco, comico e attore che ha saputo reinterpretare con ironia la cultura locale. 

Giampiero Cella, profondo conoscitore del folklore ligure.

Paolo Regati, appassionato promotore del dialetto genovese, che attraverso il suo sito raccoglie e condivide espressioni, storie e curiosità legate alla lingua e alla cultura locale.

- Marco Carbone, in arte "U Carbun", cantastorie moderno che mantiene viva l’oralità ligure.

Ennio Cirnigliaro, storico e archeologo appassionato di cultura locale.

Cesare Garibaldi, direttore di bande musicali che hanno segnato la tradizione musicale della regione.

Giovanni Cambiaso, in arte Garsonetto, giovane rapper che usa il dialetto per raccontare storie urbane.

Carlo Sparviero, artigiano che con il suo lavoro rappresenta il connubio tra tradizione e innovazione.

Beppe Gambetta, cantautore e chitarrista di fama internazionale, custode delle radici liguri attraverso la musica.

Bruno Gattorno, autore e interprete di classici rivisitati della tradizione genovese.

Vladi Zullo, leader de I Trilli, storica band dialettale genovese.

- La compagnia teatrale “Quelli de na votta”, che porta in scena il dialetto ligure con passione.

Davide Cabona, cantautore che racconta storie liguri con una vena poetica unica. 

I Demueluin, musicisti che mescolano modernità e tradizione nel loro repertorio dialettale.

Vinicio Raso, figura chiave nella celebrazione del centenario della stazione di Sestri Levante.

Franco Po, cuore organizzativo della storica Sagra del Bagnun di Riva Trigoso.

- Il mitico Tipo Mustopo, leggenda popolare della comicità genovese.

Franco Casoni, scultore e artista che rende omaggio alla Liguria attraverso le sue opere.

Filippo Nocetil’autore del “belìn” che unisce i liguri  

- Il sogno di Fabio Farina: tradurre testi impegnati in genovese per “normalizzarlo” e riportarlo a teatro

Marco Garibaldi