Dopo l’ennesimo ricorso di due settimane fa presentato da Italia Nostra contro il progetto del nuovo Ospedale Galliera, il personale sanitario è sceso in campo compatto per far sentire la propria voce ed esprimere il proprio sostegno al progetto per il rifacimento del complesso.
Una presa di posizione netta che non ha precedenti e che vuole essere la risposta ai continui ricorsi che impediscono ai lavori di procedere.
"Il Galliera è un ospedale storico con delle grandi eccellenze che serve Genova, la Liguria e anche parte del Basso Piemonte", afferma il professor Paolo Cremonesi, primario del Pronto Soccorso della struttura. "È un ospedale però che ha molti anni e oggi la medicina moderna ha bisogno di stanze a uno o due letti, bagni in camera, percorsi più veloci per mettere i pazienti nelle migliori condizioni per essere curati. Basta con i no, basta con i tanti ricorsi fatti soprattutto da Italia Nostra e anche da qualche privato. Vogliamo assolutamente che l’ospedale nuovo parta”.
Secondo i medici, la ristrutturazione dell'edificio esistente non sarebbe una soluzione praticabile. "I costi che vanno dalle norme antisismiche e tutto il resto sarebbero enormi e eccessivi - spiega ancora Cremonesi - Chi dice che è una speculazione edilizia mente sapendo di mentire. Qua non si costruiscono né centri commerciali, né appartamenti, né discoteche. Qua si vuole costruire un nuovo, moderno ed efficiente ospedale".
L'accusa principale è rivolta a Italia Nostra, rea secondo i medici di un "accanimento" ingiustificato nei confronti del progetto. “Qualcuno in passato ha avuto degli interessi personali perché temeva un calo di valore di uno o due palazzi di via Vannucci", denuncia Cremonesi. "Queste sono bugie che a noi non interessano. A noi interessa dare alla gente un servizio sempre migliore, sempre più di qualità, sempre più efficiente ai tempi moderni e di una medicina moderna".
Anche Carlo Introini, direttore della struttura complessa di urologia e coordinatore del centro di chirurgia multidisciplinare dell'Ospedale Galliera, sottolinea l'importanza di una nuova struttura per garantire un servizio sanitario all'avanguardia. "Il Galliera è un polo ad alta e altissima tecnologia. Oltre a disporre di tutti i possibili laser attualmente presenti sul mercato, dispone di una piattaforma robotica di ultima generazione. A proposito di questo il Galliera è stato scelto anche dall'azienda che commercializza il robot da Vinci come centro di formazione nazionale”. A ribadire l’importanza del presidio sanitario, è arrivata anche la certificazione europea dall’Eras Society per l’applicazione dei protocolli Intras, ricevuta lo scorso 4 novembre: “Siamo ad alta e altissima tecnologia non solo per quanto riguarda la gestione intraoperatoria degli interventi chirurgici - ribadisce ancora Introini - ma anche nel seguire il paziente pre, intra e post operatoriamente. A questo livello possiamo vantare di essere il terzo ospedale in Italia a poter gestire e aver ricevuto questa certificazione e siamo tra le poche in Europa ad avere questa possibilità”.
Nonostante l'eccellenza tecnologica, Introini ribadisce che "c'è bisogno di un intervento strutturale nel Galliera”. "Lavoriamo in una struttura vecchia. Potete capire bene come tutto questo male si sposa dal punto di vista della gestione quotidiana di noi chirurghi e medici e dei pazienti in particolare”.
In merito alle preoccupazioni riguardo al numero di posti letto, Introini ribatte: "La visione del numero dei posti letto è non vecchia ma arcaica, non bisogna più parlare di posti letto in termini assoluti. Quattrocento posti letto gestiti bene con alte tecnologie sono più che sufficienti per dare una risposta adeguata ai cittadini".
Anche Marco Filauro, direttore della struttura complessa chirurgia generale Dipartimento di chirurgia addominale, sottolineando l’importanza di scendere in campo e rompere gli indugi, si unisce al coro di voci che chiedono la realizzazione del nuovo ospedale. "Serve assolutamente un nuovo Galliera, serve ai pazienti in primis e serve agli operatori sanitari”.
Filauro poi non manca di citare gli esempi di alcuni ospedali di Napoli e Milano, dove sono in corso progetti di riqualificazione di strutture ospedaliere storiche: “A Napoli, in pieno centro, verrà recuperata un’area storica che comprende l’Ospedale degli Incurabili, l’ospedale San Giovanni di Dio, dove verranno fatti ospedali di comunità, ospedali di giorno, centri diagnostici, il tutto mantenendo la parte museale, quindi mantenendo e valorizzando la parte storica. Esempio più eclatante è quello dell’ospedale Cagrande di Milano, a duecento metri dal Duomo, risalente al 1420. Li si sta costruendo un ospedale da novecento posti letto e non c’è stata nessuna opposizione tanto che l’ospedale sarà aperto nei prossimi anni”.
Un esempio a sostegno e dimostrazione di come un intervento simile sia possibile anche a Genova. "Non si vede perché a Genova un ospedale storico, la cui parte storica verrà comunque mantenuta, valorizzata e ovviamente utilizzata per finalità sanitarie ma anche di tipo sociale, non possa essere realizzato un nuovo ospedale che invece garantisca criteri di modernità. Non capiamo il motivo delle opposizioni e dei continui ricorsi di Italia Nostra”, conclude Filauro.
L'appello dei medici è chiaro: basta con i ricorsi e i "falsi ambientalisti", Genova ha bisogno di un nuovo ospedale.
L’auspicio, come più volte ribadito, è quello di un incontro con il presidente nazionale di Italia Nostra, invitato ripetutamente a visitale l’ospedale Galliera. “Questa - termine Cremonesi al termine dell’incontro a cui ha partecipato il personale sanitario - è un’iniziativa in cui l’azienda non c’entra. Così vogliamo dire basta agli ambientalisti del no, agli architetti ignoranti di sanità e a chi diffonde fake new. Da medici e operatori sanitari siamo stufi di un’associazione che continua a rallentare la costruzione del nuovo ospedale, esigenza dei pazienti, degli operatori e del sistema sanitario”.