C’è stato un momento nella storia recente d’Italia in cui nella narrazione politica hanno tenuto banco per anni le celebri dieci domande a cui Silvio Berlusconi mai ha risposto. Il rimpallo tra chi domanda e chi non risponde è cardine del confronto pubblico su più fronti, dalla politica all’amministrazione locale, e su più temi.
Genova e, nello specifico, il destino del suo verde cittadino, non fa eccezione ed entra di diritto nel dibattito tra chi amministra e chi vuole risposte.
Con questo spirito il circolo ‘Nuova Ecologia’ e il suo portavoce Giorgio Scarfì ha portato avanti la propria battaglia per ottenere dal Comune le risposte a quattordici domande sulla gestione degli alberi, nei mesi in cui fanno sempre più discutere i progetti di abbattimenti e la rinuncia al ‘verde’ di zona nel nome di nuovi cantieri e, talvolta, anche di nuovi centri commerciali. È una storia antica quella della natura che a volte deve farsi da parte per lasciare spazio al progresso, ma è altrettanto antica la storia di chi chiede al Comune di avere delucidazioni per non lasciare coni d’ombra in decisioni che segnano la città e marchiano le opinioni di chi la vive.
Il botta e risposta tra il circolo ‘Nuova Ecologia’ e il Comune di Genova è stato messo nero su bianco in un documento che include domande, risposte e commenti.
Le domande, le risposte, i commenti
Perché il censimento delle alberature elaborato da A.S.Ter tra il 2021-2022 con una spesa di circa duecentomila euro non è pubblico?
“Il censimento è un elemento in continuo aggiornamento, sia per l’introduzione di nuove piante, sia per le sostituzioni - risponde il Comune - rendere ad accesso pubblico questo dato richiede la compartecipazione alle attività da parte di più soggetti, sia da parte di ASTER, sia da parte del Comune, con le varie Direzioni competenti, ivi compresa la Direzione Sistemi Informativi, con cui si sta lavorando per poter procedere in tal senso”
“Il censimento degli alberi è un obbligo di legge per il Comune - commentano da ‘Nuova Ecologia’ - la sua pubblicazione è stata più volte promessa e mai attivata. La mancata pubblicazione del censimento non permette a cittadini, associazioni e studiosi di controllare e studiare in prima persona la situazione”.
Perché non sono pubblici i risultati delle circa duemila perizie annue che vengono fatte sulla stabilità degli alberi?
“Le valutazioni di stabilità sono atti interni che non vengono pubblicate da nessuna parte - sostiene il Comune - implicando la responsabilità di chi le fa (terzi) e non sono leggibili da tutti. Pertanto vi si può accedere attraverso le procedure di accesso agli atti”.
“La pubblicazione delle perizie, quanto meno in forma riassuntiva (albero, strada, classe, data, problematica…) è una forma di trasparenza e chiarezza a tutela della corretta informazione in situazioni spesso controverse - replica il comitato - la procedura di accesso agli atti è lunga e onerosa per i cittadini e di fatto ha risposta quando non c'è più nulla da fare”.
Quanti sono gli alberi “morti in piedi” in città rilevati dal censimento?
Per il Comune “nelle aree oggetto di censimento si assume che l'albero censito sia vegeto; nel caso di sopravvenuta morte viene attivata la procedura con istanza di autorizzazione all'abbattimento secondo consolidata modalità e in osservanza sia del Regolamento del Verde sia di ogni altra normativa ad esempio Dlgs. 42/2004. Partendo da questo ragionamento non può esistere un censimento degli alberi morti”.
Mentre, per ‘Nuova Ecologia’ “gli alberi morti (morti in piedi) ovviamente esistono come tutti vedono; quindi o non sono stati censiti correttamente o si preferisce lasciarli così invece che procedere alle necessarie operazioni di taglio e reimpianto”.
Quante prescrizioni di reimpianti ci sono da eseguire in questo momento a Genova?
“La prescrizione di reimpianto esiste quasi sempre - dice il Comune - poiché sono sottoposti ad autorizzazione tutti gli alberi, in alcuni casi è impossibile una sostituzione (per esempio alberi nei muri o troppo ravvicinati)”.
“Quasi sempre? - ribatte il comitato - in quale percentuale? Che numero? E se non c'è la prescrizione per mancanza di spazio perché gli alberi non vengono piantati in altra zona della città? Ma soprattutto quante prescrizioni sono ancora in sospeso per qualsiasi motivo?”
Nei progetti di verde pubblico gestiti da terzi quali sono le procedure di controllo della progettazione, esecuzione e cura&mantenimento?
“Per quanto riguarda la progettazione in capo a terzi, la procedura prevede l'attivazione delle conferenze dei Servizi attraverso le quali gli Uffici e gli Enti competenti rilasciano parere e/o prescrizioni integrative - così il Comune - l’esecuzione è di norma monitorata nei casi del verde pubblico realizzato da terzi, dagli uffici della Direzione Urbanistica (Alta Sorveglianza). La cura e la manutenzione delle aree dipendono dalle convenzioni sottoscritte”.
Per ‘Nuova Ecologia’, invece, “il recente esempio del leccio di piazza Corvetto (espiantato, trapiantato e già morto) o di alcune specie di palme scelte al Waterfront dimostrano la mancanza di questi effettivi controlli”
Quanto tempo serve in caso di analisi sulla stabilità di un albero per rendersi conto della sua pericolosità?
