Il mondo del turismo e della ricezione sta per subire una stretta: secondo quanto comunicato dal dipartimento della Pubblica sicurezza del Ministero dell’Interno tramite una circolare inviata a tutte le prefetture d'Italia, negli alloggi turistici non sarà più possibile effettuare il check-in da remoto.
Il provvedimento, che riguarda tutti i tipi di strutture ricettive, in particolare coinvolgendo soprattutto quelle per gli affitti brevi, saranno soggette a delle restrizioni che prevederanno, fra le diverse, la presenza del proprietario in fase di check-in.
Nel testo della circolare, il capo della polizia Vittorio Pisani chiarisce che la decisione è dovuta a ragioni di sicurezza, considerando in particolare i prossimi eventi internazionale in programma, a partire dal Giubileo.
Nel dettaglio, si contesta il fatto che le varie procedure di identificazione degli ospiti in modalità remota non soddisfino i requisiti già previsti dalla legge e che, di conseguenza, d'ora in avanti dovranno essere applicati in modo rigoroso.
Secondo quanto stabilito dall'articolo 109, chi gestisce una struttura può accogliere soltanto chi si presenta con un documento di identità valido e, dovendo corrispondere alla persona, si rende necessaria la presenza fisica del soggetto. Questo, entra in conflitto con gli affitti brevi che, di frequente, effettuano le operazioni di check-in totalmente da remoto, fornendo agli ospiti dei codici per accedere agli appartamenti o, sovente, la possibilità di recuperare le chiavi nelle 'key box', cassette che vengono attaccate sui muri o ai cancelli fuori dalle case (oggi, peraltro, simbolo del turismo di massa, come si possono notare in diversi vicoli genovesi).
Seppur non vietate esplicitamente dalla circolare, le 'key box', come i codici, diventeranno inutili, rendendo obbligatoria la verifica delle identità degli ospiti necessariamente in presenza.
La circolare, che risale al 18 novembre, dovrà essere applicata fin da subito.