“Dice che la prima delibera sarà sulla sanità, la seconda sui trasporti e la terza sul lavoro, ma intanto la prima legge sarà per i sottosegretari”. Un ironico Andrea Orlando lo ha detto a denti stretti a margine del primo consiglio regionale dell’era Bucci, facendo ovvio riferimento alle prime parole del neo presidente al suo arrivo in via Fieschi.
L’ex sindaco di Genova, infatti, nelle ore antecedenti il suo giuramento ha più volte sbandierato l’intenzione di mettere subito mano a una prima delibera in tema sanità, ma è noto che in realtà il suo lavoro si sta concentrando sui rapporti con Roma e sulla legge regionale per l’introduzione dei sottosegretari, mossa strategica per allargare la squadra di governo e, di conseguenza, accontentare molti dei delusi per l’esclusione dalla giunta. Senza dimenticare la ferma intenzione di chiedere al Governo l’allargamento della giunta da sette a nove assessori. E il Partito Democratico è pronto ad alzare le barricate.
I ‘dem’, per voce del coordinatore regionale Davide Natale, a consiglio terminato hanno subito annunciato l’intenzione di chiedere il referendum qualora la proposta di legge di Bucci dovesse diventare cosa concreta. L’iter per la modifica dello Statuto prevede la doppia approvazione da parte dell’assemblea legislativa nel giro di due mesi. Inoltre, entro i tre mesi dal secondo voto, c’è la possibilità che un cinquantesimo degli elettori liguri o un quinto dei componenti dell’assemblea legislativa possano chiedere le firme. E il Partito Democratico, che in assise conta su nove consiglieri, ha i numeri per chiederle.
Natale, tra il ritardo nell’ingresso in consiglio e la proposta del referendum siete partiti combattivi…
“Abbiamo subito rilevato un forte nervosismo da parte di Bucci che, pensando di essere in un bar, si è permesso di redarguire dei consiglieri regionali. Forse pensava di essere in una locanda e aveva voglia di attaccare briga. Il consiglio regionale è un’altra cosa e con il tempo imparerà a portare rispetto all’aula. La cosa che ci sconcerta e ci fa politicamente inorridire è chiedere ai vertici delle Asl di tagliare i fondi per via del deficit che è stato creato in questi anni e poi crei delle sovrastrutture che costano. Perché la prima bugia è che ha detto che sono a costo zero, ma gli incarichi sono remunerati e dovrà spiegare i costi di funzionamento di queste sovrastrutture, se mai le farà, e le ripercussioni che avranno sui bilanci. Nel momento in cui vai a tagliare non si capisce come si possano fare scelte che impatteranno negativamente sul bilancio. Sono annunci senza un dettato normativo o deliberativo alle spalle e senza vedere il protagonismo di tecnici ed esperti del settore che magari hanno una formazione giuridica nel settore o di organizzazione. Tutto non per motivi funzionali, ma per accontentare gli appetiti dei singoli partiti di ampliare il numero di assessori e prevedere i sottosegretari in una regione di un milione e mezzo di abitanti. E anche un ‘vice assessore’ come Bassetti che deciderà chi farà parte del Consiglio Superiore di Sanità, una proliferazione di poltrone e incarichi senza affrontare i veri problemi che ci sono nelle sanità. Il passaggio successivo sarà quello dei commissari per la costruzione degli ospedali. Noi faremo battaglia in aula sperando di riuscire a muovere sulle nostre posizioni anche alcuni consiglieri di maggioranza per far mancare il numero per l’approvazione dello Statuto, ma cerchiamo forza anche nei cittadini”
Siete particolarmente convinti nel chiedere il voto popolare, pensate che i liguri vi seguiranno?
“In questi giorni, di fronte alla situazione della sanità, pensare che continuano a fare queste cose genera una forte arrabbiatura. Spero che ci sia un ravvedimento e che si arrivi a uno stop, che qualcuno fermi la mano di Bucci e gli appetiti delle forze politiche. Qui si stanno già vedendo i futuri assessori, uno alla Lega a uno a Forza Italia, Scajola che protesta sulla vicepresidenza e dobbiamo ancora fare il primo consiglio per la presentazione delle linee di mandato. Spero in un ravvedimento operoso per affrontare i problemi dei cittadini e non accontentare qualche partito scontento. Se continueranno con questa sciagurata scelta, noi non potremo stare fermi. Anche la cosa del consigliere delegato…capirei se fossimo in Lombardia, ma siamo in Liguria. Si sono vantati di essere al fianco degli imprenditori, poi dobbiamo pensare che per una serie infinite di deleghe come lo Sviluppo Economico, l’Artigianato, l’Industria, la Logistica, la Blue Economy, non c’è un assessore in giunta ma una situazione ibrida con la nomina del consigliere regionale “a supporto del presidente per le attività in materia”. Non avrà autonomia decisionale e di firma o di proposta per temi strategicamente importanti e vitali per la Liguria”
Che cosa comporterebbe un’eventuale bocciatura della legge al referendum?
“Visto l’attaccamento alle poltrone e anche agli sgabelli non penso che avrà ripercussioni pratiche, ma ne avrà assolutamente di politiche. Che di fronte a problemi enormi dei cittadini liguri questi pensino come primo atto non alle liste d’attesa, non ai novanta milioni spesi per le fughe sanitarie fuori regione, non ai cantieri, allo scolmatore, ai ritardi degli ospedali, ma ai sottosegretari…”
Per voi sarebbe un test anche in vista delle amministrative a Genova per colpire il centrodestra?
“Il nostro obiettivo è quello di dimostrare che ci sono due schieramenti, uno che pensa ai cittadini e uno che pensa ad accontentare gli appetiti delle forze politiche. Noi abbiamo detto che ci occuperemo sempre dei cittadini e delle loro esigenze, non solo a Genova. Non ripeteremo gli errori del passato, mi sembra che questa campagna elettorale abbia dato dei segnali in questa direzione e dobbiamo continuare su questa strada. Quando ci siamo occupati dei problemi reali dei cittadini siamo sempre stati premiati. Lasciamo a Bucci il fatto che a un mese dall’elezione il suo problema è quello di inventare staff, vice assessori alla Bassetti. E invece noi proviamo a occuparci di sanità, consumo del suolo, trasporti, sociale”