“Non esiste un tempo predefinito - risponde Palazzo Tursi - poiché ogni caso ha variabili complesse che evidenziano sia aspetti morfostrutturali delle piante, acquisibili con successivi approfondimenti, ovvero dall'approccio più semplice che è quello visivo, a quello più complesso mediante l'impiego di una o più prove strumentali. Ciò premesso i nuovi indirizzi pongono l'attenzione su analisi integrate che tengano conto, oltre che della stabilità definita con il VTA, anche il contesto in cui la pianta è inserita”.
“Se una pianta è pericolante - replica il comitato - deve essere immediatamente ‘segnalata’ e resa visibile ai cittadini che ci transitano in attesa dell' abbattimento. Questo si ottiene anche con la pubblicazione delle perizie”.
Le perizie sulla stabilità degli alberi sono sempre eseguite da soggetti esterni ad A.S.Ter?
Il Comune sostiene che “le valutazioni di stabilità delle alberature, come peraltro più volte ribadito in sede pubblica, sono affidate a soggetti esterni, ovvero a professionisti selezionati con appositi appalti”.
“Non è vero - tuona ‘Nuova Ecologia’ - in alcuni casi le perizie sono effettuate direttamente da ASTER. Perché e quanti sono questi casi?”
Perché in casi significativi prima di procedere all’abbattimento non vengono eseguite contro-perizie di verifica?
“L’ipotesi delle controperizie - si legge nella risposta del Comune - di norma, non è considerata poiché, come già evidenziato nella risposta data alla RS 169, la selezione dei professionisti valutatori è attenta e scrupolosa ed i professionisti selezionati ricoprono un ruolo di fiducia loro attribuita dal committente”
“Quantomeno in caso di situazioni di particolare pregio, la contro-perizia (seconda perizia) dovrebbe essere un obbligo ed è certamente una buona pratica - replicano dal comitato - come farebbe qualsiasi curatore di un bene prima di un'operazione irreversibile”.
Quante sanzioni sono state erogate per il mancato rispetto del Regolamento del Verde a partire dal 6 marzo 2012 e quindi in dodici anni di sua applicazione?
“Le sanzioni in materia vengono irrogate dagli organi competenti, quali ad esempio: Polizia Locale (Nucleo Ambientale del territorio), Ispettori edilizia privata, Guardie ecologiche volontarie o forze dell'ordine con specifiche competenze” risponde in sintesi il Comune.
“Il regolamento del verde è sostanzialmente un regolamento disatteso - accusa ‘Nuova Ecologia’ - promette sanzioni comunque insufficienti e che di fatto non vengono erogate”.
Quando gli abbattimenti sono stabiliti, esiste sempre una prescrizione di reimpianto compensativo nel luogo specifico o altrove se lì non fosse possibile?
“Per quanto attiene esclusivamente alla parte di Verde Pubblico - si legge nella risposta di Palazzo Tursi - ovvero di civica proprietà, il dato è desunto dalle pratiche e istanze di autorizzazione all'abbattimento presentate da ASTER. Tale dato ammonta a duecentododici per l'anno 2024 (da gennaio a ottobre), mentre le prescrizioni di reimpianto ammontano a centonovantacinque”
“Ma quali sono i tempi effettivi di questi reimpianti? - si chiede il comitato - e perché non vengono resi pubblici? Sequenza logica che deve essere tutta pubblica: perizia, taglio, prescrizione di reimpianto, dichiarazione dei tempi necessari per effettuarlo”.
Quante prove di trazione statiche e dinamiche ha effettuato A.S.Ter sulle alberature della città di Genova e a partire da quando?
“Non disponiamo di questo dato in quanto la scelta di procedere con la trazione viene fatta dal professionista incaricato - ammette il Comune - le prove dopo pochi anni scadono, quindi non se ne tiene traccia. L’uso delle prime trazioni statiche applicate su pini risale almeno a quindici anni fa”
“Come si fa a non disporre del dato? - incalzano dall’associazione - sono prove commissionate ad esterni regolarmente fatturate (la trazione costa anche più di altre prove e quindi è certamente concordata) che servono in ogni caso per la cura e gestione dell' albero sotto osservazione”
Qual è l’effettiva percentuale di mortalità degli alberi reimpiantati?
“Non abbiamo una statistica, perché tecnicamente irrilevante - così considerano il dato in Comune - le mortalità sono sempre attribuite a danneggiamenti da terzi (urti di automobili in particolare). Una stima su situazioni diverse valuta 1-2% secondo le specie piantate e soprattutto secondo i diversi terreni”
“Come si fa a definire la statistica irrilevante? - replica ‘Nuova Ecologia’ - a parte che verbalmente sono state date cifre diverse (2/3%) la valutazione e le motivazioni di questi fatti sono un dato fondamentale per migliore tutto il processo. Ogni pianta è preziosa”
Quanti costi ha dovuto sostenere la città per la caduta improvvisa di alberi? Esiste un’assicurazione per questo tipo di danni che li ha coperti?
Palazzo Tursi svia: “I dati richiesti possono essere forniti dal Ufficio Assicurazioni del Comune di Genova”
Ma l’associazione incalza: “Come fa il gestore del verde a valutare il rischio complessivo se non ha un'analisi dei costi sostenuti per le cadute (anche in relazione ai costi che deve sostenere per abbattimenti e reimpianti)?”
Perché non esiste come prescritto dal regolamento del Verde il registro degli alberi di particolare pregio?
“Non esiste un registro degli alberi di pregio perché non sono mai pervenute istanze da parte della cittadinanza alla C.A” ammette il Comune
“Il registro degli alberi di pregio, previsto dal regolamento del verde, è uno strumento gestionale - chiosa l’associazione - perché permette di porre la necessaria attenzione alle piante più importanti che, se ben curate, potrebbero diventare anche alberi monumentali. Inoltre è uno strumento per far conoscere il patrimonio arboreo ai cittadini”