Attualità - 19 dicembre 2024, 09:29

Appino e l’intima magia di una "terapia collettiva" ai Giardini Luzzati

Chitarra e voce per il frontman degli Zen Circus che ha trasportato il pubblico dell’Area Archeologica, sold out, in un flusso di emozioni e riflessioni

Poco meno di un’ora e mezza di ‘terapia collettiva’, impreziosita da un’atmosfera sospesa in cui le emozioni si sono alternate, scandite dal ritmo della chitarra e dall’incalzare dello stomp, rimestate, forse anche ridestate, dall’inconfondibile suono dell’armonica a bocca.
Andrea Appino, ieri sera protagonista concerto sold out nell’area archeologica dei Giardini Luzzati, ha portato sul palco la tappa genovese del suo tour ‘Appino (sei) solo’.
Il frontman degli Zen Circus ha abbracciato il pubblico con i suoi brani, ripercorrendo attraverso di essi i tre dischi solisti, Grande Raccordo Animale, Il Testamento e Humanize.
“Questo è l’unico caso in cui i terapisti, voi, pagano il paziente, io” ha esordito il cantautore che, più volte, ha voluto manifestare la sua gratitudine al pubblico per la bellezza dei posti in cui si è ritrovato a suonare.
Look total black, occhiali scuri e la necessità di raccontarsi, mostrando la fragilità dell’animo umano addentrandosi tra i volti, celati da maschere, che mai si mostrano; passando in rassegna frammenti di vita, mai edulcorati ma realisticamente analizzati con quel tocco poetico che non può lasciare indifferente nessuno.
Così, “La festa della liberazione” apre le danze, ‘Carnevale’ si getta nell’indagine dell’animo umano nel più pirandelliano dei modi e ‘Quando mi guardi’ fa riaffiorare la necessità del sentimento.
Sedici brani riarrangiati, spogliati e rivestiti, che permettono ancora di più di scoprire Appino attraverso i suoi testi.
Straordinariamente profonde, le composizioni del cantautore toscano sono capaci di scatenare riflessioni e offrire conforto, trasformando il palco e la platea in un grande spazio di condivisione in cui non c’è vergogna nel provare emozioni.
Andrea Appino non era solo, ha costruito un legame con tutte e tutti i presenti, facendo accadere davvero quella terapia collettiva capace di far sentire tutti compresi.