Con l'avvento del periodo natalizio, un'insolita sfida musicale si diffonde in rete: lo Whamageddon. Nato nel 2010 su un forum online dedicato ai videogiochi di corse, questo fenomeno ha assunto proporzioni globali, coinvolgendo milioni di persone in una gara contro il tempo. L'obiettivo è semplice, almeno nelle sue regole: sopravvivere al mese di dicembre senza ascoltare nemmeno una nota di "Last Christmas" degli Wham!, uno dei brani natalizi più iconici di sempre.
La sfida, che ha ufficialmente inizio il primo dicembre e termina alla vigilia di Natale, ha dato vita a una vera e propria comunità online: sui social network si condividono strategie di sopravvivenza, si celebrano le vittorie e si piangono le sconfitte. L'hashtag #Whamageddon è diventato un passaporto per un mondo in cui l'ascolto involontario della celebre canzone di George Michael e Andrew Ridgeley può portare all'eliminazione immediata.
Le regole sono chiare: chi viene "colpito" dalla canzone, anche solo per pochi secondi, viene automaticamente squalificato, anche se ascoltare cover o remix è consentito. La sfida, dunque, si trasforma in una vera e propria caccia all'uomo, dove ogni luogo pubblico diventa un potenziale campo minato. Centri commerciali, stazioni, ristoranti: sono tutti ambienti ad alto rischio, dove la musica natalizia viene diffusa a tutto volume.
Per affrontare questa sfida, i partecipanti hanno sviluppato tattiche sempre più sofisticate: dalle cuffie con cancellazione del rumore alle playlist personalizzate, fino a vere e proprie strategie di evitamento dei luoghi più pericolosi. Non mancano, però, le storie di tradimenti e scherzi, con amici e parenti che, approfittando della sfida, tentano di "eliminare" i loro avversari con un'imprevista diffusione della canzone proibita.
Lo Whamageddon è diventato un fenomeno culturale a tutti gli effetti: celebrità e influencer hanno aderito alla sfida, contribuendo ad aumentarne la visibilità. Ma al di là dell'aspetto ludico, questa iniziativa solleva interrogativi interessanti. Da un lato, rappresenta una reazione alla sovraesposizione della musica natalizia e un tentativo di riappropriarsi delle festività. Dall'altro, sottolinea il potere dei social media nel creare nuovi rituali e comunità virtuali. Un semplice gioco, ma che in qualche modo riflette anche il nostro rapporto con la musica, la tecnologia e le tradizioni. E, soprattutto, è un modo divertente per passare il tempo durante il periodo natalizio, cercando di sopravvivere alla più grande battaglia musicale dell'anno.