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Attualità | 06 dicembre 2024, 08:00

Alla scoperta dei Rolli - Palazzo Baldassarre Lomellini e quell’equilibrio tra Rinascimento e Neoclassicismo finito sull’Enciclopedia di Diderot e d’Alembert

Rigore ed eleganza si alternando componendo uno dei più affascinanti esempi di architettura genovese raccontando l’evoluzione della città tra il XVI e il XVIII secolo

Il saone del Sole, nelle pagine dell'Enciclopedia di Diderot e D'Alembert

Il saone del Sole, nelle pagine dell'Enciclopedia di Diderot e D'Alembert

Prosegue oggi, e andrà avanti per tutti i venerdì successivi, ‘Alla scoperta dei Rolli’, un servizio seriale de ‘La Voce di Genova’ dedicato a una delle caratteristiche principali della nostra città, che è valsa anni fa il riconoscimento Unesco come Patrimonio dell’Umanità. Si tratta del sistema dei Palazzi dei Rolli: edifici che sono vere e proprie perle del centro storico e non solo. Vi accompagneremo dentro con i nostri racconti, ve li faremo scoprire con le fotografie, vi illustreremo aneddoti e curiosità. Sempre per amore di Genova e delle nostre eccellenze. Buon viaggio insieme a noi!

Oggi identificato con il civico 12 di via Garibaldi, palazzo Baldassarre Lomellini è uno degli esempi che meglio racconta l’evoluzione della città tra il Seicento e l’Ottocento.

Qui rigore rinascimentale ed eleganza neoclassica si incontrano e danno vita a un equilibrio unico che lo rende affascinante.

Costruito nel 1562 per Baldassarre Lomellini dall'architetto Giovanni Ponzello, per un lungo periodo fu proprietà dei Salvago, che lo avevano acquistato alla fine del Cinquecento.

Inserito nel sistema dei Rolli, il palazzo venne decorato inizialmente da Andrea Semino e Giovanni Battista Castello con affreschi raffiguranti episodi di storia romana e le "Storie di Enea". Peculiare per la disposizione del giardino a una quota superiore rispetto all'atrio, accessibile tramite una loggia balaustrata, il palazzo si distinse subito per la sua innovativa organizzazione degli spazi interni, evidenziata anche nelle illustrazioni raccolte da Pietro Paolo Rubens nella sua opera del 1652.

Cristoforo Spinola, ambasciatore di Genova a Parigi ne entrò in possesso nel 1770 e con lui l’edificio subì un’attenta trasformazione. Spinola affidò i lavori al francese Charles de Wailly e al genovese Emanuele Andrea Tagliafichi, i cui progetti vennero celebrati persino nell'Enciclopedia di Diderot e d'Alembert. Questo intervento portò alla creazione del celebre "Salone del Sole" e di due tempietti neoclassici sul terrazzo, elementi che consolidarono il prestigio dell’edificio.

Nel XX secolo, il palazzo passò nelle mani di vari proprietari, tra cui Tito Campanella, e subì danni ingenti durante i bombardamenti del 1942. Purtroppo, alcune decorazioni originarie andarono perdute, tra cui il Salone del Sole. Tuttavia, il palazzo conserva tuttora elementi decorativi di pregio, inclusi alcuni affreschi di Andrea Semino visibili al piano nobile.

Inserito nel 2006 tra i quarantadue palazzi dei Rolli dichiarati Patrimonio dell'Umanità, Palazzo Lomellini Spinola Campanella è un luogo simbolo della cultura genovese che continua a rappresentare un ponte tra tradizione e innovazione.

Isabella Rizzitano

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