Da mesi era vittima di continue persecuzioni, angherie prima verbali che martedì pomeriggio si sono trasformate in un’aggressione vera e propria per una sedicenne, vittima di un gruppo di aguzzine all’uscita da scuola, nei pressi della fermata della metropolitana di Dinegro.
Il gruppo di coetanee, di cui alcune compagne di classe, l’ha colpita con calci e pugni, fino a farla cadere a terra dopo uno spintone. Un’aggressione fisica che è stata solo l’apice di una lunga persecuzione, iniziata mesi prima sotto forma di cyberbullismo.
La giovane era bersaglio di insulti e accuse infondate sui social, dove si diffondevano falsità su presunte prestazioni sessuali a pagamento nei bagni della scuola. Un tormento che non solo ha messo a dura prova la sua serenità, ma ha anche alimentato la violenza psicologica e l’isolamento sociale.
L’agguato di martedì è stato segnalato da alcuni passanti che, assistendo alla scena, hanno contattato i Carabinieri. Agli agenti la sedicenne ha raccontato con sofferenza la lunga serie di umiliazioni subite. Le angherie erano iniziate con commenti dispregiativi sulle difficoltà economiche della sua famiglia e si erano evolute in un’escalation di offese e diffamazioni, culminate appunto con la violenza fisica.
I primi accertamenti da parte di militari hanno rivelato che la principale istigatrice era una compagna di classe, che aveva coinvolto altre studentesse, trasformando la vittima nello zimbello dell’istituto ma senza un’apparente causa. I carabinieri hanno acquisito post e chat incriminati, avviando una segnalazione alla Procura dei Minorenni e ai servizi sociali.
Parallelamente, il dirigente scolastico, informato dell’accaduto, ha preso posizione netta. Dopo aver convocato le famiglie delle responsabili, ha promesso interventi disciplinari esemplari. L’obiettivo è chiaro: combattere il bullismo con fermezza e prevenire episodi simili in futuro.