Un faccia a faccia con la cittadinanza per presentare (sulla carta) quella che si annuncia come una vera rivoluzione per le aree ex Facchini di Certosa.
Il vicesindaco Pietro Piciocchi e, con lui, i progettisti dello studio di architettura Iotti-Pavarani che hanno messo la firma sui rendering, hanno incontrato in assemblea la cittadinanza alla Casa di Quartiere di Certosa per presentare i progetti dell’amministrazione per la rinascita di un’area dismessa dal 2015. Il tutto, va ricordato, mentre ancora gli spazi non sono in possesso del Comune, ma sono ancora sotto la proprietà di Ferrovie dello Stato.
Proprio in merito alla cessione degli spazi, il vicesindaco Piciocchi ha garantito che “tra febbraio e marzo si potrà chiudere per l’acquisizione”.
“Abbiamo la volontà per iscritto di RFI - ha aggiunto Piciocchi - abbiamo dato mandato all’Agenzia delle Entrate che entro febbraio ci darà il valore dell’area”.
Il vicesindaco, inoltre, ha annunciato l'intenzione di organizzare nuovi incontri con i residenti, sia per discutere delle aree ex Facchini, sia per analizzare anche gli altri progetti di zona, anche con la presenza dell'architetto Stefano Boeri.
Andando poi sulle cifre, Piciocchi ha parlato del costo del progetto e dei finanziamenti già ottenuti: “Abbiamo fatto un accordo con Stato e Ferrovie e il Comune è divenuto soggetto attuatore di un intervento di rigenerazione urbana e all’interno sono previsti anche gli indennizzi. Abbiamo come somma iniziale 200 milioni di euro dallo Stato a disposizione per questa operazione. Non ci sono precedenti in Italia di un indennizzo così importante. Su questi 200 milioni una settantina sono per gli indennizzi, quindi ce ne restano 130. Abbiamo calcolato che per questa mega riqualificazione abbiamo 80 milioni di euro, quindi nel complesso, anche per il resto della zona di Certosa, servono 280 milioni. Ne abbiamo 200. Abbiamo molti denari da spendete, anche perché se ne chiediamo altri al Ministero ci dicono prima di spendere quelli che abbiamo. Quindi ora dobbiamo pianificare un masterplan che realizzeremo per lotti. C’è la disponibilità economica per avviare alla grande questa riqualificazione”.
Ex area Facchini, il progetto
La zona, attualmente oggetto di una trattativa con Ferrovie dello Stato, passerà nella disponibilità del Comune al termine dell'accordo. Con una superficie complessiva di 29 mila metri quadri, il progetto prevede una suddivisione funzionale: 15 mila metri quadri saranno destinati a un parco urbano, 26 mila alla realizzazione di un nuovo polo scolastico, 10.800 ad attività produttive e 3 mila ad aree dedicate allo sport e alla ristorazione.
È una delle più significative opere di rigenerazione urbana nella Valpolcevera. Tra gli aspetti più innovativi, spicca la realizzazione del primo liceo della vallata, il Tecnologico Sperimentale Statale. La scuola, sostenuta dall’Alpim (Associazione Ligure per i Minori) e dal suo presidente Carlo Castellano, è prevista per l’anno scolastico 2027/2028 e si propone come modello pilota a livello nazionale. Il liceo includerà un campus accessibile anche al di fuori degli orari scolastici, favorendo la partecipazione della comunità locale. L’edificio sarà all’avanguardia dal punto di vista energetico, alimentato esclusivamente da fonti rinnovabili. Nel polo scolastico troveranno spazio anche una scuola media inferiore, una Scuola Professionale dei Mestieri per i giovani delle medie, e un Istituto di specializzazione tecnica post-diploma, sviluppato in collaborazione con le aziende locali per formare figure professionali pronte al mercato del lavoro.
Un’altra area cruciale del progetto è quella dedicata alle attività produttive innovative. Qui troveranno posto sia imprese già presenti sul territorio, che necessitano di nuovi spazi ben collegati, sia nuove aziende attive nei settori delle tecnologie avanzate e del digitale. Le attività produttive saranno concepite per non creare disagi ai residenti e saranno orientate a favorire l’occupazione giovanile, tramite percorsi di formazione, politiche di valorizzazione del talento e collaborazioni con scuole, università e business school. Tra gli ambiti di interesse figurano le biotecnologie industriali e ambientali, le energie rinnovabili, l’edilizia sostenibile, la gestione logistica, lo sviluppo di software e la gestione di banche dati.
Infine, l’area dedicata allo sport e alla ristorazione sarà progettata in sinergia con le strutture già presenti nel quartiere, come la piscina Foltzer e i campi da tennis del Dopolavoro Ferroviario. Un edificio storico, che un tempo ospitava la mensa delle ferrovie, potrebbe essere riutilizzato per le esigenze dei lavoratori del nuovo complesso.
L'assemblea
All’incontro hanno preso parte anche gli assessori Paola Bordilli e Sergio Gambino, oltre al presidente del Municipio Valpolcevera, Federico Romeo.
“Quello che andiamo a realizzare deve essere collegato al quadrante Certosa-Rivarolo - così è intervenuto Romeo a margine della presentazione - i due studi devono parlare tra di loro, non vorrei trovarmi in un Erzelli tre. C’è anche il tema del Campasso, serve una riqualificazione unica con la lotta al degrado e l’inserimento di nuovi servizi. È necessario che le parti politiche facciano un’alleanza insieme alla comunità per dire che tutte le istituzioni vanno in un determinato percorso”.
All’assemblea anche la ex sindaca di Genova, Marta Vincenzi: “Il dato di realtà è che l’area va acquisita, chi sarà il futuro sindaco o assessore all’Urbanistica dovrà creare una modalità di lavoro che si porti avanti in maniera condivisa. Abbiamo un bisogno enorme di questa riqualificazione, qua stiamo proprio morendo. La finzione principale è di tipo educativo e da questa vorremmo partire. L’importante è che non diventino supermercati. Prima di sognare start-up bisogna che il Comune si metta in testa che o in questa città costruiamo un’idea di sviluppo serio, o se no non basta un capannone bellissimo per far arrivare le start-up. Serve un esame della realtà”.
“È un’area storica, i nostri sentimenti erano favorevoli a un polo scolastico, un parco verde, delle start-up, spazi di aggregazione giovanile, spazi per officine elettroniche - così Enrico D’Agostino, presidente del comitato Liberi Cittadini di Certosa - il quartiere da quattro anni vive grossi problemi per cantieri che non vedono mai fine, la metropolitana doveva essere pronta nel settembre 2024, poi si è passati al 2024, ora si parla della primavera 2025, ma guardando l’avanzamento dei lavori forse la vedremo nel 2030. La gente soffre e anche il commercio è in crisi, la gente se può va via. Questo progetto può valere tanto, può attirare i giovani con il liceo tecnologico e poi trattenerli con spazi verdi e start-up”.
L'incontro, come prevedibile, è stata anche occasione per consentire gli abitanti del quartiere di portare all'attenzione dell'amministrazione comunale anche altre problematiche di zona che, in alcuni casi, hanno portato i partecipanti a chiedere di dare la priorità ad altro prima di mettere mano al maxi progetto delle aree ex Facchini.
Nella gallery le immagini del progetto e le tre opzioni al vaglio.