Da giorni il mondo degli affitti brevi si sta ritrovando a fare i conti con una stretta voluta dal Ministero dell’Interno in merito alle key box, le cassette sicure che permettono di accedere agli appartamenti in affitto turistico tramite un codice.
Per effetto della circolare ministeriale dello scorso 18 novembre, infatti, queste key box saranno inutilizzabili. Il provvedimento, firmato dal capo della Polizia Vittorio Pisani, vieta il check in da remoto, imponendo la verifica fisica dell’identità degli ospiti, in linea con l’articolo 109 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza, perché ‘le procedure di identificazione remota non soddisfano i requisiti previsti dalla legge’.
La questione dunque non si limita solamente a un piano tecnico, ma riflette problemi più profondi di regolamentazione nel mondo degli affitti brevi: sicurezza, evasione fiscale e persino utilizzi illeciti delle key box.
Le key box, diffuse soprattutto nei centri storici, come quello di Genova, offrono comodità ai turisti e flessibilità ai gestori. Tuttavia, proprio questa semplicità nasconde vulnerabilità gravi.
Lo aveva evidenziato già un anno fa anche il consigliere comunale di Vince Genova Valter Pilloni, con la mozione presentata in Consiglio Comunale lo scorso 21 novembre 2023 per discutere proprio della proliferazione di questi grandi lucchetti, appesi ovunque in maniera indiscriminata per il centro storico.
“Sono contento che sia emerso anche questo vulnus legislativo - racconta - mi era parso strano che nessuno avesse posto l’accento sul fatto che non vi era alcun tipo di controllo. Il problema non è il check in da remoto quando si sono fatti tutti i passaggi regolari, anche grazie a piattaforme, ma quando si è in possesso del codice senza aver compiuto registrazioni del caso, quindi quando di fatto si entra in un’abitazione in maniera occulta, senza dichiarare identità, tempo di soggiorno, costi e si mettono in gioco tutta una serie di elementi che vanno dalla sicurezza all’evasione fiscale”.
Proprio sull’ultima questione, l’evasione fiscale, la Guardia di Finanza ha stimato che siano stati evasi circa cento otto milioni di euro in due anni.
È lampante che le key box rappresentino una soluzione pratica sia per i gestori di appartamenti a uso turistico, sia per chi sceglie di viaggiare alloggiando in questo tipo di strutture, offrendo una maggiore elasticità negli orari a inizio e fine soggiorno con una gestione più ‘snella’ delle procedure. Tuttavia, la circolare ministeriale evidenzia che tali vantaggi non possono prevalere su esigenze più ampie di sicurezza pubblica.
Con l’avvicinarsi di grandi eventi internazionali come il Giubileo, il Ministero dell’Interno ritiene essenziale rafforzare i controlli per prevenire abusi, imponendo l’identificazione in presenza e riducendo le falle normative che oggi lasciano spazio a un utilizzo indiscriminato delle key box.
A proposito, Pilloni chiarisce: “Le key box sono di tante dimensioni. In seconda battuta, sempre sulla mozione, avevo già sottolineato che all’interno di queste si possono inserire non solo le chiavi ma anche sostanze stupefacenti, creando ‘un metodo innovativo per lo spaccio reso disponibile con la stessa collaudata modalità delle chiavi’. Quando ne abbiamo discusso in Consiglio Comunale, la mozione è stata approvata con diciannove voti favorevoli, tre contrari e i restanti astenuti”.
A chi pensa che questa stretta sia un modo per fare carta straccia della libertà, il consigliere comunale risponde: “Ci sono cose che si possono tollerare, altre invece no. Bisogna stare attenti. Questo metodo può essere semplice se gestito in un certo modo. Come sta avvenendo in questi mesi, invece, è solo un gran caos. Agire sulle key box ci permette di lavorare su tre aspetti: quello della sicurezza, l’aspetto economico e quello dello spaccio. Con un solo colpo si agisce in tre comparti”.
Le nuove norme, pur risolvendo diverse criticità, potrebbero rappresentare una sfida per i gestori degli affitti brevi, che dovranno garantire la loro presenza fisica o quella di un incaricato. Questo cambiamento potrebbe avere effetti rilevanti sul turismo di massa, già al centro di un dibattito su sostenibilità e convivenza nei centri urbani.