È di interesse bipartisan il destino dell’istituto Champagnat e del suo polmone verde che, pochi giorni fa, ha visto l’implacabile passaggio delle motoseghe.
Gli alberi sono stati tagliati scatenando l’ovvia preoccupata reazione da parte dei residenti, che va a sommarsi ai timori per l’arrivo di un nuovo supermercato al posto dell’edificio scolastico. Dinamica ormai conosciuta in quel di Genova.
Da Fratelli d’Italia al Partito Democratico, da Forza Italia a Uniti per la Costituzione, la politica ha chiesto all’amministrazione comunale risposte in merito a un progetto che sta facendo discutere per le sue implicazioni sul piano ambientale ed economico.
Le interrogazioni firmate da Francesco De Benedictis, Alberto Pandolfo, Stefano Costa e Mattia Crucioli vertevano principalmente su due argomenti: destino del verde e tutela delle attività commerciali.
A rispondere è stato l’assessore all’Urbanistica Mario Mascia che, al netto delle schermaglie politiche con l’opposizione, ha assicurato che “il progetto di riqualificazione del complesso Champagnat è stato completamente rivisto e la nuova proposta prefigura un vero e proprio nuovo polo urbano a carattere prevalente di servizio pubblico, con interventi di riqualificazione ambientale che porteranno ad un polmone di mille metri quadrati di verde accessibile e fruibile”.
“Il nuovo progetto prevede la riqualificazione dell'istituto scolastico esistente - ha aggiunto Mascia - senza riduzione dell’offerta e mediante potenziamento degli spazi a servizio degli studenti e delle loro famiglie, con la creazione di una nuova area verde di pertinenza di circa ottocento metri quadrati, la realizzazione di un complesso sportivo, non solo rinnovato ma incrementato negli spazi e nell’offerta, comprendente tre piscine, palestre, due campi da tennis e quattro campi da padel, e un polo ambulatoriale di medicina dello sport”.
“È prevista anche la realizzazione di un’area pubblica per la sosta e il relax - ha proseguito l’assessore - comprensiva di verde, di arredo e pensiline ombreggianti, una sorta di oasi ‘microclimatica’ all'angolo tra via Caprera e via Cavallotti, nonché la riqualificazione della parte antistante di via Caprera fino all’incrocio con via Orsini, mediante realizzazione di un piccolo giardino e di un’area pedonale, aiuole con alberature e arredo urbano. Sarà inoltre completamente razionalizzato il sistema veicolare e degli attraversamenti pedonali per garantire massima accessibilità e sicurezza alle persone con disabilità. Complessivamente, quindi, saranno restituiti alla città, oltre all’impianto sportivo pubblico convenzionato con la civica amministrazione, nuovi spazi verdi per circa mille metri quadrati. I lavori attualmente in corso sono stati autorizzati in quanto propedeutici alla realizzazione del progetto e sono pertanto riferiti alle sole demolizioni preparatorie: in particolare sono state rimosse ventidue alberature lato via Caprera e il manto sintetico del campetto da calcio esistente. Le nuove norme urbanistiche approvate hanno imposto un bilancio positivo del verde ed in particolare proprio delle alberature: il progetto prevede che, a fronte di trentatré alberature ammalorate da rimuovere, quarantadue saranno mantenute in sito e saranno impiantati trentanove nuovi alberi, con un incremento complessivo degli esemplari e senza contare tutte le opere di inserimento di arbusti tappezzanti. Nello specifico, in sostituzione delle specie vegetali in abbattimento, il progetto prevede la messa a dimora di trentanove nuove specie vegetali, tra cui cipressi, tigli, querce da sughero, acacia di Costantinopoli, corbezzoli. Pertanto, nel quadro complessivo il bilancio arboreo ed arbustivo risulta in positivo. Inoltre, è prevista la messa a dimora di tappezzanti all’interno di nuove aiuole, oltre che l’implementazione e il mantenimento dei filari di liriodendri e cipressi presenti, che svolgono una funzione di filtro, rispettivamente lungo via Cavalotti e verso i caseggiati limitrofi nell’area Sud del lotto”.
“Il primo progetto per la riqualificazione del complesso Champagnat risale al febbraio del 2017 - ha concluso - quando venne presentata agli uffici apposita istanza per avviare una procedura di variante al piano urbanistico comunale. Tale progetto prevedeva la realizzazione di una autorimessa interrata su tre livelli, per una superficie complessiva di 7.824 metri quadrati corrispondenti a 318 posti auto e l’inserimento di una MSV (media struttura di vendita) di generi alimentari di 1.788 metri quadrati di superficie agibile. Tale intervento avrebbe comportato per contro la riduzione delle dimensioni del complesso scolastico di 759 metri quadrati e la riduzione del complesso sportivo per 408 metri quadrati. La delibera di preventivo assenso alle modifiche da apportare al PUC è stata approvata dalla giunta comunale nella seduta del 1 giugno 2017, su proposta dell’assessore Stefano Bernini con i contenuti di cui sopra. Al fine di dare continuità alla procedura avviata, la proposta è stata comunque portata all’attenzione del consiglio comunale nel 2018, ma non ha potuto avere seguito in quanto nel periodo di pubblicità e partecipazione, grazie ai contributi ricevuti in tale fase anche dagli enti sovraordinati coinvolti, sono emerse forti criticità con particolare riferimento allo scavo previsto per la realizzazione dell’autorimessa, non sostenibile dal punto di vista della sicurezza idrogeologica e di notevole impatto, alla riduzione sia dei servizi scolastici, sia delle attrezzature sportive, nonché alla totale assenza nella proposta progettuale della componente verde. Tale proposta progettuale, in accordo tra amministrazione e proprietà, è stata formalmente ritirata dell’ottobre del 2022. Nel luglio del 2023 sono state nel frattempo approvate le nuove norme sugli interventi di riqualificazione ambientale e sulla valorizzazione dei servizi pubblici esistenti: tale modifica al PUC ha consentito di definire il quadro generale delle realizzazioni di grandi Poli Urbani per funzioni sportive e culturali. Tali disposizioni subordinano l’inserimento di funzioni diverse dal servizio pubblico, come peraltro già ammesse dal PUC nel 2015, alla prevalenza del servizio pubblico stesso ed alla realizzazione di interventi di riqualificazione che abbiano ricadute significative per tutto il contesto urbano in cui si inseriscono, con una offerta di servizi di qualità capaci di attrarre un bacino di utenza superiore a quello del singolo quartiere”.