La gestione del verde urbano è un tema centrale per le città moderne, e Genova, con la sua storica interconnessione tra natura e urbanizzazione, non fa eccezione. Angelo Consiglieri, consigliere dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Liguria, ha recentemente fatto il punto sulla situazione, sottolineando le sfide e le opportunità offerte dal cambiamento climatico e dalle dinamiche socio-ambientali.
"Molte delle piante presenti a Genova risalgono a periodi in cui non esistevano strade asfaltate o automobili, per non parlare di infrastrutture moderne come cavi elettrici e tubature" ha spiegato Consiglieri, facendo il punto dell’attuale situazione.
Questa eredità storica è un patrimonio da preservare, ma rappresenta anche un'occasione per la gestione del verde in città.
Le radici degli alberi, spesso compromesse da interventi urbanistici, sono vitali per la stabilità e la salute degli esemplari. Inoltre, molte piante sono in fase di senescenza, un processo naturale che richiede scelte oculate per evitare rischi per la popolazione.
"L’educazione ambientale e una pianificazione a lungo termine sono essenziali" ha continuato l’agronomo, ”non possiamo pensare al verde come a una collezione di numeri: non conta quanti alberi piantiamo, ma come e dove. Una pianta grande, per esempio, subisce uno shock da trapianto maggiore rispetto a una giovane, con rischi per la sua crescita”.
Il cambiamento climatico sta già influenzando le dinamiche ambientali urbane. L’aumento del livello del mare, fenomeni meteorologici estremi e l’intrusione del cuneo salino – l’ingresso dell’acqua marina nelle falde acquifere – sono solo alcune delle conseguenze. "Questo è particolarmente evidente nelle aree costiere come Albenga - ha sottolineato Consiglieri - ma può accadere ovunque si alterino gli equilibri delle falde acquifere”.
Anche la stagionalità delle piogge si sta tropicalizzando, con periodi di siccità alternati a piogge intense. Questo non solo modifica gli habitat naturali, ma impone cambiamenti nella scelta delle essenze vegetali urbane. "Dobbiamo guardare avanti e progettare il verde pensando a come sarà il clima tra dieci o vent’anni" ha detto l’esperto.
Non mancano critiche da parte dei cittadini, che spesso contestano l’abbattimento di alberi secolari o le sostituzioni con esemplari più giovani. "Capisco l’emotività del pubblico, ma bisogna spiegare le ragioni tecniche dietro ogni scelta" ha affermato Consiglieri.
Le piante giovani, infatti, attecchiscono meglio e si adattano più facilmente al contesto urbano rispetto a quelle più vecchie, garantendo una maggiore stabilità e longevità.
Allo stesso tempo, interventi come la manutenzione dei corsi d’acqua e dei boschi urbani richiedono normative chiare e supporto operativo, per evitare che burocrazia e confusione legislativa ostacolino azioni necessarie.
Le dichiarazioni di Consiglieri non mancano di sollevare dubbi. Alcuni esperti sottolineano che le città italiane, tra cui Genova, spesso non investono abbastanza nella manutenzione del verde. "La mancanza di risorse e una pianificazione inadeguata sono problemi cronici" sostiene un rapporto di Legambiente. Inoltre, gli ambientalisti avvertono che le decisioni legate al verde non devono essere subordinate a logiche di bilancio, ma orientate a un’autentica sostenibilità.
Nonostante le criticità, Consiglieri è ottimista: "Con una corretta pianificazione e una maggiore sensibilizzazione, il verde pubblico può diventare non solo un elemento decorativo, ma un vero strumento di benessere e resilienza per la comunità”.
La gestione del verde urbano genovese, dunque, non è solo una quesitone tecnica ma un nodo in cui si intrecciano ambiente, economia e cultura per cui serve agire con scelte consapevoli e lungimiranti.
In Breve
venerdì 10 gennaio